(Maurizio Crispi) Da lunedì 27 gennaio, Maureen è tornata al lavoro, sicché io è Gabriel Babacino passiamo le nostre giornate assieme, cercando di trovare il giusto ritmo, tra i momenti dei pasti, i giochi, le passeggiate e i riposini. Passeggiate e riposini sono strettamente interconnessi, dal momento che l'unico modo di ottenere che Babacino si addormenti durante il giorno (e questo anche quando è palesemente stanco e si stropiccia gli occhii in continuazione) è quello di metterlo dentro il marsupio e portarlo a passeggio.
Altrimenti non verso, per quanto stanco e lamentoso, non si addormenterà neanche con le bombe.
L'operazione di metterlo da solo nel marsupio è indaginosa, ma sono riuscito a mettere a punto un sistema per chiudere le fibbie da solo senza dover chiedere aiuto ad alcuno (come si dice - e come diceva mia madre - "Il bisogno fa trottar la vecchia"...).
Quindi, la necessità dei riposini, impone che si debba uscire almeno due volte nell'arco della mattinata e Gabriel ogni volta puntualmente si addormenta. E, magari, qualche volta c''è una terza uscita extra.
Ma sono dei momenti piacevoli, se non piove...
In caso di pioggia, non si può uscire e bisogna sopperire a camminate domestiche oppure su e giù per le scale di casa (4 piani per un totale di 60 gradini, con l'azata un più alte delle nostre...), visto che da quando siamo arrivati l'ascensore è cronicamente fuori servizio e che nessuno sino ad ora si è preso il disturbo di farlo riparare.
Ed io cammino e cammino...
In ogni caso, sia all'aperto, sia indoor, si tratta di passeggiate molto allenanti, visto che ormai il piccolo Gabriel pesa all'incirca otto chili...
Diciamo pure che, se mi saltasse la bizza di percorrere il "Cammino", ciò che sto facendo è un'ottima preparazione mirata: camminare, portando il peso della propria attrezzatura addosso.
E, poi, ne approfitto per compiere piccole missioni: faccio un po' di spesa (il più delle volte da Sainsbury's oltre Whitechapel Street), vado a prendere a noleggio dei DVD nuovi (in Brick Lane), oppure semplicemente scatto delle foto, imbattendomi invariabilmente in vedute insolite o dettagli che mi erano sfuggiti in precedenti passaggi.
Sì, perché c'è sempre qualcosa di nuovo da scoprire: perchè ciò accade la cosa più importante è che, senza cercare di finalizzare il proprio sguardo alla scoperta di qualcosa, si lasci che la mente sia duttile e ricettiva come cera molle su cui rimane impressa qualsiasi tocco, anche il più lieve. Si tratta, in definitiva, della stessa attiitudine che consente di trovare degli oggetti che giacciono a terra abbandonati e che nessuno nota.
Diciamo pure che la scoperta di cose nuove (l"'avvistamento") può avvenire se si mantiene un'attitudine mentale relativamente libera da schemi pre-fissati, poichè questi - se sono dominanti - attivano una sorta di attenzione selettiva che automaticamente scarta tutto ciò che non è rubricabile come loro "categoria percettiva".
Per esempio, dalle parti di Birck Lane, indugiavo a fotografare una piccola faccina sorridente rossa (tipo emoticon) disegnata sul vetro di una piccola finestrella incassata nel muro e, mentre cercavo di trovare l'inquadratura più soddisfacente, uno che passava si è fermato a guardare e mi ha detto che pur essendo passato da questo punto tantissime volte non si era mai accorto di questo piccolo disegno. Mi ha ringraziato per la scoperta che gli avevo fatto fare e se ne andato, pieno di allegria.
Poi, ho inventato il momento in cui facciamo una piccola ripresa video...
Quando torniamo dalla nostra passeggiata è sempre molto rilassato...
E, sia prima sia dopo le nostre marsupiali camminate, ci divertiamo molto...
Anche se, talvolta, mi sembra di non potere fronteggiare dei momenti di emergenza (quando Babacino comincia a strillare)...
Ma poi trovo sempre la mia via... la nostra via... Sto imparando molto...
Mi rammarico di non aver fatto le stesse con Franci (ma. del resto, allora lavoravo e semplicemente non avrei potuto), ma certo facevo quello che potevo...
Questa stretta connivenza con Gabriel Babacino s'è talmente radicata dentro di me che, nei giorni che ho appena trascorso a Palermo, si è verificata - con particolare intensità la prima notte in cui ho dormito nella casa di via Lombardia - questo fenomeno: mi svegliavo di continuo nel corso della notte, avendo la precisa e netta sensazione che Babacino fosse addormentato sul mio petto, stretto nel suo marsupio da "passeggiata".
Insomma, anche nel momento in cui eravamo fisicamente distanti, Babacino era di continuo con me: forse, una manifestazione concreta, di quel fenomeno psichico che la psicoanalisi ha rubricato come meccanismo dell'introiezione.