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28 gennaio 2014 2 28 /01 /gennaio /2014 07:58

L'Alchimista nella lettura di Elena Cifali. Dopo tanto cercare, si può scoprire che ciò che desideravamo trovare era già dentro di noi(Elena Cifali) Ho ricevuto un regalo un paio di settimane fa in un carinissimo ristorante di Ragusa Ibla, mentre aspettavo che mi venisse servita la pizza come cena prima della maratona del giorno dopo.

Due libri: L’Alchimista di Paulo Coelho e L’Arte di scrivere Zen di Natalie Goldberg.

A regalarmeli sono stati i miei amici Maureen Simpson e Maurizio Crispi.

Loro conoscono la mia passione per i libri e, negli ultimi mesi, stanno nutrendo la mia mente con tutto ciò che possa essermi utile da “portare lungo il Cammino”.

Qualche giorno dopo, ho iniziato a leggere L’Alchimista che è arrivato in un periodo particolare della mia vita, non in un momento qualsiasi, ma in un momento di crescita.
Sebbene qualcuno potrebbe storcere il naso pensando che a 40 anni suonati la maggior parte della crescita nella vita una donna sia già avvenuta, io sento che questo è il momento in cui sto iniziando la ricerca di qualcosa che so non finirà mai più.

Conobbi Coelho leggendo –alcuni anni fa- il “Manuale del Guerriero della Luce”, poi fu la volta di “Undici minuti”, cui seguì “Il Cammino di Santiago”.

Tutte le volte che leggo Coelho ho l’impressione che lo scrittore si rivolga a me, non ad un pubblico vasto e variegato di lettori ma proprio ad Elena Cifali.

Le sue parole entrano dentro la testa ed inducono alla riflessione, quasi volesse convincermi che ciò dice è sacro.
Il testo è sempre semplice e scorrevole ma in più occasioni mi sono soffermata a leggere e rileggere alcuni paragrafi che ritengo davvero significativi.

Il testo, affascinante e suggestivo, tocca argomenti a me cari come la realizzazione dei sogni, della “Leggenda Personale”: ovvero - come la chiama l’autore - quella caparbietà nel realizzare ciò che si desidera fare.

Potrei dire che questo libro mi ha insegnato molte cose ma, in realtà, tutto ciò che ho letto lo sapevo già, avevo solo necessità di ricordarlo.

Realizzare i sogni non è mai cosa facile e semplice, perché il loro perseguimento necessita di sacrifici e rinunce, tanto forti e pesanti da far perdere –in qualche caso- di vista l’obiettivo e desistere dal compimento di tutte quelle opere che, alla fine, porteranno alla realizzazione di ciò che si ama.

I sogni si devono dapprima amare: solo attraverso l’amore per noi stessi e per ciò che vogliamo realizzare si trova la forza per proseguire.

Non è assolutamente certo che ciò che scrive Coelho sia esatto, però mi piace pensare che lo sia perché la positività e il senso di pace che trasmette e comunica è sicuramente fuori dal normale.

Chi di noi non ha mai parlato col proprio cuore ?

Immagino che prima o poi, nel corso della nostra vita, lo abbiamo fatto tutti.

Coelho impastisce tutta una serie di dialoghi tra Santiago (il ragazzo protagonista della storia) e il cuore di costui che hanno dell’incredibile e risultano nuovi e mai conosciuti.

Ho riflettuto tanto sul ruolo dell’amore e sulla capacità degli uomini di restare fedeli al progetto che sanno per certo li renderà felici.

Il punto è che per raggiungere obiettivi importanti bisogna superare innumerevoli difficoltà.
Difficoltà che – per Coelho - possono essere paragonate all’essere derubati, all’attraversare il deserto, all’incontrare personaggi vili e subdoli, al lottare con i beduini, all’affrontare serpenti ed infine a subire l’umiliazione della sconfitta corporea.

Il libro mi ha ricordato che il “desiderio di grandezza” umana può essere tanto importante quanto deleteria per se stessi e per gli altri.

In queste 180 pagine il tema dell’amore è trattato in maniera delicata, visto come purezza d’animo e di spirito.

Già, l’amore.

Quell’amore che non si cerca ma che arriva, che colpisce come un pugno nello stomaco ma che accarezza come un petalo di rosa.

Quell’amore che leva la fame di giorno ed il sonno di notte.

“Si ama perché si ama. Non c’è altra ragione per amare”.
Ed allora il cuore diventa inquieto e vivo e non resta che ascoltare ciò che ha da dirci.

Santiago ricerca il suo tesoro e trova invece l’amore che arriva inaspettato, che riconosce negli occhi di quella ragazza semplice e determinata, quella ragazza che, come lui, non ha paura di amare.

L’amore annebbia la mente, irretisce i sensi, completa e nutre i cuori in maniera così esasperata che è quasi impossibile restare lucidi e mantenere saldo il principale obiettivo: la ricerca della Leggenda Personale.

In uno scenario fantastico e fantasioso mi sono lasciata coinvolgere – accoccolata davanti al fuoco di casa mia - dal dialogo fantasioso o forse semplicemente fantastico di Santiago con il Deserto, con il Vento, con il Sole con … Basta, rischio di svelare troppo !

Si, Coelho non mi ha insegnato nulla di nuovo, o forse mi ha insegnato ciò che non ho mai voluto sapere, ma sicuramente mi stupisce pensare che forse ha ragione lui quando, attraverso questo racconto, dimostra che spesso ciò che ci affatichiamo a cercare lo abbiamo sotto il nostro guanciale, ma che per rendercene conto dobbiamo sfidare noi stessi, viaggiare e soffrire e mentre facciamo tutto ciò scopriamo la bellezza del Mondo e l’amore come unica forza capace di cambiare anche l’impossibile.

 

L'Alchimista nella lettura di Elena Cifali. Dopo tanto cercare, si può scoprire che ciò che desideravamo trovare era già dentro di noi

 

(Dal risguardo di copertina di una delle innumerevoli edzioni in commercio) "L'Alchimista" è la storia di una iniziazione. Ne è protagonista Santiago, un giovane pastorello andaluso il quale, alla ricerca di un tesoro sognato, intraprende quel viaggio avventuroso, insieme reale e simbolico che lo porterà fino all'Egitto delle Piramidi. E sarà proprio durante il viaggio che il giovane, grazie all'incontro con il vecchio Alchimista, salirà tutti i gradini della scala sapienziale: nella sua progressione sulla sabbia del deserto e, insieme, nella conoscenza di sé, scoprirà l'Anima del Mondo, l'Amore e il Linguaggio Universale, imparerà a parlare al sole e al vento e infine compirà la sua Leggenda Personale. Edizione speciale per celebrare un milione di copie vendute in Italia.

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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