Tutti si chiedono perchè Tinto Brass non si sia mai cimentato come regista di una pellicola hard: certamente avrebbe trasfuso la sua passione sfegatata per l'erotismo in un film di buona fattura sotto il profilo estetico, creando delle pellicole porno estetizzanti alla maniera dell'americano Andrew Blake, con in più il contorno di una storia ben congegnata e non semplicemente una scarna trama abborracciata a far da pretesto.
Non l'ha mai fatto, tuttavia, per opportunismo o perchè non ne ha avuto il coraggio forse. E' rimasto come sulla soglia del genere come regista di difficile catalogazione, in cui l'erotico, per quanto spinto, lascia il fruitore smaliziato di oggi, abituato a ben altre rappresentazioni in diretta della sessualità nella versione hard (o a "luci rosse"), con qualche delusione e con il desiderio di poter vedere "oltre".
Ho scoperto di recente due piccoli pamphlet firmati da Tinto Brass e pubblicati entrambi dalla casa editrice Tullio Pironti.
Il primo è tipico della poetica di Tinto Brass e del suo modo di guardare il corpo femminile, dal titolo Elogio del Culo (2006), sacaturito da una sorta di commissione fatta dall'editore a Tinto Brass. "Chiedo a Tinto Brass di scrivermi un elogio del fondoschiena e lui accetta entusiasta. Mi impone, però, di inserire all'interno del libretto un fascicolo contenente una decina di immagini [di attrici che hanno recitato nei suoi film, mostrando generosamente i propri fondoschiena] «Pironti, ho dei culi stupendi! Non possiamo non metterli!». Come potevo dirgli di no?" - così racconta l'editore Pironti.
Il più recente è l'"Elogio della donna erotica" (2008) che si propone come un racconto per mezzo del quale Brass sembra voler respingere l'accusa che spesso gli è stata rivolta dalle femministe: quella di riservare alle protagoniste dei suoi film il ruolo di donna "oggetto".
La protagonista è Ninfa, una donna disinvolta, autonoma, intraprendente, libera da alibi romantici o sentimentali, che prende l'iniziativa e conduce il gioco, non oggetto di piacere ma soggetto di desideri e passioni e che vive con trasporto e con gioiosità, dando vita nei brevi e nervosi capitoletti a delle vere e proprie scenette hardcore. Insomma il porno osteggiato dalle femministe e di cui Tinto Brass cerca di liberarsi, cacciato dalla porta, rientra dalla finestra.
Qui, Tinto Brass, sviluppa il tema della pratica del sesso disinibito, al di fuori di lacci e lacciuoli e delle rigidità delle convenzioni sociali, e lo celebra come ricerca di una "sana botta" di gioia di vivere.
Una lettura esile e, ciò nondimeno, piacevole.
Il libricino è corredato, in coda al racconto, di dodici tavole erotiche di Salvatore Ciaurro.
Il risultato? Un libricino raffinato.