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Esco dalla banca e mi avvio verso l'uscita: c'è da attraversare un piccolo giardino e poi da scendere alcuni gradini, bagnati e invasi dalle foglie cadute.
Dietro di me esce una signora in là con gli anni, bassa e grassottella, bardata di tutto punto con una mascherina che, a momenti, le copre anche gli occhi.
Richiama la mia attenzione con un perentorio: "Scusi, Lei!"
Mi fermo e mi giro a guardarla: sono già sul primo gradino della breve rampa di scale.
Mi dice: "Guardi sono sofferente, ho problemi di deambulazione e la sciatica, mi aspetti! Non ci possiamo toccare però!"
Rimango fermo dove sono e lei arranca giù per i gradini.
Quando è giunta sul piano della strada, non posso fare a meno di chiederle: "Ma scusi, signora, in cosa l'avrei dovuta aiutare?".
"Ma è chiaro - replica lei - se non ci si fosse stato il Covid, le avrei chiesto di consentirmi di prenderLa sotto braccio per essere sorretta e guidata nella discesa... Ma, visto che non ci possiamo toccare, almeno lei è stato lì fermo, giusto per potermi afferrare se per caso fossi caduta".
"Ma in questo modo poi, alla fine,ci saremmo dovuti toccare comunque, saremmo entrati in contatto fisico e rovinoso per giunta..." - faccio io.
"Già, è proprio vero, ma in in questa ipotesi, si sarebbe verificato uno stato di necessità!".
Vabbè, ho pensato, uno stato di necessità che avrebbe comportato un contatto disordinato e non governabile, molto meno pulito e asettico che una semplice discesa avendo la signora sottobraccio...
Ma alle regole non si comanda e soprattutto a quella quota di irrazionalità che poi pervade il loro modo tutto umano di applicarle.
A volte, infatti, la paura determina delle convinzioni irrazionali e dei falsi convincimenti...
In un momento successivo, sempre nella stessa giornata, sono a far la fila fuori dal panificio. In questi casi, durante l'attesa, io tendo ad intavolare una conversazione con gli altri in coda come me, cercando di creare un momento di intesa e di ironia che spezzi la cupezza dei volti coperti e celati.
C'è una signora che, subito dietro di me nel turno, indossa un berretto di lana azzurro-mare con una visiera che le scende dagli occhi, una mascherina sovradimensionata rispetto all'ampiezza del volto e - a coronare il tutto - un grosso paio di occhialoni da sole.
"Mamma mia - le faccio - Ma, signora mia, lei fa proprio paura, così bardata, mi sembra come minimo una marziana!"
E lei si è messa a ridere, cogliendo lo spirito delle mie parole.
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