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18 dicembre 2018 2 18 /12 /dicembre /2018 12:06

Da sempre la pornografia è oggetto delle più diverse riflessioni da parte dell'umanità. Che cosa è pornografico, e che cosa non lo è? Che cosa è perverso, e cosa no?
Sono domande che portano le persone a confrontarsi e a scontrarsi tra loro.
Questo mi ha sempre incuriosito.
Il modo in cui le persone si accalorano su questi argomenti e come difendono affermazioni parziali con un convincimento assoluto mi ha fatto sempre sospettare che in fondo a ognuno di noi queste domande restino sospese come in un ammasso nebuloso di contraddizioni e grandi conflitti intimi.

Rocco Siffredi - Premessa al volume autobiografico "Io, Rocco" (titolo originale "Rocco par Rocco"), 2006

 

L'Ultimo Samurai. L'altra faccia di Rocco.

Rocco Siffredi (al secolo Rocco Tano) il noto attore porno italiano (di cui è disponibile anche una scheda molto dettagliata - e in Inglese, a testimonianza del personaggio - su Wikipedia), è riuscito a vivere in carriera una lunghissima stagione, senza subire quei fenomeni di usura che colpiscono i performer maschili e femminili del settore, in cui si pone - cogente - la necessità di avere sempre nuovi volti, corpi e organi, ovviamenti: non solo questo, ma egli è riuscito a costruire proprio a partire dalla sua condizione di porno-attore una sua immagine pubblica credibile - anche dal punto di visto mediatico di tipo generalistico - non solo in Italia ma anche all'estero, diventando al tempo stesso imprenditore di se stesso e costruendo per sé e per la sua famiglia un piccolo "impero", dove vive e dove sono ubicati al tempo stesso i suoi studi di produzione, teatro di posa e quant'altro.
Ha dimostrato di essere, sicuramente, un uomo dalla personalità complessa e non banale, reclutato a volte anche nei set cinematografici non porno (come Romance - Catherine Breillat, 1999 -  oppure Amorestremo - Maria Martinelli, 2001 - oppure ancora Pornocrazia, sempre della Breillat nel 2004) , per la realizzazione di film erotici o erotic-thriller. Per non parlare della sua partecipazione a sitcom e a reality vari, tra i quali va annoverata la sua presenza ad un'edizione de "L'Isola dei Famosi".
E' stato anche soggetto di biografie ed è in circolazione (purtroppo oggi non facilmente reperibile) anche un'autobiografia (aggiornata ovviamente sino all'anno della prima pubblicazione che è stata nel 2006) dal titolo Io, Rocco (Mondadori): ed è interessante notare come, ancora una volta a testimonianza dell'ampiezza della platea di Rocco Siffredi, questa autobiografia sia stata pubblicata originariamente in lingua francese con il titolo di Rocco par Rocco.
Si può ricordare anche come prima di qesto testo, uscì in lingua italiana il breve saggio biografico di Patrizia D'Agostino (Rocco Siffredi. Il Mito di un uomo italiano, Castelvecchi, nella collana "I Maestri dell'Eros", 1998), in cui l'autrice si concentra prevalentemente sulle attività di Rocco come regista dell'Hard, quanto meno sino alla data di pubblicazione.
Entrambi i volumi sono corredati di foto che vengono dalla collezione privata di Rocco Siffredi e che documentano quanto egli sia stato abile nel curare la sua immagine pubblica, contribuendo a creare per se stesso una dimensione quasi mitica che, con un grande alone, si estende oltre i confini ristretti di pornoland.
