Ho ricevuto e ospito volentieri qui il commento di Angela Anello sul recente film di Giuseppe Tornatore, "La Migliore Offerta" (2012).
(Angela Anello) Il film è stato magistralmente eseguito. E' bene sottolineare che questo film, anche se girato in lingua inglese e con attori stranieri, è stato scritto, diretto, montato, fotografato, scenografato, musicato e soprattutto prodotto da un team tutto italiano.
Ho forse qualche riserva solo sulla colonna sonora. Le note di Ennio Morricone, francamente, infatti, hanno smesso ormai di emozionarmi: sono fin troppo convenzionali e collaudate nella sequela dei film tornatoriani. Il cast è eccezionale: Geoffrey Rush nei panni del protagonista Virgil Oldman, è superbo.
Il soggetto del film mi ha dato diversi spunti di riflessione.
Ancora una volta Giuseppe Tornatore dedica un film alla solitudine dell’uomo a contatto con l'arte. Non troviamo i baci consolatori dei film di Nuovo Cinema Paradiso, non le dolci note della musica da pianoforte della Leggenda del pianista sull'oceano, bensì dipinti d’autore.
La migliore Offerta è la storia dell'antiquario e valente battitore d'aste, Virgil Oldman, un uomo egoista, e della vendetta di Billy, che è invece un uomo svilito e umiliato.
Virgil è un uomo che si è isolato volontariamente dagli altri e che non si interessa degli altri. Sono prova di ciò la simil-amicizia con il suo complice Billy, l'ignoranza della vita privata dei suoi più vicini collaboratori, la difficoltà iniziale a comunicare con lui anche di Claire Ibbetson, la sua ultima e strana committente.
E' un uomo preso da se stesso, che teme e rifugge gli altri frapponendo fra loro e sé guanti, filtri di impiegati e casa-bunker.
L'unico essere umano con cui sembra avere un rapporto è Billy, ma di questi non ha mai voluto vedere la produzione artistica, umiliandolo e innescando in lui un desiderio di vendetta.
E' Billy sicuramente l'artefice della grande truffa, l'unico che può aver avuto i mezzi economici e culturali per costruirla, l'unico che lo conosce veramente, che conosce la sua collezione segreta e che può riescire a scardinare la sua difensiva attraverso l'amore, il solo campo in cui il super-esperto è un analfabeta.
Gli altri personaggi si rivelano - alla fine - minori e soltanto dei mezzi per attuare il piano della vendetta.
Il finale si conclude con la vittoria di Billy: l'unico ritratto di donna che resta a Virgil è opera sua.
Quella di Billy non va interpretata soltanto, a mio avviso, come una truffa, bensì vera e propria lezione di vita.
Durante quei 18 mesi d'inganno (l'arco di tempo in cui si sviluppa la vicenda) il protagonista effettivamente impara a "vivere".
Conosce il sapore dell'amicizia, dell'amore, della famiglia, della passione; dorme per la prima volta con una donna, pur non riuscendo a prender sonno.
Vive un'epifania della sua umanità recondita.
Leggendo il libretto omonimo di Giuseppe Tornatore (Sellerio Editore Palermo, 2012), ci si rende conto che il finale è certamente amaro, triste ma non tragico: e, per comprenderlo, si potrebbe, forse, far riferimento al dilemma di Godard in "Fino all'ultimo respiro" tra il dolore o il nulla.
Billy ha scelto per Virgil... così come Alfredo scelse per Totò, privandolo dell’amore giovanile in vista di quello talentuoso per il cinema.
Si può condividere, certamente, quanto rilascia Giuseppe Tornatore in un’intervista parlando di rinascita di un uomo, poichè indubbiamente siamo dinanzi alla costruzione di un uomo (e a ciò farebbe, non a caso, allusione il montaggio dell'automa che tuttavia rilancia a pieno il tema della contraffazione e della finzione).