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27 gennaio 2021 3 27 /01 /gennaio /2021 13:27
Maurizio Crispi alla sua 100^ donazione per l'Associazione Thalassa

Il 30 maggio 2016, ho raggiunto il traguardo delle 100 donazioni, con l'Associazione Thalassa, di cui ho fatto parte dal 1989. A dire il vero pensavo di essere alla 99^, ma mi ero sbagliato.

Ho varcato il fatidico traguardo delle 100 proprio in quel giorno, un traguardo "ufficiale" a cui mi ritrovavo a pensare, provando lo stesso brivido quando fantasticavo (prima di ancora cimentarmici) a come sarebbe stato giungere al traguardo di una gara podistica sulla distanza 100 km.
Ma ancor prima di entrare nella Thalassa -  ho donato da sempre, sin da quando avevo appena compiuto i 18 anni.
Fu ai tempi del Terremoto del Belice, quando in Piazza Castelnuovo era a permanenza parcheggiata un'autoemoteca per la raccolta delle sacche di sangue necessarie.
Ero con un gruppo di amici con i quali eravamo andati a fare una passeggiata in centro città, vedemmo l'autoemoteca ed entrammo per informarci, ma poi - alla fine - gli altri si tirarono indietro e io fui l'unico a sperimentare la mia prima donazione.
Continuai per qualche tempo a dare il sangue con l'AVIS (da qualche parte dovrei avere ancora il tesserino dove venivano segnate le donazioni); poi, per un lungo periodo, essendo sfiduciato nel "sistema", feci il donatore libero - "on demand", per così dire -, come spesso si usava fare un tempo, quando parenti ed amici andavano alla ricerca di sacche di sangue per i propri familiari che, ricoverati, avevano bisogno urgente di trasfusioni o di sangue da transfondere in caso di bisogno (in era pre-AIDS).
Poi nel 1989, ripresi fiducia ed entrai a far parte dell'Associazione Thalassa, con cui ho continuato sino a quando ho potuto donare sino a raggiungimento dell'età in cui ogni donatore viene messo in pensione d'ufficio, coioè sino al raggiungimento dei 70.
Sono diventato, insomma, un "donatore abituale": quel tipo di donatore di cui c'è sempre molto bisogno perché essi si approcciano ai servizi emo-trasfusionali con costanza e regolarità.
Con l'avvento della plasmaferesi le mie donazioni si sono moltiplicate, poiché negli ultimi anni - nell'intervallo tra una donazione di sangue intero e l'altra - posso ora donare il plasma (o le piastrine): ma il Centro Thalassa dove io vado è attrezzato solo per il plasma e quindi, vada per il plasma.
A suo tempo, prima che la Thalassa si attrezzasse con i macchinari per la donazione di plasma, andai al Centro emo-trasfusionale dell'Ospedale Cervello, presentandomi in forza di un accordo con il Centro Thalassa come socio di questa Associazione.
Feci una quindicina di donazioni di piastrine che, in forza di quest'accordo, avrebbero dovute essermi riconosciute - ma il Centro del Cervello - gestito per quanto riguarda le donazioni da altra Associazione - omise di segnalare i dati sulle mie donazioni alla Thalassa, per una vile guerra di dati e di titolarità sui donatori.
Una vera e propria tra poveri e di lotta al coltello per accaparrarsi sino all'ultimo donatore.
Quindi quelle circa 15 donazioni non mi sono riconosciute in via formale: o meglio dovrei andare alll'Ospedale Cervello per farmele certificare, ma non ho proprio voglia di sobbarcarmi a questa trafila.
Ritengo che, sommando tutte le donazioni che ho fatto in via mia, sono giunto ad almeno 160-170: un vero e proprio fiume di sangue...
Vorrei che tutti facessero il gran passo e divenissero donatori.
A meno di non avere la pressione bassa (ma te lo dicono al momento, quando - se non hai mai donato - ti sottoponi alla Pre-donazione) non ci sono grandi controindicazioni e si fa del bene.
Specie adesso, proprio in certi periodi dell'anno, quando anche i donatori abituali vanno in vacanza e si rendono latitanti.
E aggiungo qui, a beneficio degli amici sportivi che mi seguono e a mo' di incoraggiamento, che il donare non mi ha mai impedito di praticare lo sport. Qualche volta, quando ancora correvo le maratone e le ultra, mi sono ritrovato a donare il sangue di venerdì e a disputare una gara lunga la domenica.
Qualche volta sono andato alla donazione, correndo e me ne sono andato correndo.
Spesso e volentieri, subito dopo la donazione, ho fatto sport. In passato, il giorno della donazione, coincideva con una lunga uscita in canoa.
Nel giorno di questa 100^  donazione con il Thalassa, ad esempio, circa un'ora dopo, sono andato a nuotare in piscina e ho fatto 25 vasche.
Un medico, per motivi prudenziali, direbbe al donatore che ha appena donato che deve stare a riposo per l'intera giornata e che deve astenersi da qualsiasi sforzo, io che sono medico ma, al tempo stesso uno sportivo praticante, dico che, invece, si può e che non c'è alcun rischio.
L'importante è che dopo la donazione ci si idrati per bene, per accelerare il più possibile il ripristino della massa sanguigna decurtata di circa 1/2 litro. Ma poi, per il resto, va tutto bene.
Di globuli rossi ne abbiamo così tanti che la perdita di alcune centinaia di milioni di essi (ne abbiamo circa 4.5 milioni in ogni mm cubico di sangue) non può avere una reale incidenza nella capacità del sangue di trasporto dell'ossigeno. Credo che un problema se lo possano (e debbano) porre soltanto coloro che praticano da "top athlet" sport anaerobici estremi.
Quindi, tutto questo discorso, è per dire agli sportivi praticanti (di livello amatoriale): "Non siate taccagni del vostro sangue!"
Tutto però in punta in piedi... la filosofia della donazione (che appunto per questo è anonima) non richiede troppo battàge... che altererebbe il principio del Dono. Non ho potuto fare a meno di autocitarmi, sopratutto in relazione al traguardo raggiunto che mi riempe di orgoglio.
Ed è un po' di sano narcisismo che mi ha spinto a pubblicizzare quello che per me è stato un piccolo grande evento.

 

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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