Insomma, si potrebbe dire che Rocco ha investito bene le risorse derivanti dalle sue capacità e dalla sua notorietà, partita da una semplice nicchia, lui che, alle sue origini modesto ragazzo d'Abruzzi (Ortona la cittadina che gli diede i natali), aveva manifestato sin da adolescente una smodata passione per il sesso e che pur seguendo questa inclinazione è stato capace di piegare il suo piacere e la ricerca dell'edonismo sino a farli diventare una professione redditizia e, nelle sue ultime e più recenti evoluzioni, con risvolti solidamente imprenditoriali. Si potrebbe dire che, parafrasando la nota canzone di Elio e le Storie Tese dedicata a John Holmes, quel celebrato "Mr 30 cm" della pornografia americana tra la fine degli anni Sessanta e i primissimi anni Settanta, se il pene gli ha dato pene (nemmeno tante, probabilmente), quello stesso pene gli ha dato pane e celebrità.
Sia come sia, lo si può certamente considerare come uno che ha fatto carriera, un personaggio in qualche misura alla maniera di un Larry Flint, perchè si è sempre mosso sull'incerto confine della morale e dell'osceno che - come si sa - muta di continuo ed è a tutti gli effetti una frontiera che apre sempre la possibilià di esplorare nuovi territori.
Occore precisare che, quando parliamo di Rocco, parliamo del Porno con la P maiuscola, per intenderci: è necessario fare questa precisazione per evitare di mischiare assieme generi e sottogeneri differenti che nulla hanno a che spartire tra loro.
Infatti, secondo Robert J. Stoller, il noto psichiatra e psicoterapeuta americano che si è dedicato a lungo alle problematiche dell'identità di genere e che, tardivamente, sul finire della sua carriera, ha sfiorato il tema del Porno attraverso una serie di interviste con alcuni dei protagonisti di quest'attività (Il Porno. Miti per il XX secolo, Feltrinelli, 1993), il "Porno" va inteso come la rappresentazione integrale di rapporti sessuali di coppia o multipli, che tuttavia siano fondamentalmente etero, senza nessuna concessione alla rappresentazione dell'omosessualità maschile e, al più, con qualche apertura alla rappresentazione del lesbismo che fa sempre da contorno alla rappresentazione di rapporti etero.
Stoller, quindi, nella sua analisi, espunge tutti quei sottogeneri della pornografia che si soffermano su gusti sessuali "di nicchia2 e che sostanzialmente hanno a che fare con le parafilie. Inoltre, il Porno - così come viene definito da Stoller - è fondamentalmente non violento e consenziente, nel senso che i parner performanti sono consenzienti e non sotto costrizione alcuna. Per questo motivo - e questa un'altra caratteristica tra quelle delineate da Stoller - il Porno così inteso è indirizzato ad un pubblico di individui (non solo uomini, ma anche - oggi in numero sempre crescente - donne) che prediligono essere fruitori di film porno che mettono in scena solo sessualità etero per quanto essa possa essere promiscua e trasgressiva.
Ancora, secondo Stoller, la maggior parte dei performanti sono degli individui fondamentalmente esibizionisti che trovano il loro complemento in una audience di individui che non sono solo semplicemente voyeur (o scopofili) nel senso classico del termine nel quadro della letteratura sulle parafilie, ma potenzialmente essi stessi - almeno in pectore - fondamentalmente esibizionisti: da ciò nasce il fenomeno del sesso trasgressivo in speciali luoghi della contemporaneità, in cui - a fasi alterne - si può essere spettatori e performanti (vedi ad esempio - il rimando è d'obbligo - i privéoppure certe spiaggie in cui si pratica il nudismo trasgressivo o, secondo la definizione forgiata da alcuni, "libertino").

 

Locandina del film "Rocco"

