Questo scrissi il 9 novembre del 2017.
Ritrovato questo frammento vagante all'interno delle "memorie" di Facebook, riemerso come il frammento di un naufragio
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Sapore di ferro in bocca
Macchie nere che danzano sulla retina
e sudorazione fredda in fronte
L'umido del mattino mi penetra nelle ossa
Barcollo, preso da subitanea vertigine
E' il presagio d’una fine?
Intanto, un gabbiano mangia un topo
- o forse si tratta di una pantegana -
becchettando con decisione
il piccolo cadavere
trattenuto dai suoi artigli fieri
e, dopo aver lacerato il corpicino,
ne ingolla pezzi interi
Una declinazione della wilderness metropolitana
prima dell’invasione dei cinghiali e degli orsi
Un cane di passaggio si attizza,
avvertendo di questo fiero pasto
una densa traccia olfattiva,
e vorrebbe prendervi parte,
ma il gabbiano con abile mossa
vola via tenendo la sua preda,
già cadavere, per la coda
Anche i gabbiani nelle città
sono adesso nostri commensali
Confortato da ciò che ho visto,
sono andato via,
di nuovo con gambe salde
È un nuovo giorno,
nato sotto una buona stella
(Palermo, 9 novembre 2017)
Diciamo pure che i gabbiani nelle città alzano sempre più il tiro, assumendo sempre di più l’habitus di super-predatori.
È recente la notizia di cronaca di un cane di piccola taglia che sarebbe stato catturato al volo da un gabbiano, a Napoli.
I tetti sommitali dei nostri palazzoni sono diventate le scogliere dove i gabbiani prendono dimora semi-abituale.
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