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28 febbraio 2015 6 28 /02 /febbraio /2015 07:15

Esiste ancora, per fortuna, una pratica della Medicina compassionevoleQuella che segue è una telegrafica riflessione che mi è sorta spontanea nella mia mente, leggendo un articolo comparso su Micromega online "Io, infermiere, vi racconto l’eutanasia silenziosa nei nostri ospedali".
Ho trovato l'articolo coraggioso ed interessante, anche se - come spiegherò in seguito, il titolo è leggermente fuorviante, poiché sembra che l'articolo sia collocabile all'interno del dibattito sull'eutanasia, mentre invece riguarda principalmente una pratica sanitaria e medica "compassionevoli".
La pratica del medico si muove, nel caso dei malati terminali, su di un difficile crinale: da un lato vi è la china dell'accanimento terapeutico insensato e "fondamentalista", dall'altro lato, vi sono il sentimento della "pietas" e il principio ippocratico che sancisce "Il meno e il meglio".

Se ai medici e al personale addetto alle cure viene lasciata la libertà di comportarsi secondo "scienza e coscienza" (ma anche rispettosi della complessità del Giuramento ippocratico, è possibile trovare una strada sensata e di "pietas" che sembra essere negata e relegata in un canto dai progressi tecnologici applicati dalla Medicina.

Non ci vogliono riflettori, ma soltanto discrezione. E occore lasciare che i medici possano compiere il loro lavoro, senza essere distolti dal timore di sanzioni penali.

L'articolo comparso su MicroMega é la conferma su come sia possibile trovare una terza via rispetto al dibattico eutanasia sì/eutanasia no: quella di una pratica della Medicina centrata sulle persone e sulle loro sofferenze, una declinazione della Medicina che,laddove occorra, sia compassienevole, quella che escluda il culto delle macchine che mantengono in vita a tutti i costi, quella che richiede che, laddove, siano stati fatti tutti i tentativi, la natura faccia il suo corso.

Come alcuni lettori dell'articolo che hanno postato i loro commenti, anch'io ritengo che il titolo dell'articolo sia "sbagliato" o comunque fuorviante, poiché ingenera confusion, riportando il discorso all'interno del dibattito infruttuoso tra sostenitori dell'eutanasia (normata da leggi) e il rifiuto della stessa: una contrapposizione sterile che sinora non ha fatto altro che accrescere in entrambi gli schieramenti di opinioni delle derive fondamentalistiche e fanatiche.

 

Quello di cui si parla nell'articolo attiene alla messa in pratica di alcuni principi fondamentali della Medicina, che oggi nel fragore delle discussioni e delle contrapposizioni, tendono ad essere dimenticati.
Rimane emblematico al riguardo, il gesto "compassionevole" compiuto dal medico curante di Sigmund Freud, Max Schur, nei confronti del suo illustre paziente, quando - alla fine della lunga e devastante malattia, compresi i numerosi e destruenti interventi chirurigici per imuovere le successive metatastasi, c'era ben poco da fare e rimaneva soltanto un carico di inutile sofferenza.

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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