Nel suo studio, tuttavia, Stoller si limitò a mettere in evidenza la molla dell'esibizionismo come essenziale spinta motivante dei performanti maschili e femminili che si dedicavano a questa attività, da lui intervistati: soggetti portatori del vessillo trasgressivo del secolo scorso, tuttavia.
Le frontiere del Porno nel frattempo si sono evolute, sia per l'impatto modulante della produzione pornografica stessa sia per il fenomeno descritto da alcuni come "normalizzazione del porno" o anche "pornificazione della realtà": nel XXI secolo le pratiche del Porno stanno diventando - in alcune comunità più che in altre - un fenomeno collettivo condiviso e non più semplicemente di nicchia, che fosse praticato da pochi eccentrici o da individui etichettati come "viziosi".
Stoller in quel suo saggio non menzionò, invece, la possibilità che il Porno potesse diventare un fenomeno di costume nè tantomeno quella che i performanti del Porno potessero essere spinti da una forma di sex addiction ovvero da una dipendenza patologica nei confronti del sesso caratterizzata dalla compulsione a praticare attività sessuali promiscue e ripetute, giacchè ai tempi in cui Stoller affrontò questo tema il concetto della sex addiction e, in generale, delle dipendenze non farmacologiche non era ancora stato ben inquadrato.
Una caratteristica delle sex addiction è che, come per altre forme di dipendenze patologiche, l'individuo è dominato dal craving (cioè dal desiderio smodato di avere - fase appetitiva - e consumare l'oggetto del suo desiderio - fase dell'appagamento- ). Il craving delle dipendeze patologiche è come una sete inestinguibile: il soggetto deve continuamente giungere alla fase del consumo che solo transitoriamente dà un appagamento.
Le sex addiction siano esse in rete (senza contatto fisico, come è nel caso della fruizione del porno), siano esse agite (con comportamenti di acquisizione seriale di nuovi partner oppure con l'immersione ripetuta in attività prmiscue e multiple) sono polarizzanti rispetti a tutti i variegati comportamenti del vivere quotidiano e, nel lungo termine, portano ad un restringimento forte ed intenso del campo esperienziale dell'individuo. Ciò comporta che alle persone che vivono in stretta prossimità (familiari stretti e parenti) spettano quote non non indifferenti di sofferenza, come anche l'impegno lavorativo si affievolisce man mano che la sex addiction si fa più intensa e profonda. Le sex addiction - come le altre dipendenze patologiche - sono inoltre caratterizzate dal fatto che a molteplici tentativi di "smettere" fanno seguito delle "ricadute". La bestia nera delle dipendenze è appunto la "ricaduta" che, in alcuni casi, può portare a comportamenti di dissimulazione nei confronti dei terzi implicati (familiari e quant'altro).
Rocco Siffredi soprattutto nel film "Rocco" nel quale si racconta del suo ultimo anno di attività nel Porno prima di abbandonare (ma soltanto nei ruolo di performante direttamente implicato) parla esplicitamente della sua "dipendenza" dal sesso sin dall'adolescenza e spiega che questa è stata la molla principale che lo ha spinto a fare determinate scelte che, poi, si sono rivelate cruciali. Riconosce la forza della dipendeza nel fatto di aver tentato di interrompere di essere un perfomante del porno con effetti deleteri nella sua organizzazione di vita e nella forte spinta ad intraprendere rappporti con prostitute, in assenza della valvola di sicurezza delle attività sul set.
Si potrebbe dire che il Porno è stato una sua condanna, ma che nello stesso tempo lo ha salvato, consentendogli di diventare imprenditore di se stesso. Egli, in altri termini, è una figura anomala nel campo delle Dipendenze Patologiche, poichè ha cavalcato la tigre della sua dipendenza, compiendo nello stesso tempo molte conquiste importanti, costruendosi una famiglia e creando un piccolo impero imprenditoriale per la produzione di film porno, ma - nello stesso tempo - spendendosi come regista, modello e come attore di film regolari (mostrando un discreto talento nella recitazione), dando alle stampe un volume autobiografico (io, Rocco) ed anche come "formatore" di giovani leve e di aspiranti ad entrare nel mondo del porno: ed è qui che con un colpo di genio, passando dal ruolo di reclutatore di starlette del porno e di performanti è passato al ruolo di "professore", coach, trailer, formatore con la creazione della Rocco Siffredi Hard Accademy.

