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4 luglio 2015 6 04 /07 /luglio /2015 06:57
La democratizzazione delle vacanze al mare: quello che abbiamo perduto

(Maurizio Crispi) In tempi antichi - ma non antichissimi - il mare come svago e come vacanza era appannaggio di pochi.
Possiamo dire certamente che l'invenzione delle "vacanze al mare" risalga ai primi decenni del Novecento e che questa invenzione abbia creato le premesse di un processo (prima lieve nel suo evolversi, poi sempre più celere - con effetti quasi a valanga) di espropriazione dell'esperienza di rapporto con il mare da parte di poche élite.
Possiamo ricordare che il nuotare in mare (e in altri specchi d'acqua tranquilla) sia stata praticata soprattutto dalle avanguardie del romanticismo come esperienza salutistica da un lato, ma per altri versi anche mistica.
Si veda - a questo riguardo - il brillante - ed interessante saggio di Charles Sprawson, L'ombra del massaggiatore nero. Il nuotatore, questo eroe (Adelphi), comparso per la prima volta in traduzione italiana nel 1992 e ristampato nel 2000. L'autore, egli stesso nuotatore esplora in una serie di emozionanti capitoli il rapporti di letterati e scrittori con l'acqua come elemento primigenio e la loro passione per il nuotare in ogni acqua si imbattano (mare, fiumi, sorgive, laghi) anche al prezzo di mettere a repentaglio la propria vita.
Questi nuotatori, di un tempo in cui ancora non era stato avviato il processo culturale (e consumistico) che avrebbe portato alle odierne vacanze al mare di massa, si acocstavano al nuotare con atteggiamento rispettoso, esaltante e mistico al tempo stesso.
La loro era un'attività di privilegiato rapporto con la Natura che andava fatta in solitudine o, al massimo, in silenziosa condivisione con pochi altri privilegiato che condividessero lo stesso atteggiamento.
E, naturalmente, in questo loro approccio mistico-estatico c'era un filo rosso che li connetteva direttamente alla mitologia e al mondo dell'antichità classica.
Oggi, specie da noi in Italia, è diventato un compito ingrato e difficile: viene voglia spesso e volentieri di rinunciare oppure di andare in luoghi di mare solo per rapidamente immergersi nuotare ed andare via.
Tutti i luoghi di mare sono invasi da folle vocianti, per le quali ciò che conta sono l'intrattenimento, il divertimento, lo schiamazzo, la tintarella e l'esibizione di se stessi (nel bene e nel male, visto che ad esporsi allo sguardo impietoso altrui sono anche pacchioni di ippopotamica stazza.
Si devono solcare folle sgradevoli, dalle quali si leva il pesante afrore degli oli solari, generosamente spalmati sui corpi, tappetti di corpi immobili a prendere la famosa e super-elogiata tintarella.
Spiagge brulicanti di corpi, il mare invaso da "bagnanti" il cui unico approccio con il mare è quello di stare "a bano", in piedi, immersi dalla vita in giù, per ore e ore, il più delle volte a conversare con i propri simili.
E le acque che d'inverno e sino alla primavera sono cristalline si fanno torbide e giallognole per le immense quantità di piscio che questi bagnanti statici vi riversano, durante i loro ozi a bagnomaria.
Gente a cui dello pratica sportiva come approccio mistico alla natura non gliene frega niente, perché simili intuizioni non sono arrivate nemmeno all'anticamera del loro cervello: folle oceaniche, dominate da ignoranza e da totale assenza di senso estetico, un pabulum fertile per l'innesto di luoghi comuni e di rappresentazioni pompate dal sistema mediatico.

Un tempo la più nota località balneare di Palermo, il lido di Mondello Valdesi, era un posto per poche élite soltanto: e cioè per tutti i villeggianti che si insediavano nelle villette estive costruite grazie alla bonifica delle acque stagnanti che prima caratterizzavano tutta la zona e della conseguente lottizzazione di terreni diventati improvvisamente appetibili.

Sino alla II Guerra Mondiale e negli anni della ripresa postbellica, Mondello ebbe ancora la caratteristica di luogo elitario, mentre la maggior parte dei Palermitani si recavano al mare sui litorali fuori porta in direzione di Messina.
Poi, sia a causa del degrado di quei litorali e dell'inquinamento ambientale cui furono sottoposti, tutti scoprirono Mondello, in presenza anche di un altro fenomeno essenzialmente culturale.
Sino ad un certo punto la stagione marina dei Palermitani (almeno della maggior parte) andava dal 15 luglio (Festino di Santa Rosalia) ai primi di settembre (in concomitanza con la festa in calendario di Santa Rosalia). Prima e dopo, niente.
Ed erano sempre le élite ad avere, prima e dopo, il monopolio del mare e dei litorali.
Il terzo fattore che ha contribuito alla democratizzazione estrema delle spiagge e di quella di Mondello in particolare, è stata ovviamente l'incremento della motorizzazione individuale e lo sviluppo di una capacità di spostamento autonoma, prima mai vista.
In-cultura di massa, promozione pubblicitaria, ignoranza hanno fatto il resto.
Forse sono troppo drastico in questo mio punto di vista, ma tutto ciò è alla base del mio rifiuto sempre più marcato nel corso degli ultimi anni di andare d'estate n qualsiasi posto di mare e nella mia fobia nei confronti di Mondello (ci vado sì, ancora oggi, ma con molto meno piacere e per necessità, più che altro).
Ricordo invece l'autentica gioia di quando ci andavo al termine delle mie mattinate di studio da universitario (una rapida corsa in moto di non più di dieci minuti per essere già sul posto, per una nuotata rinfrescante: anche allora, benché le cose avessero preso a cambiare, si respirava l'atmosfera di un tempo: quella della possibilità di un rapporto assolutamente unico tra te e la natura.

Forse, qualcuno riterrà che alcune delle mie parole siano antidemocromatiche e non politicamente corrette. Certamente non sono popolustiche, né demagogiche, e potrebbero essere tacciate di aristocraticità anacronistica.

Ebbene sì, se proprio volete attribuire un'etichettà a qesto mio pensiero, quella dell'aristocraticità potrebbe andar bene: ma non quello dell'aristocraticità becera, legata al privilegio e a titoli cui oggi non crede più nessuno, ma a quella condizione di colui che si pone in una posizione in cui privilegia nel rapporto con la vita il senso estetico e la ricerca in tutte le cose di una sorta di misura aurea: e, se si è animati da questo afflato interiore, oggigiorno, non si può non essere dominati da un forte sentimento di nostalgia di fronte alla rovina che ci circonda e alla perdita di una sempre più lontana età dell'oro.

 

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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