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Cammino per una via
e vedo, seduto al tavolo di un bar, all'aperto,
il mio amico di vecchia data e compagno di scuola da sempre,
Augusto
E' seduto in compagnia d'uno psicologo,
anche lui una mia vecchia conoscenza,
ma degli anni lavorativi che mi son lasciato alle spalle,
una presenza grifagna ed inquietante,
costui è da anni che non lo vedo,
con mio beneficio
Vorrei evitare l'incontro, ma lui mi scorge incedere
e già si alza dalla sedia per salutarmi,
sempre con quella sua aria arcigna
e un po' da menagramo paranoico e sospettoso del mondo intero
Augusto, invece, rimane seduto,
tranquillo e sereno
Saluto, obtorto collo, anche il Grifagno,
e la mia attenzione si rivolge all'Augusto
Mi chiedo cosa ci faccia quest'ultimo
in una simile, improbabile, compagnia
Parliamo del più meno
mi dico stupito di averlo incontrato,
non pensavo che sarebbe tornato a Palermo a breve tempo
Lo invito a pranzare da me, sempre che non debba ripartire subito
Lui accetta con entusiasmo ed io son contento,
Così leviamo l'incomodo e ci lasciamo il Grifagno alle spalle,
di colpo cancellato dalla scena
come un personaggio scomodo in un romanzo d'appendice,
Con il mio amico, siamo a casa mia e dovremmo appunto pranzare
ma il tavolo è mobile,
non riusciamo a trovargli un'adeguata collocazione
che renda confortevole il nostro desinare
Il desco rimane sempre tutto sbilenco ed asimmetrico
rispetto alle linee della stanza,
(odio le asimmetrie negli arredi
vorrei vedere solo linee dritte,
tendo ad applicare sempre dei correttivi
le linee sbilenche, in genere, mi danno fastidio
come quando mi ritrovo a guardare una foto
in cui la linea dell'orizzonte sia inclinata)
Anche se a fatica, io e il mio amico Augusto
riusciamo a pranzare, comunque
e a fare un po' di conversazione
Poi la scena si sposta in una scuola d'infanzia
In un locale ampio e luminoso, ci sono i bimbi, le animatrici e le maestre,
molto movimento e tanto colore,
luce ed aria che entrano a fiotti da ampi finestroni
e che, con la colonna sonora di grida gioiose e di risate,
danno un senso di libertà
fuori si intravede un paesaggio selvaggio e montagnoso
e, in particolare una montagna brulla di aspre rocce marroni,
che domina una fitta foresta tropicale
I bambini giocano in vari modi
ma la loro attenzione è focalizzata
su di un tavolo magico, a scomparsa:
nel senso che chiunque vi salga, dopo un attimo, scompare
come inghiottito dallo stesso tavolo
che dunque appare essere
uno strumento di scena del grande escapista Houdini
In realtà, sul piano del tavolo, vi è una botola
che da accesso al pianale d'un montacarichi
che porta al piano di sotto
(come nel caso del collegamento tra il piano delle cucine e la tavola dei banchetti
nella nostra Palazzina Cinese di Palermo)
Una delle maestre con molta riluttanza si presta al gioco
sale sul tavolo e, dopo un attimo,
PLUFF! ... semplicemente scompare
tra i gridolini di gioia e di sorpresa dei bimbi assiepati attorno
Io per un po' guardo il gioco e sorrido tra me e me
poi lancio un'occhiata fuori dal finestrone
e mi accorgo con sgomento che la montagna impervia
svettante sulla fitta vegetazione
sta eruttando una colonna di fumo nero ribollente,
alla cui base, si vedono baluginare inquietanti bagliori rossastri
mentre lapilli fumanti prendono a solcare il cielo
Grido un allarme:
"C'è un eruzione in corso! Dobbiamo metterci in salvo il più presto possibile!".
ma il mio avviso concitato passa inascoltato, nessun si muove
Tutti rimangono come incollati nelle loro posizioni,
e continuano imperterriti nei loro giochi,
indifferenti a tutto il resto
Io penso che saremo presto travolti
da una terribile colata lavica
oppure da una pioggia nera di cenere e lapilli
e che non avremo scampo
Ma sì, in fondo cosa importa.
E' il nostro momento, probabilmente...
Sono preoccupato
Improvvisamente,
vedo un tremestio nella fitta vegetazione
che separa la fabbrica della scuola dalla montagna che sta esplodendo,
come se un gigante si facesse strada a forza nella foresta,
tutto abbattendo davanti a sé
Strabuzzo gli occhi, il cuore in gola, a mille,
e capisco, in un'attonita folgorazione,
che il rimescolio, accompagnato da inquietanti schianti,
altro non è che la tumultuosa avanzata di pietre, roccia e lava
verso di noi
Grido ancora e, sbracciandomi, sollecito tutti a mettersi in salvo
ma non ho idea se ce la potremo mai fare
ad uscire incolumi da quest'incubo
[Dissolvenza]
Palermo, il 4 luglio 2021
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