Rocco Siffredi nel ruolo di "docente" all'Università del Porno

La consuetudine con il Porno - e la sottesa compulsione  verso il sesso ripetuto e promiscuo - non hanno portato, insomma, l'esistenza di Rocco ad un'impasse o alla perdizione e all'annientamento, ma - al contrario - egli ha potuto costruire e mantenere un'immagine di sé positiva e di uomo riuscito, grazie anche ad una separazione netta tra tutto ciò che attenesse alla professione e al lavoro (per quanto peculiari essi fossero) e tutto quello che, per contro, rientrasse nell'ambiente familiare (rapporto di coppia, funzione educativa nei confronti dei figli) e nella componente altrettanto importante delle attività di leisure e hobbistiche (è nota, ad asempio, la passione di Rocco per il Motard).

Chiave di volta di questa continua intersezione è stato il fatto che, sia come sia, Rocco non ha mai tenuto rigidamente separati i due mondi, quanto meno in termini di comunicazione e di sincerità: egli è riuscito ad operare una sintesi sufficientemente equilibrata tra i due mondi, a differenza di quanto avviene nel caso della maggior parte delle Sex Addiction clinicamente rilevanti in cui gli addicted sono alle prese con una crescente pervasività della loro dipendenza tale da erodere sempre più consistenti spazi della "normalità" e con la necessità - sempre più logorante - di mantenere sulla loro necessità di sesso continuo e promiscuo (o sulla compulsione a masturbarsi di fronte a rappresentazioni di sesso esplicit) il più assoluto segreto, sino al punto da dover condurre - con effetti devastanti - una doppia vita che alla lunga diventa insostenibile e conduce all'esperienza del "toccare il fondo".

Nel film citato, piuttosto, si potrebbe dire che egli, avendo deciso di staccare coil Porno - relativamente all'essere performer - faccia un esame di coscienza sulle sue scelte, chiamando alcune cose con il loro nome, impietosamente, ma senza alcun pentimento. La sua scelta di abbandonare la scena come performante nei film hard  diretti e filmati (in puro gonzo style) da lui stesso o realizzati da altri è stata in fondo una decisione ineluttabile da prendere: quella di abbandonare, prima di perdere le phisique du role, probabilmente; e, assieme, quella di "redimersi" principalmente, lasciando però intatta e non toccata la sua vocazione per il Porno, nel ruolo adesso di "impresario" del Porno.

Dopo il riuscito film di Thierry Demaizière e Alban Teurlai, ecco che Rocco Siffredi andrà in scena per raccontare se stesso, in una serie di spettacoli itineranti in molte città italiane, nei primi mesi del 2019 .
Questi gli interrogativi che illustrano il lancio del lavoro teatrale con il titolo "L'Ultimo Samurai. L'altra faccia di Rocco".

Rocco Siffredi, L'ultimo Samurai. L'altra faccia di Rocco

Come si riesce da una dipendenza a costruire un impero?
Come si fa ad avere un’educazione con valori molto tradizionali e a 18 anni partire da un piccolo paese per andare a Parigi a fare lo scalda coppie nei locali di scambisti?
Come si può avere una famiglia molto unita e al tempo stesso essere il pornoattore più famoso al mondo?
Com’è possibile camminare sulla m…a e non affondare?
Come fare sesso con migliaia di donne e fare l’amore con una sola?
A queste e ad altre domande Rocco Siffredi darà la sua risposta nello spettacolo teatrale “L'Ultimo Samurai” che andrà in scena da fine Febraio ad Aprile 2019, in programmazione itinerante nei teatri di diverse città italiane.
Con tanta ironia e leggerezza Rocco Siffredi racconterà la sua vita, condividendo le proprie esperienze ed emozioni, cercando di accompagnare il pubblico in un mondo fatto di debolezze e virtù.
Una riflessione attenta senza ipocrisie e tabù.

