Questa è sicuramente una notizia preoccupante, passata in TV nella rubrica Leonardo di RAI3 (il 13 ottobre 2011): sarebbe stato fatto rivivere in laboratorio il bacillo della peste nera, esattamente il ceppo di Yersinia Pestis che nel XIV secolo determinò in Europa una letale epidemia di peste, fortemente aggressiva e rapidamente mortale, tanto che la popolazione dell'Europa, ne venne rapidamente debellata.
Il bacillo, in laboratorio, è stato ottenuto a partire da materiale biologico di quattro corpi esumati da una sepoltura che, in Inghilterra, era stata predisposta per accogliere coloro che fossero morti della letale e spaventosa pestilenza del 1347.
Abbiamo di recente visto il film "Contagion" (2011) che sviluppa con accenti catastrofici il problema della diffusione incontrollata di malattie infettive di cui non si conosce la cura e per i quali non esistono vaccini efficaci.
C'è da chiedersi, perchè nll'era della globalizzazione che comporta spostamenti rapidi e veloci in tutto il globo terracqueo e molteplicità degli scambi, degli scienzati (sarebbe poco dire "folli"?) decidono di operare su di un agente batterico temibile che ha causato una devastante epidemia in un lontano passato?
E se l'esperimento sfuggisse al controllo?
Spesso da parte di chi opera in questi ambiti c'è l'illusione del controllo e della sicurezza totale.
Ma spesso si aprono nel sistema improvvise ed insospettabili falle perchè le variabili sono molteplici e non è possibile mai prevedere tutte le evenienze.
Incrociamo dunque le dita e auguriamoci che tutto vada per il meglio.
Approfondimento su Wikipedia, con un approfondimento proprio sulla peste nera del 1347