E' finita una generazione. Adesso siamo noi i "vecchi" e, alle nostre spalle, un bagaglio di ricordi
Ieri io e mio fratello Salvatore abbiamo avuto la triste notizia che, quasi novantenne, si è spenta la zia Mariannù che, sorella di nostro padre, da quando si era sposata viveva negli Stati Uniti, a Long Island (Amytiville).
Era da tempo sofferente e bisognosa di assistenza.
Prima che le cose si aggravassero non aveva voluto lasciare tutto e ritornare in Italia: nostra madre che le era molto legata, avrebbe voluto così, perchè diceva che qui a Palermo non sarebbe stata da sola e che avrebbe ritorvato tuttii suoi nipoti.
Ma lei non volle, perchè - a sua volta - sosteneva - a ragione - che lì a New York c'era pure tutta una parte della sua famiglia e tutti i parenti dello zio Joe, suo marito e che lì - oltretutto - aveva tutte le sue cose.
Ma, nello stesso tempo, la zia aveva mantenuto i suoi legami con tutti noi e gli affetti erano vivi e vivacizzati dalle visite che ci faceva, all'incirca ogni due anni: visite che prima con il marito Joe e poi solo lei, erano occasioni gioiose per pranzi e cene familiari in cui si rinnovava il piacere di essere tutti assieme, per gite o semplicemente per stare a chiacchierare e a condividere dei momenti quieti. Più di rado, io sono andato a trovarla e mi sono ritrovato assieme a lei quando, morto lo zio Joe, io sono stato a tutti gli effetti il rappresentante della famiglia Crispi ad esserle accanto in quei momenti di dolore.
Gli ultimi anni della sua vita sono stati tormentati dalle malattie e dalle sofferenze, e - non ultimo - funestati da un incendio che le distrusse completamente la casa dove abitava con tutte le sue cose e i ricordi di una vita.
L'altro giorno (il 26 novembre) la zia si è spenta.
Lei era la più giovane dei suoi fratelli, tutti scomparsi (il primo ad andarsene fu, anzitempo, mio padre nel disastro aereo di Punta Raisi, poi a seguire lo zio Gigi e lo zio Pippo).
Anche le cugine dal lato Orestano della famiglia, figlie della zia Susanna, a cui la zia era molto legata, in tempi diversi, sono decedute.
Si è così estinta del tutto la generazione (quella che si dice la "generazione dei nostri padri") che ci ha preceduto.
Dal lato della mamma altretttanto.
Con la scomparsa di zio Aldo, il più giovane dei fratelli, è finita del tutto un'intera generzione dei Salatiello.
Adesso, noi che prima eravamo i giovani siamo del tutto da soli e di coloro che ci hanno preceduto possiamo alimentare soltanto il ricordo.
E soprattutto, adesso, non siamo più i "giovani" della famiglia ma i "vecchi" - senza nessuno più vecchio alle nostre spalle (il confronto con il quale ci faccia sentire un po' più giovani) - in quel continuo avvicendamento che è la vita.
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