 

Lo spettacolo approderà il 26 febbraio 2019 anche a Palermo, al Teatro Golden

(Da un intervista con Rosa Caracciolo, moglie di Rocco Siffredi) Bella, ungherese, 39 anni mamma e moglie di uno dei pornodivi più famosi al mondo: Rocco Siffredi. Rosa svela a Panorama com'è nata la storia d'amore con il marito, i primi film hard insieme (“…la prima volta che ho visto Rocco nudo ho pensato aiuto… Poi, sa com'è, ci si abitua”). E il periodo in cui il pornostar aveva smesso di far film: “Andava con le prostitute, gli ho detto torna sul set!”.
Rosa ricorda la prima volta che ha incontrato Rocco: “Lavoravo come modella a Budapest e un giorno mi propongono di andare a Cannes per lavorare come hostess durante il festival del cinema porno. Arrivo in Francia dopo 16 ore di pullman e alla stazione mi ritrovo Rocco, spiritato, con una orribile tuta bordeaux, che mi dice: tu dormi nella mia villa”.
E il primo film hard insieme: “La protagonista del film diede forfait e lui, a bruciapelo, mi propose di sostituirla. Non ci eravamo neppure baciati (…) Accettai a una sola condizione: che le mie scene di sesso fossero girate soltanto con lui. Così dovettero cambiare la sceneggiatura e il film si trasformò in una versione hard di ‘The Bodyguard’. Lui faceva Kevin Costner e io Whitney Houston”. In tutto tre film, quello del debutto e “Tarzan e Jane” e “Il Marchese de Sade”.
Siffredi poi ha deciso di ritirarsi dal porno: “L'aveva fatto per i figli. Non voleva che fossero obbigliati a crescere con la curiosità morbosa della gente, fra le ironie dei compagni. Ma senza il set non stava bene, e per sfogarsi era costretto ad andare a letto con delle prostitute. Allora un giorno gli ho detto: amore mio, visto che io ai tuoi ritmi non ci sto, meglio che ricominci a girare. E così è stato”.
Infine una considerazione sul presente: “Quando mi raccontano dei mariti che cominciano a perdere colpi, forse un po’ di invidia c'è. Sa come lo chiamo nell'intimità? L'ultimo samurai”.

Rocco Siffredi

(Biografia di Rocco Siffredi) Rocco Siffredi è nato a Ortona Porto (provincia di Chieti) il 4 maggio 1964. All'anagrafe il suo nome è Rocco Tano.

Rocco, adolescente, a soli sedici anni si arruola nella Marina mercantile come volontario. Terminerà l'esperienza nel 1982 per recarsi a Parigi per raggiungere il fratello Giorgio.

Nella capitale francese dà una mano lavorando nel ristorante a conduzione familiare ma non disdegna nemmeno di posare come modello. E' in Francia che Rocco Siffredi inizia ad adoperarsi per entrare in quel mondo che lo affascina così tanto e che - da lì a pochi anni - lo vedrà protagonista indiscusso: il mondo dell'hard.

Rocco Tano si trova in un locale a luci rosse quando nel 1985 incontra Gabriel Pontello, attore hard di nota fama durante gli anni '80 (per intenderci quello il cui rricordo è consacrato a "SuperSex", la ben nota serie di fotoromanzi hard). I due fanno conoscenza e si crea da subito un buon feeling: Pontello gli apre le porte dell'hard. Le prime attività riguardano alcune foto per riviste porno, che saranno utili per presentarlo poi al produttore Marc Dorcel ed al regista Michel Ricaud.

Arriva così il suo primo provino dove, pur non privo di imbarazzo, Rocco supera la prova. Gli viene assegnata una parte: il primo film hard a cui partecipa si intitola "Belle d'Amour".

La sfera sentimentale - in questo periodo la sua compagna è Tina, splendida modella inglese di diciotto anni - lo coinvolge a tal punto che decide di abbandonare i set cinematografici e tornare sui passi della carriera di modello, strada che aveva già tentato in precedenza.

Rocco Siffredi, nella copertina del volume "Rocco Siffredi. Il Mito di un uomo italiano"

Vola a Londra con Tina e viene ingaggiato come modello dall' agenzia Gawin's; qui perfeziona il suo inglese e inizia una fase di studio e miglioramento del suo stile, cercando una raffinatezza sempre maggiore.

Dopo circa due anni, terminata la storia con Tina, non sentendosi pienamente realizzato nel campo della moda, Rocco decide di riprovare con il mondo dell'hard. L'occasione gli viene fornita da Teresa Orlowsky, pornodiva tedesca.

