(Maurizio Crispi) Andrea Camilleri si lancia con Magarìa (pubblicato da Mondadori nella collana "Contemporanea, 2013) nella narrativa favolistica per l'infanzia (ma non solo, ovviamente).
Non si tratta tuttavia di una novità assoluta, poiché il semplice testo fu pubblicato per la prima volta su "L'Unità" il 18 dicembre 2005, quale strenna di Natale per i fedeli lettori.
Rivede ora la luce in volume, arricchito dalle solari e policrome illustrazioni di Giulia Orecchia.
E' la storia di un nonno e di una bambina che hanno la consuetudine a passeggiare tra i fichi d'india e sulla riva del mare, mentre il nonno racconta alla piccola Lullina, la sua "picciliddra", delle belle favole.
Ma un giorno Lullina è distratta ed ha in mente una storia più bella: sicché, in un rovesciamento di ruoli, sarà lei a raccontare al nonno, che però non le crede , perchè si parla di un incontro fantastico (che Lullina dà per reale) e di parole magiche che consentono di sparire e poi di ritornare.
"Firiri, borerò, parupazio, stonibò, qua non stò".
Questa è la prima parte della formula magica di cui parla Lullina che - non stando nella pelle per l'eccitazione - vuole mettersi alla prova, seduta stante.
Ed ecco che pronunciate le magiche parole, la picciliddra scompare e il nonno rimane da solo.
Vane sono le le sue ricerche, vane sono quelle dei Carabinieri che il nonno chiama sul luogo della scomparsa della picciliddra.
Anzi, di più, il povero nonno frastornato non viene creduto ed è, seduta stante, accusato della scomparsa della piccola ed imprigionato.
E poi? Come va a finire la storia?
Non si può raccontare, ma si può dire soltanto che Camilleri regala ai suoi lettori ben tre possibili finali.
E ognuno potrà scegliere quello che preferisce.
Il volume è impreziosito dai disegni di Giulia Orecchia che, per le sue illustrazioni di volumi per l'infanzia, ha vinto il Premio Andersen - Il mondo dell'infanzia per ben tre volte.
La storia è narrata con quella prosa intessuta di quei sicilianismi (non strettamente pertinenti al dialetto siciliano in senso stretto, ma liberamente ispirati ad esso) che tanto hanno deliziato gli appassionati lettori di Camilleri.
Certamente, si ha un ulteriore conferma anche con questo volume che Camilleri sia un ottimo intrattenitore e narratore di storie, senza peraltro raggiungere mai delle vette sublimi: uno scrittore di successo che ha fatto della scrittura un mestiere più che un arte.
Ma in ogni caso - potrà piacere o no - la sua prolificità è davvero fonte di meraviglia.
Ai posteri l'ardua sentenza.
(Dal risguardo di copertina) A Lullina piace moltissimo passeggiare con il nonno e ascoltarlo mentre racconta storie incredibili inventate apposta per lei. Ma un giorno il nonno si accorge che la sua picciliddra è distratta e pensierosa e quando le chiede cosa non va lei confessa: tutto dipende da un sogno, il più bizzarro e stravagante che abbia mai fatto. Un omino minuscolo, tutto vestito di giallo, le ha rivelato la formula magica per far scomparire le persone, e Lullina muore dalla voglia di fare una prova! Fi ri ri ri, borerò, parupazio, stonibò, qua non sto: appena le sette parole misteriose escono dalla sua bocca la bambina scompare. Prima incredulo e poi disperato, il nonno si mette a cercarla dappertutto, invano. Possibile che quelle sette parole mammalucchigne abbiano sprigionato una magia tanto potente? Provare per credere! In questa favola sorprendente, con tre possibili finali, il Maestro Andrea Camilleri celebra la fantasia e la curiosità dei bambini. Nelle smaglianti illustrazioni di Giulia Orecchia risplendono i colori di una Sicilia piena di fascino e magia. Età di lettura: da 8 anni.