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9 ottobre 2018 2 09 /10 /ottobre /2018 09:19
Anne Rice, Angel, Longanesi, 2011

Anne Rice è considerata una delle più prolifiche "regine" della moderna letteratura vampirologica. Anzi, a lei spetta sicuramente didiritto il riconoscimento di aver introdotto nella letteratura la figura del vampiro che vive conflittualmente la sua condizione e che vorrebbe sempre poter mantenere la propria umanità, condividendo affetti e sentimenti con chi vampiro non è.
I vampiri di Anne Rice, così come le streghe (sua è la saga delle streghe Mayfair che - ad un certo punto - si intreccia con quella dei vampiri) e i suoi demponi, in generale suscitano simpatia e sono tali da diventare dei veri e propri emblemi di una vite vissute nel tormento, ma anche con la possibilità di una smisurata capacità di esplorazione del mondo, in funzione anche dell'immortalità che hanno conquistato: ovviamente accanto a questi personaggi ce ne sono altri orribilmente cattivi e questo è del resto nel gioco delle parti della narrazione. Ma - indiscutilbente a lei si deve la nascita della figura del "vampiro gentile" che verrà poi sviluppata in tutto un successivo filone della narrativa indirizzata alla platea dei cosiddetti "young adult" di cui la saga in quattro corposi volumi Twilight della fortunata scrittrice Stephenie Meyer è uno dei massimi esempi.
Le opere di Anne Rice sono sempre dei romanzi complessi, scritti in una prosa raffinata: e io li ho letti quasi tutti, a partire dal felice incontro con Intervista con il vampiro e con The Witching Hour (L'ora delle Streghe), felicissimo esordio della saga delle streghe Mayfair.

Angel (titolo originale: Angel Time, nella traduzione di Sara Caraffini), pubblicato nel 2011 da Loganesi (Collana "La Gaja Scientia) si discosta da tutte le sue precedenti opere (non essendo, tra l'altro, nemmeno collocabile in una delle sue saghe) e possiede ben due anime.
La prima riguarda una storia "angelologica". Un abile killer su commissione (che opera per conto di un'"organizzazione"), stanco della sua vita e sull'orlo del suicidio, viene salvato da un angelo (Malchiah) e istruito su di una missione che deve compiere "sotto copertura": una missione che gli darà una possibilità di riscatto dalle azioni precedenti. E viene inviato, dopo aver superato la fase dell'incredulità, in un passato lontano - nell'antica Norwich - per salvare un gruppo di ebrei dalla persecuzione e forse dalla morte.
Quindi, se da un lato, vi sono esposti alcuni temi propri della letteratura angelologica, dall'altro vi è un interessante squarcio su un remoto episodio del Medioevo inglese, riguardante la persecuzione e la demonizzazione degli Ebrei (che con facilità venivano accusati di uccidere i bambini gentili in sacrifici di sangue). Questa parte - come sottolinea Anne Rice - nella sua postfazione è supportata da materiale documentario su cui lei si è basata nella costruzione della storia.
La cornice storica è quella che portò all'espulsione totale degli Ebrei che si erano insediati nelle isole britanniche nel 1290: un decreto emanato da Re Edoardo I (per colpire soprattutto tutte le forme di usura) e, a quanto sembra, mai formalmente revocato.
Come al solito, Angel rispecchiando lo stile degli altri romanzi di Anne Rice, è scritto magnificamente, ma in alcune parti ha un ritmo lento.
La lettura della postfazione è di fondamentale importanza per consentire al lettore di conferire il giusto spessore storico alla narrazione ed io, personalmente, suggerirei ai lettori di consultarla prima di affrontare il testo e di considerarla quindi come una vera e propria prefazione.

Anne Rice

(Dal risguardo di copertina) Forse nemmeno lui ricorda più il suo vero nome, l'ha perso tanti anni fa insieme all'innocenza. Ora si fa chiamare Lucky the Fox, o Tommy Crane, o in cento altri modi, e il suo mestiere è uccidere su commissione. Un enorme dolore nel suo passato l'ha spinto su questa strada disperata, e uccidere è la sua sola missione. Ma in fondo al suo cuore è rimasto qualcosa del ragazzo che suonava divinamente il liuto e amava leggere Tommaso d'Aquino. E proprio il pensiero di quello che è stato e di quello che avrebbe potuto essere manda in crisi Lucky the Fox, e lo spinge al suicidio.
Se una vita non ha senso, meglio interromperla per sempre. Ma proprio quando tutto sembra perduto, entra in scena Malchiah, un angelo, che gli offre una seconda possibilità: viaggiare nel tempo, tornare nell'Inghilterra del XIII secolo, e salvare un'esistenza perduta del passato, riscattando l'ignominia del suo presente con un gesto nobile...
Dall'autrice che ha rinnovato la letteratura sui vampiri, un romanzo visionario e sontuoso sul nuovo fenomeno letterario: gli angeli.

L'autrice. Anne Rice ha ottenuto il successo internazionale con Intervista col vampiro, diventando un’autrice di culto della narrativa soprannaturale.
Fra le sue serie più famose ricordiamo le "Cronache dei vampiri" (Intervista col vampiro,Scelti dalle tenebre, La regina dei dannati, Il ladro di corpi, Memnoch il diavolo, Armand il vampiro, Merrick la strega, Il vampiro Marius, Il vampiro di Blackwood, Blood, Il Principe Lestat) e "Le streghe di Mayfair" (L'ora delle streghe, Il demone incarnato e Taltos, il ritorno), oltre a numerosi altri cicli minori.

Questo libro è un'opera di fantasia, ma eventi realie persone reali hanno ispirato alcuni degli eventie delle persone che compaiono nel romanzo.
Meir di Norwich è realmente esistito e un manoscritto dei suoi poemi in ebraico è conservato nei Musei Vaticani...
{Di lui] ... ne parla V. D. Lipman in The Jews of Medieval Norwich, pubblicato dalla Jewish Historical Society of London e che include anche le poesie di Meir nell'originale ebraico.
(...)
Come ha sottolineato uno studioso, non si può pensare agli Ebrei del Medioevo, solo in termini delle loro sofferenze. Fra gli eruditi ebrei figuravano molti grandi pensatori e scrittori quali Maimonide e Rashi, citati spesso in questo romanzo..

Dalla postfazione dell'autrice (pp.245-246)

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

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