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Dopo molti anni
andavo a scattare le foto
alla Cento del Passatore
Arrivavo in incognito:
non volevo essere riconosciuto da alcuno
C’era una gran folla assiepata
all’ingresso di uno Stadio di Atletica
Erano tutti lì
per ritirare pettorale e pacco gara
Nella massa scorgevo volti conosciuti
Qualcuno mi ammiccava
ma io non mi scomponevo
Mettevo mano alla camera
e cominciavo a scattare
Emergeva la vecchia sensazione di piacere
nel cogliere volti, espressioni, dettagli
Vedevo un’alta montagna di fronte
e una fila interminabile di camminanti
in maglia rossa, con lo zaino sulle spalle
che si inerpicavano lungo uno stretto sentiero
che saliva a zig zag
su per il suo fianco scosceso
Poi giravo per il paese
ed ero sorpreso di constatare
quanto il luogo fosse cambiato
dalla mia precedente visita
C’era persino una casa
che un tempo era stata abitata da una strega
la quale aveva compiuto qui
un numero incredibile di omicidi rituali
C’era una targa didascalica affissa sulla porta
che diceva tutta la storia
nei suoi dettagli più macabri e raccapriccianti
Fuori dalla storica dimora storica
c’erano anche delle riproduzioni 3D in grandezza naturale
della fattucchiera e di alcune sue vittime
Arrivava vociante una comitiva di turisti
ed io cercavo di cogliere alcuni dettagli
facendo scatti su scatti
Notavo che l’obiettivo era sporco
e che le mie immagini digitali
erano guastate da un’ombra fastidiosa
(Dissolvenza)
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