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Il 4 gennaio 2010, nelle prime ore del nuovo giorno, quando ancora faceva buio, la mamma se n’è andata via lievemente, in punta di piedi, quasi senza disturbare nessuno, come aveva sempre detto nei suoi desiderata.
Per andarsene, ha colto il momento in cui io, seduto accanto a lei in poltrona per vegliarla, mi ero addormentato.
Quella sera mi aveva detto con fermezza che non si sarebbe messa a letto, ma che avrebbe passato la notte in poltrona. Forse perché aveva deciso di andarsene o forse perché sapeva che qualcosa sarebbe accaduto. Non so.
Quando mi sono risvegliato, forse sopraffatto dall’improvviso tacere del suo respiro appesantito, la sua anima bella era volata via.
Dopo poche ore, alle 5.00, è suonata la sveglia che la mamma la sera prima, mi aveva chiesto di puntare alla solita ora, quando lei si alzava per supervedere i preparativi di mio fratello e di metterla accanto a lei.
Quella sveglia con il suo trillo imperioso ci ha ricordato che la vita, anche senza di lei, continuava e che, pur assente da quel momento in avanti, avrebbe continuato a vegliare su di noi.
Mamma, dovunque tu sia, riposa in pace.
Continui a vivere nel mio cuore.
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