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Una bella lettura indubbiamente è stata quella del romanzo di Daniele Mencarelli, Tutto chiede salvezza (Mondadori, 2020 e 2022) che ho condotto in parallelo con la visione delle due stagioni omonime che ci ha offerto Netflix.
La prima stagione assolutamente aderente, nel ritmo narrativo e nei personaggi al testo originario; la seconda invece come sequel appositamente studiato per il piccolo schermo e l'home video.
Il romanzo è più duro di quanto non appaia la serie Netflix, condita - tra l'altro - con il sorgere di una storia d'amore tra Daniele ricoverato ed una paziente, affascinante, nell'ala femminile.
Un unico difetto: la storia per quanto fondata su esperienze vissute in prima persona dall'autore non è del tutto veritiera rispetto al reale. La situazione che vi viene presentata, quanto a tipologia di degenti presenti nel repartino di psichiatria è più simile a quella di pazienti che si potrebbero incontrare in una CTA (Comunità Terapeutica Assistita) per pazienti psichiatrici.
La situazione appare, quieta e tranquilla, e gli avvicendamenti avvengono con ritmi lenti e pigri.
Daniele si ritrova ricoverato in TSO e vive questi sette giorni, passando da una dimensione di cinico ed inquieto rifiuto ad una di accettazione e di maggiore comprensione, mostrando alla fine di avere tratto da quest'esperienza un ammaestramento prezioso.
E forse troverà anche qualcosa negli altri (e in sé) che potrà servirgli nella sua vita futura, un giorno.
Avrà anche imparato ad ascoltare gli altri, mettendo da parte se stesso.
Penso che, nella realtà, purtroppo, le cose non vadano esattamente in questo modo, ma in ogni caso - a parte la sua lieve distorsione rispetto al vero - la narrazioni è fruibile, gradevole e coinvolgente, forse un pizzico buonista: e quest'aspetto nella serie Netflix verrà amplificato al massimo.
(soglie) Finalista al Premio Strega 2020 - Vincitore del Premio Strega Giovani 2020 - Finalista al premio Viareggio-Rèpaci 2020, sezione Narrativa - Finalista al Premio Wondy per la letteratura resiliente 2021
Dopo l'eccezionale vicenda editoriale del suo libro di esordio (premio Volponi, premio Severino Cesari opera prima, premio John Fante opera prima) Daniele Mencarelli torna con una intensa storia di sofferenza e speranza, interrogativi brucianti e luminosa scoperta.
"Salvezza. Per me. Per mia madre all'altro capo del telefono. Per tutti i figli e tutte le madri. E i padri. E tutti i fratelli di tutti i tempi passati e futuri. La mia malattia si chiama salvezza"
(Risvolto) Ha vent'anni Daniele quando, in seguito a una violenta esplosione di rabbia, viene sottoposto a un TSO: trattamento sanitario obbligatorio. È il giugno del 1994, un'estate di Mondiali. Al suo fianco, i compagni di stanza del reparto psichiatria che passeranno con lui la settimana di internamento coatto: cinque uomini ai margini del mondo. Personaggi inquietanti e teneri, sconclusionati eppure saggi, travolti dalla vita esattamente come lui. Come lui incapaci di non soffrire, e di non amare a dismisura.
Dagli occhi senza pace di Madonnina alla foto in bianco e nero della madre di Giorgio, dalla gioia feroce di Gianluca all'uccellino resuscitato di Mario. Sino al nulla spinto a forza dentro Alessandro. Accomunati dal ricovero e dal caldo asfissiante, interrogati da medici indifferenti, maneggiati da infermieri spaventati, Daniele e gli altri sentono nascere giorno dopo giorno un senso di fratellanza e un bisogno di sostegno reciproco mai provati. Nei precipizi della follia brilla un'umanità creaturale, a cui Mencarelli sa dare voce con una delicatezza e una potenza uniche.
Proposto per il Premio Strega 2020 da Maria Pia Ammirati: «Daniele Mencarelli ha cominciato come poeta, quando nel 2018 ha scritto il suo primo romanzo, "La casa degli sguardi", ha portato nella narrativa la densità e la plasticità della parola poetica. Una parola che diventa discorso umano, sorretto dalle vibrazioni di una scrittura potente e creaturale. Con "Tutto chiede salvezza" Mencarelli conferma di essere uno scrittore unico e maturo. Partendo da un'esperienza personale – i sette giorni di Trattamento sanitario obbligatorio a cui è stato sottoposto quando aveva vent'anni – scandaglia il buio della malattia mentale alla conquista di un'umanità profonda e autentica, la sua e quella dei suoi compagni. La cura profonda non può che essere affidata alla parola, unico e salvifico "pharmakon".»
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L'autore. Daniele Mencarelli nasce a Roma, nel 1974. Le sue poesie sono apparse su numerose riviste letterarie e in diverse antologie tra cui L’opera comune (Atelier) e I cercatori d’oro (clanDestino). Le sue raccolte principali sono: I giorni condivisi, (clanDestino, 2001), Guardia alta (La Vita felice, 2005).
Con nottetempo ha pubblicato Bambino Gesù (vincitore del premio Città di Atri, finalista ai premi Luzi, Brancati, Montano, Frascati, Ceppo) nel 2010 e Figlio nel 2013. Sempre nel 2013 è uscito La Croce è una via, Edizioni della Meridiana, poesie sulla passione di Cristo. Il testo è stato rappresentato da Radio Vaticana per il Venerdì Santo del 2013. Nel 2015, per il festival PordenoneLegge con Lietocolle, è uscita Storia d'amore. Del 2018 è il suo primo romanzo La casa degli sguardi, Mondadori (premio Volponi, premio Severino Cesari opera prima, premio John Fante opera prima), nel 2020 esce sempre per Mondadori, Tutto chiede salvezza, da cui viene tratta un omonima serie Netflix di successo. Tra gli altri titoli Sempre tornare (2021 - candidato al Premio Europeo della Letteratura 2022), Fame d'aria (2023), Degli amanti non degli eroi (2024), Brucia l'origine (2024).Tutto chiede salvezza
«Quando un poeta si mette a scrivere un romanzo e ha una storia fortissima da raccontare il risultato è un piccolo capolavoro»
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