(Maurizio Crispi) Gabriel-Babacino cresce ogni giorno di più...
Si sta addentrando, nel momento in cui scrivo queste righe, nella sua 8^ settimana di vita.
Mangia...
Qualche volta mangia in modo vorace, stando attaccato al seno in modo possessivo e ingurgitando il latte.
Mangia...
Altre volte volte se ne sta attaccato al seno per un tempo lunghissimo e succhia il latte piano piano, quasi fosse in una trance meditativa.
Fa ruttini e poi rimangia...
E, mentre mangia, spesso con la manina aperta massaggia il seno che lo nutre oppure con lo percuote con il pugno. E le ostetriche hanno spiegato che questo è un modo (istintuale) per favorire la fuoriuscita del latte...
Poi dorme...
Poi si sveglia e rimangia...
E non si può mai dire quante volte vorrà mangiare nel corso della giornata e della notte, e quando.
La nutrizione al seno è essenzialmente una nutrizione "on demand", commisurata alle effettive necessità del "nutrico" ... E non c'è mai il rischio di una condizione di over-feeding.
Mangia. E poi ancora dorme...
Adesso, quando verso sera gli si fa il bagnetto, mostra di goderselo appieno e si rilassa.
Oppure si lamenta incontenibile e, magari, gli sono venute le colichette nel pancino oppure, mangiando troppo voracemente, ha ingurgitato dell'aria...
Allora, quando è così, bisogna spupazzarlo e consolarlo, finchè non si libera, facendo dei grandi puzzettoni oppure dei ruttini-ruttoni.
E in questi casi gli si disegna in viso un'immediata sensazione di sollievo.
In alcuni casi, gli piace stare avvolto in un tendalino per evitare la luce troppo forte...
Come anche gli piacciono di più le stanze più fresche della casa e non il salone che, d'estate, è battuto dal sole e che diventa caldo e afoso...
Abbiamo scoperto che, quando rientriamo da una passeggiata, nel corso della quale lui è stato in prevalenza trasportato nel marsupio, è sovraccarico di stimoli (e ciò accade anche se ha dormito): e, in questi casi, ha bisogno di calma e di tranquillità per poter smaltire tale sovraccarico, con un po' di silenzio, di penombra e di quiete claustrale. Si sta facendo sempre più pienotto e cresce anche in lunghezza.
All'ultima pesata, in occasione della prima visita dal GP (General Practionner) pesava circa 4,5 chili. Ci hanno spiegato che la sua crescita ponderale è, al momento, un po' al disottoo della media, mentre è regolarmente cresciuto in lunghezza e misura 56 cm. Di fatto, i pigiamini che ha usato sinora (0-3) cominciano a stargli stretti.
In maniera netta, adesso interagisce... sembra guardare e fissare.
E, soprattutto, adesso sorride: sì, ha iniziato a sorridere, non più soltanto nel sonno, ma nei momenti di maggiore tranquillità...
E, nei momenti di maggiore tranquillità, gorgheggia.
E, quando gorgheggia, è delizioso starlo a sentire...
Ciò che mi colpisce è la subitaneità della transizione da uno stato di benessere e di quiete ad uno di agitazione e di malessere. Con il pianto (che non è un vero e proprio pianto) segnala di aver bisogno di qualcosa o che qualcosa lo infastidisce e spetta a noi decodificare il messaggio: se ha fame, se ha il pannollino sporco perchè ha fatto la pipì e la puppù, se ha aria nel pancino o le colichette addominali.
In alcuni casi la decodifica è chiara e semplice. In altre circostanze procede per prova ed errore.
Si esclude una causa e si prova con un'altra nella nostra piccola check-list di priorità.
A volte, non si indovina (o non si decodifica correttamente al primo colpo) ed allora c'è un po' di disagio, perchè non si ha la sensazione di non essere riusciti a risolvere il problema e a generare nuovamente unoo stato di benessere, ma da genitori occorre poter tollerare questa frustrazione momentanea senza sentirsi inadeguati: avendo la consapevolezza che ciò fa parte del gioco...
Quando si indovina (in realtà non è un indovinare, ma un procedere fondato sull'esperienza che, attraverso il suo quotidiano arricchimento, si va fondando giorno per giorno), la ricompensa è un immediato ri-passaggio alla condizione di benessere e di beatitudine.
Sì, beatitudine! Perchè, io credo che i bambini molto piccoli sperimentino davvero una condizione di beatitudine in questo loro essere accuditi, nutriti, tenuti liberi da tutti gli elementi perturbanti e nocivi ad un loro equilibrio psico-fisico. In fondo questo è davvero l'Eden perduto, è la l'Età dell'Oro delle leggede, è la terra del Latte del Miele, è davvero la condizione in cui si avvera il contenuto profondo della frase "Non temerai alcun male...", ovviamente a condizione che si sia capaci di essere dei genitori "sufficentemente" buoni, nel senso winnicottiano del termine, costruendo giorno per giorno una base sicura per il proprio figlio.
Ciò che sorprende nei bimbi così piccoli è la totale dipendenza dai propri genitori o da adulti responsabili che si occupino di loro.
Eppure, questa dipendenza è una fase che, a poco a poco, porterà ad una condizione di indipendenza e di progressiva emancipazione: è lo sviluppo che si muove in continuazione.
E proprio perchè c'è lo sviluppo, questa dipendenza la si accetta come fase di transizione e come necessario "cella di incubazione" della futura indipendenza. La dipendenza dell'infanzia non è un disvalore, ma un valore.
E' tuttavia curioso che le due estremità della vita, che sono la primissima infanzia e la vecchiaia, coincidano.
Quando ci si avvicina alla vecchiaia per entrare poi nella senilità, si perde progressivamente la propria indipendenza e si comincia ad aver bisogno di accudimento, come è per i bambini molto piccoli.
Ma, in questo caso, si tratta di un fenomeno di progressiva involuzione e di perdita di ciò che sino a poco prima faceva parte del patrimonio di competenze psico-fisiche di un uomo o di una donna.
Non c'è evoluzione possibile, se non l'attesa della mmorte intesa come liberazione da uno stato deficitario e sempre più intollerabile.
Forse, è per questo che si fa tanta fatica ad accettare le limitazioni e le inettitudini della vecchiaia.