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21 marzo 2013 4 21 /03 /marzo /2013 10:58

Dalla caverna della lettura alla caverna dei libri... Uno sviluppo consequenzialeQuando ero piccolo...
Once upon a time...
Dio, sempre la stessa solfa...
Scusatemi se sono noioso, ma non posso fare a meno di continuare a rievocare e a ricordare un passato più o meno lontano...
Siccome non ci sarà nessuno a registrare i miei ricordi (non tutti sono dei Tiziano terzani), allora - in modo autoconsolatorio - lo faccio da me.
Poi se verrà qualcuno che, mettendo mano alla penna in un futuro (spero ancora lontano), vorra anche lui ricordarmi con le sue parole, di questo sarò lieto...
Ma intanto prcocediamo in regime autarchico, contando solo sulle proprie forze.
Riprendiamo allora il filo del discorso...
Quando ero piccolo e non c'era ancora la TV, era logico che si andasse a letto presto. Ogni cosa era regolata e scandita da orari abbastanza rigidi.
In più andare a letto presto d'inverno, era un grtan vantaggio, visto che non avevamo in caso alcuna forma di riscaldamento.
A letto si stava bene e si tenevano le mani al caldo: tutti noi da bambini abbiamo sofferto dei "geloni" nelle dita di mani equalche volta anche dei piedi.
Gli ordini e le regole della casa erano tassativi: una volta a letto non ci si poteva trastullare e si doveva immediatamente dormire, o almeno fingere di essere addormentati, sino a che la finzione non si fosse trasformata in sonno vero: e si sa che i bambini sono facilmente cedevoli alle lusinghe di Morfeo.
Quindi, una volta a letto, e dopo i bacini della buonanotte e la croce sulla fronte disegnata dal dito della mamma, le luci venivano spente.
E amen.
Dalla caverna della lettura alla caverna dei libri... Uno sviluppo consequenzialeQuando fui un po' più grandicello e avevo già il gusto della lettura... Già, il gusto... non a caso utilizzo questa parola, perchè il bello del pomeriggio di ogni giorno d'inverno era questo: appena di fare i miei compiti, riponevo tutto e iniziavo a leggere e a divorare pagine su pagine. In contemporanea arrivava il garzone del panificio che consegnava il pane appena sfornato per la cena: e io subito afferravo una grossa mafalda e la sbocconcellavo, metre ingurgitavo parole.
Questa abbuffata di pagine, tuttavia, non mi era sufficiente.
Ne volevo di più, anche quando la mia pancia era già stracolma.
E quindi mi attraeva molto la possibilità di starmene a letto a leggere al calduccio.
Ma non si poteva.
Le disposizioni tuttavia erano altre.

Luci spente e sonno immediato.
E allora escogitai qualcosa.
Quasi a proposito, proprio quando decisi di infrangere le regole, mi avevano regalato una piccola torcia elettrica a batteria.
E allora armato di questa preziosa fonte di luce, quando ero sicuro che la mamma si fosse ritirata dalla nostra stanza, io strisciavo verso il fondo del letto: e tenete conto che per dormire avevo bisogno che le coperte fossero perfettamente rimboccate; se  non mi sentivo chiuso - quasi sigillato - dentro il letto, mi veniva l'affanno respiratorio (una crisi d'ansia, con il senno di poi).
Qui, mi acciambellavo come una marmotta nella sua tana, accendevo la torcia e cominciavo a leggere il libro che mi ero portato dietro.
Questa "discesa" verso il fondo del letto era in sé avventurosa. Potevo immaginare che stavo esplorando una caverna dove avrei potuto trovare dei preziosi tesori, oppure che ero in vista nella portentosa casa scavata nella parete di granito che viene fortunosamente trovata dai naufraghi dell'Isola misteriosa e quant'altro.
Leggevo a sazietà e poi, finalmente, quando sentivo che gli occhi mi si chiudevano, risalivo alla superficie e dormivo beato.
A questo ci ho pensato proprio in questi giorni: quella mia "tana" in fondo al letto era divenuta proprio una "caverna delle lettura", un mio spazio privatissimo e molto intimo, in cui io da solo stavo in compagnia di una folla di personaggi dei romanzi che andavo leggendo, ma uno spazio anche segreto e silenzioso, tutto per me.
In fondo, ognuno di noi, per sopravvivere ha bisogno di qualche piccolo innocuo segretuggio.
Nel segreto c'è la permanenza della magia che riveste una determinata cosa: e, per questo motivo, un segreto può anche essere condiviso tra due persone che non vogliono in alcun modo disperdere la magia e la forza di uno stato nascente.
Ci ho pensato a questa storia della caverna di lettura del mio lontano passato, perchè ho cominciato a riflettere al fatto che casa mia comincia a diventare sempre più una "caverna di libri" più che una casa di abitazione, una casa in cui ogni stanza è fatta di libri e di un determinato utilizzo funzionale, del tipo "letto e libri", oppure "tinello e libri", "gabinetto e libri" che elegantemente si potrebbe trasformare in "Gabinetto di libri", al punto che potrei temere di non avere più - a breve - spazio per entrare tranquillamente a casa, sempre più assediata da pile e pile di libre.
E come se vivendo nel presente, con le possibilità e i mezzi di un adulto, io - senza saperlo - abbia cercato di trasformare il mio spazio di vita quotidiano in quella "caverna della lettura" della mia infanzia, facendola diventare come la mitica caverna dei Qauranta Ladroni, piena di infiniti ed ineffabili tesori...

 


In questo senso, una mia carissima amica - alcuni anni fa- ha pienamente colto nel segno, almanaccando quale regalo potesse farmi nel giorno del mio compleanno e corredando queste sue riflessioni con delle splendide vignette.
Quella che segue è una pagina di una lettera che mi fece avere in quella occasione. Ora, francamente, non mi ricordo quale regalo mi fece e se me lo fece.
Ma la lettera in sé fu sicuramente il più bel regalo che potessi ricevere.


 

Dalla caverna della lettura alla caverna dei libri... Uno sviluppo consequenziale

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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