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30 maggio 2013 4 30 /05 /maggio /2013 10:27

Paco Ignacio Taibo ci regala una nuova avventura delle salgariane Un gruppo di scrittori latino-americani che spaziano dal Messico (Ignacio Paco Taibo II) al Cile, all'Uruguay e all'Argentina (il cileno Francisco Coloane, per citarne uno, oppure Daniel Chavarria) alcuni fa, all'inizio degli anni Novanta del secolo scorso, si riunirono e diedero vita ad un manifesto letterario che li accomunasse. Assieme a loro anche il nostro Pino Cacucci, traduttore di molti loro e appassionato esploratore delle realtà latino-americane.
Questo circolo letterario riconobbe, nella compilazione del proprio manifesto, che Emilio Salgari dovesse considerarsi uno dei loro padri fondatori, non solo per il suo interesse polarizzato sulle storie di avventure, di marineria e di esplorazione, ma anche per una sua vocazione anti-imperialista, mai espressa consapevolmente eppure individuabile in molte delle sue opere.

Una sua rilettura moderna in questa chiave ha infatti molto da offrire.
E, d'altra parte, poiché
Emilio Salgari ebbe un'inaspettata fortuna nei paesi di lingua spagnola (molto più che nei paesi anglosassoni, dove ebbero maggiore diffusione le storie di Karl May, analogo di Salgari nella Germania della seconda metà del XIX secolo), accadde che lo stesso Che Guevara, negli anni della sua formazione giovanile, si nutrisse anche di letture salgariane.
Paco Ignacio Taibo II (spagnolo, ma messicano di adozione sin dal 1959, quando la sua famiglia fuggì dalla Spagna per sottrarsi alla dittatura di Franco) in anni più recenti ha deciso di dar corpo a questo riconoscimento a "Capitan" Emilio Salgari, scrivendo un romanzo in cui tornano a distanza di molti anni e impegnati in una nuova avventura di marca decisamente "anti-imperialista" contro una holding internazionale d'antan le Tigri della Malesia, Sandokan e Yanez de Gomera in testa (ma ci sono anche molti degli altri eroi del "Ciclo della Giungla" e molti nuovi personaggi, oltre a vari altri soggetti storici che in modi indiretti (per lettera) o talvolta diretti (vedi ad esempio tra le Tigri e Rudyard Kipling) si trovano ad interagire con le "Tigri".
Il romanzo, intitolato "Ritornano le Tigri della Malesia (più antimperialiste che mai)", è stato pubblicato nel 2011 da Marco Tropea Editore.
E' un vero e proprio invito a nozze per gli appassionati delle storie di Emiliio Salgari che troveranno un romanzo di un grande scrittore, scritto in modo "profondamente " salgariano, alla luce della profonda conoscenza che lo stesso ignazio Paco Taibo ha acquisito degli stilemi salgariani e dello spirito che permea i suoi romanzi.
Proprio all'esordio della sua prefazione, lo scrittore rivela di aver letto ben 63 romanzi di Emilio Salgari, uno di più di quanti ne avesse letto Ernesto Che Guevara.
Paco Ignacio Taibo confessa nella sua prefazione che, dopo aver scartato l'idea di una "professionale" fase preparatoria al romanzo, includente delle ricerche storiche approfondite ed anche dei sopraluoghi nelle diverse location che avrebbe voluto utilizzare, giunse alla conclusione che sarebbe stato molto meglio (e più genuino) costruire il suo romanzo utilizzando lo stesso metodo "artigianale" di Emilio Salgari, condito di molta fantasia, di grande passione e di qualche ricerca su scalcagnate enciclopedie.

E occorre riconoscere che in termini di stilemi ed intreccio il risultato è stato davvero eccellente sia in termini di intreccio, sia quanto ai diversi personaggi introdotti, sia quanto allo spirito che permea le pagine della sua opera.
E, quindi, da appassionato salgariano quale sono non posso che applaudire alla sua opera, dopo averla "degustata" con grande piacere.

Non poterva mancare nella copertina brossurata un'illustrazione in policromia di Giuseppe Turcato, uno dei grandi illustratori italiani delle opere di Emilio Salgari.

 

(Dal risguardo di copertina) Il portoghese Yanez de Gomera e il principe malese Sandokan vedono minacciati i loro beni, le loro stesse vite e quelle dei loro amici quando subiscono l'attacco di una misteriosa forza maligna che si manifesta attraverso una nebbia verde e lascia dietro di sé una scia di cadaveri. I due vecchi pirati libertari sono allora costretti a richiamare a raccolta le Tigri della Malesia per intraprendere quella che si presenta come la più pericolosa delle loro avventure. Una vera e propria discesa agli inferi su un'imbarcazione che porta il nome di La Mentirosa.
Ben presto incontreranno Friedrich Engels, il professor Moriarty, sottomarini minacciosi, società segrete cinesi, Rudyard Kipling, i postriboli della Cambogia, gli orangutan del Borneo, trafficanti di schiavi, una sopravvissuta della Comune di Parigi, fondamentalisti islamici, filologi greci, la flotta militare britannica, filosofi stoici, piante carnivore, messaggi cifrati, banchieri filippini alleati di José Marti, spie antimperialiste... Paco Ignacio Taibo II sceglie di scrivere, sotto forma di pastiche, un nuovo capitolo della saga salgariana. Un intreccio di avventura, sesso e politica, dove coesistono lo spirito ribelle e antimperialista del narratore, l'attenzione alla Storia e i grandi modelli del feuilleton ottocentesco.

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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