Gli anni in cui mio padre praticò il canottaggio agonistico furono ovviamente quelli dell'anteguerra (sicuramente dal 1936 per quanto riguarda le competizioni del GUF).
Non ho notizie precise su quando esattamente abbia cominciato a vogare e perchè, cosa l'avesse spinto in quella direzione, insomma: sicuramente, comunque, l'avvio delle attività agonistiche fu dopo il compimento del 18° anno o giù di lì. Faceva parte della compagine della Canottieri Palermo, anche se credo - ma non sono del tutto certo di questo -che per un periodo fosse nella squadra del Dopolavoro ferroviario (mio nonno lavorava nelle Ferrovie) e, sicuramente, come universitario partecipava alle competizioni di canottaggio nella cornice dei GUF, ovvero "Gruppi universitari fascisti" che furono l'articolazione universitaria del Partito Nazionale Fascista (di queste partecipazioni ho trovato un ritaglio di giornale, con tanto di foto), di cui lui stesso mi parloò qualche volta.
La sua specialità era il Due senza e il suo compagno di voga fu da sempre Gianni Carbone (che, solitamente occupava il posto di voga n. 1 (capovoga, ovvero). Ma poi, a seconda delle circostanze, mio padre e lo stesso Carbone facevano parte di altri armi, a quattro e a otto vogatori.
I vogatori di Palermo allora non erano molti: il canottaggio, come altri sport, era un'attività di élite, che come altri sport si considerava un'emanazione delle attività ginniche..
Quindi, ciascun vogatore faceva molte cose: non poteva essere specializzato in un unico armo.
Papà partecipava ogni anno, sin dall'inizio delle sue attività agonistiche, ai "Littoriali dello Sport" che, con la dizione completa di Littoriali dello Sport, della Cultura e dell'Arte e del Lavoro, erano manifestazioni culturali, artistiche e sportive, destinate ai giovani universitari, svoltesi in Italia tra il 1932 ed il 1940 e che, allora, per quanto riguarda il loro versante sportivo si ponevano come una tra le massime competizioni nazionali nelle varie discipline.
Nel Due senza, lui e il suo compagno di voga, salivano sempre sul podio, spesso sui primi due gradini. Così lui mi raccontava spesso con un giustificato orgoglio.
Di fatto, era un giovane promessa. Papà mi diceva sempre che, se non fosse intervenuta la guerra e se si fossero disputati i Giochi Olimpici del 1940, quasi certamente sarebbe stato selezionato per prendervi parte. E c'era del rammarico nelle sue parole, si capiva bene dal modo in cui la sua voce si faceva quasi sognante.
Sempre nell'anteguerra, partecipò ad un corso di formazione per allenatori di canottaggio.
Il canottaggio gli rimase sempre nel cuore e ha continuato a praticarlo amatorialmente: Ogni volta che poteva usciva a vogare, sia utilizzando le barche della Canottieri Palermo, sia alla sede di Mondello del Circolo Canottieri Roggero di Lauria.
Quando io compii i 17 anni, fu lui ad iniziarmi al canottaggio e darmi i primi rudimenti della voga. Ed io seguii più che volentieri la strada che lui mi aveva indicato.
Mi insegnò personalmente i primi rudimenti, utilizzando il cosiddetto "Canottino" che era una specie di gozzo (ma più slanciato e leggero) con i classici banchi trasversali per sedersi ed un unico posto di voga con gli scalmi mobili nella fiancata e, poi dopo che ebbi i primi rudimenti, la Iole a posto singolo dotata di strapuntino per un passeggero-istruttore.
Su questo tipo di imbarcazione mi insegnò la tecnica di voga vera e propria, prima mostrandomi come si faceva e poi facendomi vogare mentre lui seduto nel posto del passeggero, mi andava correggendo. Questo tipo di Iole ormai nei circoli di canottaggio è virtualmente scomparsa.
Papà, nella voga, era sempre forte e mi intimoriva: rimase proverbiale, la volta in cui in un'uscita con il Canottino fui capace di far cadere in acqua lo scalmo di ottone, sicchè per salvare la situazione fu lui a mettersi al posto di voga e fare ritorno alla sede a mare del Lauria utilizzando un remo solo. In quella circostanza papà non perse il suo contegno, ma ebbi la sensazione che fosse stato davvero irritato dalla mia sbadataggine e che lo costrinse a fare rientro nella sede del circolo, come un principiante.
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