Il suo primo film hard italiano è destinato a rimanere un pezzo storico del genere, anche grazie alla presenza (anche nel titolo) della sua protagonista, Moana Pozzi, che diverrà un'icona-simbolo del genere: "Fantastica Moana" (di Carlo Reale) è il titolo del film.

Rocco è deciso a sfondare seriamente: nel 1990 parte alla volta di Los Angeles per bussare alla porta dell'agenzia di Jim South. Incontra il regista John Leslie, che aveva già avuto modo di conoscere qualche anno prima a Roma: per il suo film "Curse of the Catwoman" Leslie affida a Rocco Siffredi un ruolo importante. Il film sarà un successo anche grazie al fatto che rappresenta uno dei primi (pochi) film con una parvenza di trama, nonché interpretato da attori professionisti. Rocco spicca per la sua interpretazione tanto che l'anno seguente riceve a Las Vegas il suo primo "A.V.N. Award" (Premio Adult Video News), per il film "Buttman's Workout" (di John Stagliano); Rocco risulta "Migliore attore hard per scene di sesso a tre".

Dopo alcuni altri film torna in Italia, intenzionato a mantenere ed aumentare il successo fin lì ottenuto. Approfondisce gli studi di recitazione. Le più importanti case di produzione europee chiamano Rocco Siffredi per offrirgli ruoli da protagonista.

Tra i suoi film in questi anni ci sono anche molte parodie in chiave porno, come "Wild Attraction", "Gran Prix Australia", "Dr. Rocco Mr. Sodo" (parodia de "Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde"), "Portrait Passion" (che si rifà al romanzo "Il ritratto di Dorian Gray", di Oscar Wilde), "Ejacula" (di Max Belloccio, dove Rocco interpreta il protagonista vampiro).

John Leslie poi lo richiama negli Stati Uniti e gli affida il ruolo forse più importante per la sua carriera: il titolo del film è "Chamaleons" e si tratta, a detta di molti critici del settore, una delle più belle storie mai realizzate.

Tra il 1992 e il 1993 vince altri quattro "A.V.N. Award" a Las Vegas e due "Hot D' Or" a Cannes.

In occasione del premio di Cannes, nel 1993 conosce Rozsa Tassi (già Miss Ungheria), conosciuta in Italia con lo pseudonimo di Rosa Caracciolo. Con lei interpreta alcuni film, ma diverrà importante nella vita di Rocco soprattutto come moglie e madre dei suoi due figli.

Durante gli anni '90 Rocco si sente abbastanza maturo per iniziare una carriera dietro la macchina da presa. Lavora come regista e produttore arrivando a vincere nel 1996 un "Hot D' Or" come miglior regista esordiente.

L'enorme successo di Rocco Siffredi fa di lui un'icona del genere; va detto che molta della sua notorietà va attribuita alle notevoli dimensioni del pene: 24 cm di lunghezza e 16 cm di circonferenza.

Successivamente crea una propria casa di produzione, la Rocco Siffredi Production. Nel 1997 esce uno dei suoi più importanti e famosi film "Rocco e le Storie Tese I e II", ad alto costo di produzione (con Anita Dark, Anita Blonde, Rosa Caracciolo), e che vede l'eccezionale partecipazione del gruppo musicale Elio e le Storie Tese come simpatico e sonoro contorno a tutto il film.

Nel 1999 viene pubblicato un libro dedicato interamente alla storia di Rocco e del suo personaggio ("Il mito di un uomo italiano", Patrizia D'Agostino, Rocco Siffredi).

Copertina dell'eizione italiana di "Io, Rocco"

Rocco Siffredi recita poi in tre film che si discostano dal genere hard: nel 1999 è in "Romance", pellicola-scandalo di Catherine Breillat, nel 2001 in "Amorestremo" di Maria Martinelli, e nel 2004 in "Pornocrazia", sempre della Breillat.

