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Il detective Kindaichi (nella traduzione di Francesco Vitucci), pubblicato da Sellerio (collana La Memoria), nel 2019, , é' una crime story uscita dalla penna di Yokomizo Seishi e molto ben costruita poichè ripropone in modo assolutamente originale il classico mistero della letteratura poliziesca dell’omicidio perpetrato in una camera chiusa dall'interno, così come tiene a precisare il narratore, proprio a partire da alcuni classici, in testa a tutti quello di Gaston Leroux (Il Mistero della Camera Gialla) e a seguire alcuni dei romanzi di John Dickson Carr, anche lui maestro degli enigmi della camera chiusa.
Per la risoluzione del mistero proposto in questo breve romanzo entra in scena una singolare figura di investigatore privato, Kosuke Kindaichi che si presenta sulla scena del doppio delitto e, dopo aver raccolto degli elementi sparsi, a tutti incomprensibili (semplici "anomalie" ritenute dagli investigatori fficiali elementi senza importanza) li ricompone in un racconto coerente e assolutamente verosimile, fornendo alle persone coinvolte e ai lettori la spiegazione per comprendere un "delitto perfetto".
Le rivelazioni finali come in tutte le crime story - si pensi alle narrazioni di Agatha Christie, ad esempio - avvengono nel corso di una riunione in cui è Kundaichi stesso a mettere assieme i diversi pezzi del puzzle e a fornire anche per ciascuna sua affermazione le necessarie dimostrazioni sulla veridicità di ciò che afferma.
A questo primo romanzo con l'investigatore Kindaichi, nella veste di protagonista/risolutore del caso, ne hanno fatto seguito altri di cui due sono stati pure editati da Sellerio, rispettivamente "La Locanda del Gatto Nero" e "Fragranze di morte".
L'ho letto con autentico piacere.
"Yokomizo Seishi era soprannominato il «John Dickson Carr giapponese». Come il grande giallista di lingua inglese dell’«epoca d’oro», le trame di Yokomizo fanno perno su un enigma «impossibile»; e il mistero è avvolto in dettagli impressionanti, talvolta apparentemente soprannaturali, che sembrano mandare un messaggio nascosto. In un quadro di questo genere, il marchio del detective non può essere la normalità, ma l’eccentricità e il ragionamento acuto".
(Risguardo di copertina) Un doppio omicidio. Un enigma della camera chiusa. Un bizzarro detective privato, giovanissimo, trasandato nel vestire quasi oltre la decenza, presuntuoso a rasentare lo sprezzo. Uno dei romanzi di fondazione del mystery nipponico e l'esordio delle indagini del detective Kindaichi Kōsuke. Un classico di livello internazionale.
Un enigma della camera chiusa. Doppio omicidio nella dépendance della grande magione degli Ichiyanagi, ricchi e influenti possidenti. Il primogenito Kenzō, assieme alla giovane moglie, è ritrovato sgozzato, immersi i due corpi in un lago di sangue, nello stesso giorno delle nozze. L'ambiente dove è avvenuto il delitto è ermeticamente chiuso dall'interno, e l'arma del delitto, una spada tradizionale giapponese, giace a terra fuori dalla porta. Un brivido di terrore in più, che raggela gli abitanti della dimora, viene dal suono inspiegabile, nelle tardissime ore della notte, di un antico strumento a corde, il koto (il narratore della vicenda si riferisce ad essa come al «caso del koto stregato»). E nei dintorni si aggira uno strano personaggio, il viso sfregiato e solo tre dita nella mano, le cui impronte si trovano dappertutto. Yokomizo Seishi, massimo esponente della crime story nipponica, attivissimo nei decenni di metà secolo scorso nell'epoca d'oro del giallo deduttivo, aveva una passione per il sottogenere della camera chiusa, tanto da essere soprannominato il «John Dickson Carr giapponese». In comune con il suo omologo anglosassone, aveva la capacità di tinteggiare le atmosfere di un terrore che sfiorava il soprannaturale, oltre al
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talento di ideare «miracoli criminali». Gli ingredienti essenziali di questo sottogenere sono tre. La tensione del mistero inspiegabile che si scioglie con la scoperta del geniale marchingegno dell'assassino. L'ambientazione suggestiva: come è appunto quella inusuale, tenebrosa, alquanto esotica del mondo dei grandi ex feudatari nipponici. E infine il fascino del bizzarro investigatore: e quello di Yokomizo Seishi, il detective privato Kindaichi Kōsuke, è giovanissimo, un ventenne, di piccola statura, trasandato nel vestire quasi oltre la decenza, presuntuoso a rasentare lo sprezzo.
L’Autore. Dopo aver lavorato nella farmacia di famiglia e in seguito come giornalista letterario, negli anni Trenta del Novecento iniziò a pubblicare i primi romanzi. Con le sue trame di misteri ottenne un grande seguito di lettori divenendo in Giappone modello della crime story. Tra i suoi libri: oltre a Il detective Kindaichi (Sellerio, 2019), La Locanda del Gatto Nero e Fragranze di morte.
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(Letto nel corso del 2022)
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