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Appena mi son messo in clinostatismo e ho poggiato la testa sul cuscino, sono subito crollato in un sonno profondo
Non ho avuto nemmeno il tempo di pensare, oppure di pormi la domanda se avessi voglia di leggere per un po’
La transizione dalla veglia al sonno è stata immediata e senza consapevolezza, repentina come quando si muove un interruttore da on a off
Ho dormito per diverse ore di seguito, contrariamente alle mie abitudini, e quando mi sono risvegliato il traghettamento dalla notte al giorno era quasi compiuto
Ho sognato vividamente, ma ricordo solo frammenti
In uno di essi ero al lavoro e, al mio arrivo, constatavo che la disposizione dei mobili dell’ambulatorio era stata mutata senza criterio
Mi rendevo conto che nel modo in cui gli arredi erano disposti adesso non mi ci ritrovavo assolutamente
Cercavo di ripristinare allora la vecchia disposizione, ma andavo incontro a non poche difficoltà pratiche e, dopo ogni tentativo, il risultato raggiunto non rispecchiava mai nemmeno per un po’ la disposizione originaria… anzi era peggiorativo.
Tutto ciò era molto frustrante
In un frammento successivo, mi recavo in una banca per discutere di alcune importanti questioni
Stranamente, la banca si trovava al 12º piano di un grattacielo e per arrivarci bisognava prendere un ascensore superveloce
In attesa c’era un sacco di gente e non era semplice potere entrare in uno degli ascensori del grande atrio a disposizione dei visitatori, a meno di non fare il furbetto
Ero in compagnia di altri: formavamo un gruppuscolo di tre e dovevamo salire assieme, senza separarci. Ciò rendeva le cose più complicate
Ricordo confusamente il momento in cui riuscivo a sgattaiolare dentro l’ascensore mentre la porta scorrevole stava per chiudersi
Compivo una vera e propria acrobazia per insinuarmi dentro senza essere schiacciato dalla porta mobile che era, con molta evidenza, sprovvista del consueto meccanismo di arresto di sicurezza automatico
Ricordo anche che, una volta dentro, a forza di braccia - come un energumeno - impedivo alla porta scorrevole di chiudersi definitivamente e - anzi - riuscivo ad allargare il varco così da consentire alle altre due persone con me di entrare dentro anche loro
Quelli che già erano in attesa all’interno guardarono la mia entrata e le successive acrobazie con palpabile disapprovazione
Ma a quel punto eravamo dentro e riuscivamo a salire
Giunti al piano, ci addentravamo in un dedalo di uffici sino ad arrivare a quello che io cercavo
Dovevo confrontarmi con un impiegato malmostoso e scostante
Spiegavo il motivo della mia visita, ma non ottenevo alcuna risposta utile
Anzi, dirò di più, l’impiegato si insospettiva poiché considerava i miei motivi non plausibili e pretestuosi e cominciava guardarmi con sospetto, insinuando che l’utilizzo dell’ascensore da parte mia fosse stato illegittimo e sottolineando che l’uso di esso era riservato soltanto ai clienti che avessero un motivo valido per rivolgersi a lui
E io gli chiedevo: "Qual è un motivo valido? Come si fa a stabilire cosa sia valido e cosa non lo è?"
Quello rispondeva: "É a mio insindacabile giudizio! Io sono arbitro e giudice! Io sono Dio e le mie decisioni sono senza appello!"
Capivo che di là dovevo scappare immediatamente e cominciavo a cercare una via di fuga visto che l’uso dell’ascensore mi era ormai precluso per la decisione (o sanzione) presa da dio in persona
Capivo che avrei dovuto scendere usando le scale
Avrei potuto farlo se solo avessi saputo dove fossero, ma la porta che conduceva ad esse era ben mascherata, né vi erano cartelli che segnalassero vie di fuga in caso di pericolo
L’unica alternativa era calarsi con una corda o con altri mezzi di fortuna: ma questa era sicuramente una soluzione acrobatica che non mi si addiceva per nulla (e non mi si addice nemmeno da sveglio)
Mi accostavo ad un finestrone e spingevo il mio sguardo verso l’alto, osservando il grattacielo di fronte che si stagliava su di uno sfondo di cielo blu abbacinante
Mi accorgevo che sul tetto di quell’edificio vi erano delle automobili che facevano manovra come se là, su quella stretta terrazza, vi fosse un parcheggio d’auto
Mi chiedevo come quelle vetture fossero arrivate lì
Capivo anche che l’unica altra alternativa per andare via di lì potesse essere ascendere verso l’alto, sì da raggiungere il tetto-parcheggio di quell’altro edificio e da lì prendere un taxi
(Dissolvenza)
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