Annuncia di voler abbandonare il mondo dell'hard e, dopo un breve calo di popolarità, nel febbraio del 2006 torna alla ribalta interpretando la pubblicità di una marca di patatine fritte dove è presente un'audace gioco di parole che vede proprio "patatina", come nomignolo alludente l'organo genitale femminile. Lo spot viene censurato dal Giurì di autodisciplina pubblicitaria per volgarità, indecenza e mercificazione della donna. Successivamente verrà girata una versione alternativa.

A lui nel 1998 Patrizia D'Agostino, dedica il volume - biografico e di costume - "Rocco Siffredi. Il Mito di un uomo italiano" (Castelvecchi). Nel settembre 2006 viene pubblicata una sua autobiografia dal titolo "Io, Rocco", per i tipi di Mondatori.

Nel 2015 Rocco Siffredi è uno dei più attesi partecipanti alla nuova edizione del reality "L'isola dei famosi".

 

Ho iniziato a fare film porno più di vent'anni fa, e quando mi hanno offerta l'opportunità di parlare di me attraverso un libro l'ho accolta con entusiasmo, perchè sicuramente è la migliore occasione che potessi immaginare.
Dedico, dunque. questo libro a tutti i miei fan con i quali, purtroppo, anche quando li incontro durante i miei viaggi, non ho mai tempo di parlare con calma. A tutti voi che avete sempre seguito ed apprezzato il mio lavoro.
Intendo darvi qui un'immagine franca e sincera dell'ambiente della pornografiae, al tempo stesso,offrirvene una descrizione meno caricaturaledi quella che abita le fantasie dell'immaginario comune.
Voglio trasmettervi la mia passione e la mia energia, ma soprattutto era da tempo che cercavo il momento per ringraziarvi di essermi stati accanto per vent'anni: tutti i film che ho fatto, che mi hanno dato piaceri ed emozioni che non dimenticherò mai, sono tanto miei quanto vostri.
Spero di cuore di esserci riuscito.

Epigrafe a Io, Rocco (Rocco par Rocco), 2006.

Le sequenze di inizio del film "Rocco e le Storie Tese"

Frammenti tratti da: "Rocco e le Storie Tese" con una Mitica versione di "John Holmes" con Rocco Siffredi al concerto del Foro Italico a Roma il 3 Luglio 1996.

Rocco, il trailer del docufilm su Rocco Siffredi diretto da Thierry Demaizière e Alban Teurlai.

Rocco Siffredi

Rocco, diretto da Thierry Demaizière e Alban Teurlai.
Rocco Siffredi è per la pornografia quello che Mike Tyson è per il pugilato: una leggenda vivente. Sua madre avrebbe voluto che si facesse prete e lui è diventato un attore porno con la sua benedizione, dedicando la sua esistenza ad un unico dio: il Desiderio.
Nell'arco dei trent'anni che ha dedicato alla professione, Rocco Siffredi ha esplorato tutte le fantasie dell'animo umano e si è prestato ad ogni sorta di trasgressione. Attore porno dal destino eccezionale, in questo documentario introspettivo Rocco si immerge negli abissi più reconditi della sua dipendenza dal sesso e si confronta con i suoi demoni. Per questo mostro sacro del sesso è anche giunto il momento di appendere i guanti al chiodo. Per girare l'ultima scena della sua carriera, Rocco ha scelto questo documentario. Una galleria di personaggi – parenti, amici, soci e professionisti dell'industria del porno – lo accompagnano fino a questa spettacolare uscita di scena, in un road-movie corale dall'atmosfera crepuscolare.
Dai pasti in famiglia nella casa di Budapest alle riprese di film pornografici a Los Angeles, dalle stradine italiane di Ortona alle ville americane della Porn Valley, il film ripercorre la storia di una vita ossessionata dal desiderio e offre uno sguardo in filigrana ai retroscena dell'industria del cinema porno, oltre allo scandalo e all'apparente oscenità. In un periodo in cui la pornografia emerge dalla clandestinità e invade il cinema tradizionale, la moda e l'arte contemporanea, è un universo a tutto tondo filmato da vicino quello che ci viene rivelato in uno stile impressionista.

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DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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