(Elena Cifali) Nerino: gatto dolce e vecchietto dispettoso. Saranno passati oltre dodici anni da quel primo maggio.
Trovammo il Gatto Nero nel cortile del condominio. Era un gattino nero, morbidissimo, col pelo lungo e lucido, ma ancora più lunga era la sua enorme coda, spropositata rispetto all’esile corpicino.
Nerino era ancora un cucciolotto e fu preso a ben volere da tutte le famiglie del circondario.
Crebbe bello e forte.
Una coppia di novelli sposi che abitava di fronte casa mia se ne innamorò perdutamente: lo adottarono e lo trattarono con i riguardi che si riservano ai principi.
Bello, grosso, lucente, profumato col suo papillon rosso e il campanellino era il Re del cortile. Guai agli altri gatti se si avvicinavano. La giovane coppia lo coccolava, lo nutriva e lo curava. Lo fecero sterilizzare e lo lasciavano persino dormire sul letto insieme a loro.
Un Re a tutti gli effetti.
Trascorsi alcuni anni la giovane coppia di sposi si trasferì andando a vivere in una villetta nel paese di Mascalucia, subito dopo la nascita dei due gemellini.
Nero fu portato con loro: doveva seguire la famiglia!
Lui, il suo papillon ed il suo campanellino sparirono per qualche tempo.
Trascorsero alcuni giorni e nel cortile si avvertiva la mancanza della bella bestiola.
Ma - allo scadere del terzo giorno - Nero era di nuovo al centro del cortile a leccarsi il lucido pelo.
Come era stato possibile?
Il padrone lo riprese e lo portò di nuovo con sé.
Ancora tre giorni e Nero fece ancora capolino al centro del cortile, immobile come una statua seduta, una sfinge che prendeva il sole.
Il padrone tornò a riprenderlo e lo portò ancora una volta via con sé.
Accadeva che ogni volta Nero, non sapremo mai con quale innata capacità, percorreva ben 7 km per arrivare di corsa da Mascalucia a Nicolosi.
Percorreva la strada provinciale tra mille pericoli ed insidie.
Veniva visto correre come un disperato a zampe levate verso quella che lui aveva scelto come casa: il cortile del mio condominio.
Il padrone si rassegnò e ci raccomandò di trattarlo con cura, questo era il suo posto e nessuno avrebbe potuto convincerlo del contrario.
Nero è nel frattempo invecchiato, l’estate scorsa fu vittima di un’aggressione da parte di un branco di cani randagi.
Ne uscì malconcio ma riuscì a sopravvivere.
Io credo che sia anche sordo, ormai: sicuramente anche lui risente del peso degli anni.
Nero mi aspetta tutte le sere fermo immobile nello stesso punto davanti la saracinesca del mio garage. Quando miagola, il suono che esce dalle sue corde vocali è pressocchè impercettibile: perennemente raffreddato è come un batuffolo di cotone nero bisognoso di qualche carezza.
E’ più forte di me, amo questo gattone dispettoso al punto da perdonarlo anche quella volta che fece pipì sul sedile anteriore (proprio quello che uso io, lato giuda) della mia Iundai nuova di zecca.
Si dice che i cani scelgono il loro padrone.
Nero ha scelto la sua casa e - per quanto possa essere solo una bestiola - il fatto che ogni sera si trattenga fino a tardi per aspettarmi e vedermi rientrare, godendo di quelle poche carezze che gli dedico, lo rende molto simile ad un essere umano e sicuramente più amabile di tanti bipedi.