L'essere di nuovo padre a distanza di tanto tempo - nel mio caso dopo quasi vent'anni dalla nascita del mio primo figlio Francesco - è un'esperienza unica: un'esperienza che, nei giorni passati, mi sono ritrovato a vivere pienamente minuto dopo minuto
Proprio in questi giorni il nostro "babacino" Gabriel Francis Luca si sta addentrando nella sua 4^ settimana di vita.
Che cosa sto imparando io dal vederlo crescere giorno dopo giorno, ora dopo ora?
Tantissime cose.
Ad esserci.
Ad essere presente
A condividere
A non fuggire, pensando sempre ad altro.
Cose che purtroppo hanno contraddistinto la mia prima esperienza.
E' vero, a quel tempo lavoravo.
E' vero, c'era mia madre sempre più anziana e non volevo staccarmi da lei del tutto.
A volte per essere liberi dai nostri genitori (ma anche per poterli amare sino in fondo per quello che sono stati e per trarre qualcosa dalla lezione di vita che hanno tentato di trasmetterci, non consapevolmente), loro non devono esserci più.
E tante volte quando siamo giovani sbagliamo e facciamo le cose in modo superficiale ed egoista, credendo di essere nel giusto.
Ma anche il lavoro spesso era un alibi per pensare ad altro e per fuggire lontano.
Correvo e la corsa era anche un modo per continuare a fuggire.
I viaggi di corsa fatti in solitaria erano pur sempre una fuga: una fuga dall'ihic et nunc, dal momento presente che è l'unico in fondo dal quale possiamo trarre la pienezza del vivere quotidiano e la gioia della condivisione.
Fuggendo, ho perso tanto cose che non mi saranno restituite.
Ora ne sto trovando altre.
Ma non le avrei potute trovare se non avessi vissuto pienamente e sino in fondo i miei errori.
E se ho fatto degli errori, dei quali posso soltanto scusarmi e chiedere perdono, non sarei oggi quello che sono.
La vita è una severa maestra e a, volte, ti (ci) concede una seconda possibilità.
A me l'ha concessa e non posso che provare gratitudine per questo.
E questa profonda gratitudine la sento nei confronti di chiunque o qualunque sia stato ad avermela concessa: dio, fato, destino, caso o necessità.
(Maureen Simpson) What a wonderful, deeply felt, generous description of yours - and am happy to say: ‘our’ - story. I think sometimes in this world, we describe life according to dates and events and we label them achievement or failures and put them into boxes to be hidden or to be viewed. But our soul's life is less linear, it’s about emotions and insights and experiences. You remind me, so often in what you write, and in your pictures, and the way you are! - that to be brave enough to look inside ourselves, and then be free to imagine and dream is what creates the real memories and makes life truly alive and connected, in all it’s colours and seasons. Maybe when we do that, even for a while, we find our path, and the stars come out and circles form, and we know that the path feels right!
Every day, Gabriel (Babacino !!) and me feel eternally privileged and fortunate to be able to share in this journey with you. Thanks you for doing the writing!!
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