(Maurizio Crispi) L'altro giorno, mentre guardavo tra i miei DVD, di imbattermi in un film che non ricordavo di aver mai comprato.
Non mi ricordavo nè quando nè dove, e nemmeno perché.
Un film che non avevo mai visto prima e che nemmeno avevo guardato in DVD dopo averlo acquistato.
Semplicemente se ne stava là, assieme agli altri, evidentemente aspettandomi.
E' ciò che accade anche con i libri.
Improvvisamente, mi accorgo di possederne uno, di cui non ricordo assolutamente i percorsi che lo hanno portato a me.
In questo caso, il ritrovamento del misterioso DVD ha avuto il caratttere di una coincidenza (o per altri versi di una particolare sincronicità, di cui però non rivelerò tutti i dettagli).
Qualcuno mi aveva parlato, proprio poco prima, del libro da cui era stato tratto e che, per alcuni lettori di lingua inglese, rappresenta un piccolo libro di culto, direi: è il volume che raccoglie uno scambio epistolare estendentesi nell'arco di quasi 20 anni (dalla fine, cioè, della II Guerra Mondiale agli anni delle rivolte studentesche) tra la scenografa e scrittirice statunitense Helen Hanff e Frank Doel, impiegato in in un nota libreria inglese: il libro, conosciuto con lo stesso nome del film (realizzato nel 1987 e diretto da David Hugh Jones), interpretato magistralmente da Ann Bancroft (Helen Hanff) e Anthony Hopkins, con il titolo di " 84 Charing Cross", è stato pubblicato in traduzione italiana per i tipi di Archinto solo nel 1999 (ben più di dieci anni dopo il successo ottenuto dal film), mentre in lingua originale il volume venne pubblicato nel 1970.
(Dal risguardo di copertina) È Frank Doel, commesso in una vecchia libreria antiquaria londinese - "...l'unica creatura al mondo che mi capisca" - a soddisfare gli stravaganti desideri di una giovane scrittrice americana appassionata di saggi del Settecento, che con lui intreccia una fitta corrispondenza. Miss Hanff sogna per anni di sbarcare nell'"Inghilterra della letteratura", di conoscere di persona Doel e la libreria cui deve tanto. Ma Frank scompare prematuramente e la libreria chiude i battenti nel 1970. Helene Hanff approderà finalmente a Londra solo in occasione dell'uscita di queste lettere che rappresentano l'insolita parabola dal culto dei libri a quello che è diventato, grazie a una felicissima trasposizione filmica, un "libro di culto".
84 Charing Cross Road è l'indirizzo della Libreria londinese, da cui Helen Hanff, esigente lettrice, comincia a rifornirisi con intemperanze e brusche lamentele, quando le seu richeste non sono soddisfatte appieno, ma a poco a poco stemperando la rudezza (ma anche la sincerità) con delicate iniziativ, con manifestazioni di amicizia (per quanto a distanza) e gesti di solidarietà, includendo nelle sue attenzione tutte le persone che lavorano a diverso titolo nella libreria.
Il libro - dicevo - è divenuto una e propria opera "cult", tanto che in corrispondenza dell'indirizzo occupato dalla libreria di un tempo, si può notare una targa commemorativa.
Il film - a mio avviso - è riuscito particolarmente bene.
L'ho guardato sperimentando un'intensa commozione.
E' una storia che esprime in pieno l'amore per i libri, ma che racconta anche una storia di amicizia che, a partire dallo scambio puramente intellettuale, va crescendo e si fa sempre più profonda ed intensa.
Un'amicizia che rimane "di penna", ma che finisce con il diventare è talmente intensa che sembra quasi che, attraverso le lettere i due interlocutori principali, parlino tra loro quasi fossero in presenza uno dell'altro.
Helen Hanff non riuscirà mai a visitare la L libreria di Charing Cross Road, né incontrerà mai di presenza Frank Doel.
Ogni volta che è lì lì per organizzare il suo viaggio a Londra, è distolta da cause contingente che, con suo sommo dispiacere, la distolgono.
Soltanto vent'anni dopo, l'inizio dello scambio epistolare, potrà recarsi in Inghilterra, quando ormai il discreto Frank Doel è venuto a mancare e ormai la Libreria è desolatamente chiusa, ma ancora piena dei ricordi.
E' un film straordinario e commovente - e lo sa essere senza alcuna ruffianeria nei confronti degli spettatori. Parla dei libri, dell'amore per essi, dell'amicizia e della stima reciproca, ma anche della vita.
Sì, perchè la vita è fatta così: porte che si aprono, porte che si chiudono in maniera asincrona, di desideri che rimangono sospesi e di mancati incontri.
Ma anche di scambi vivi e palpitanti, emotivamente coinvolgenti, che riguardano la cultura, ma anche i sentimenti, che possono avvenire a distanza e lasciare in ciascuno dei due "contraenti" una profonda traccia.
Ecco una delle sequenze del film