Ho sognato che partecipavo ad un piccolo banchetto in onore della Regina Elisabetta
Di questo consesso io ero l’animatore indiscusso
Ero il narratore di cunti
Ero il comico scoppiettante
Ero il trasformista, alla maniera di Ridolini
Ero l’escapista come il mitico Houdini
Ero il Giullare,
il Jolly sardonico
ed anche il Jack-in-the-box
Ero istrionico e scoppiettante
Infrangevo spesso l’etichetta,
suscitando sovente imbarazzo nei compunti servitori,
ma sovente ilarità nei commensali
che attorniavano il tavolo per accorrere ad ogni piccola esigenza di ciascuno dei commensali
Per esempio, facevo spesso cadere i calici dell’acqua e del vino, rovesciandone il contenuto sulla fine tovaglia
Ero seduto a capotavola, anche in ciò in contrasto con l’etichetta
La Regina, invece, era stata fatta accomodare, al centro di uno dei lati lunghi,
attorniata da pomposi personaggi, forse i suoi dignitari
Raccontavo storie e cercavo di catturare l’attenzione della Regina
A volte ci riuscivo, altre no
Barcollavo, ma non mollavo
Non demordevo
Tiravo fuori sempre nuovo argomenti con caleidoscopica foga
Gesticolavo con altrettanta foga
Cos' facendo, rovesciavo i calici dell’acqua e del vino
Infine, riuscivo a catturare la totale attenzione di Sua Maestà,
quando soddisfacevo una mia curiosità a lungo covata,
ponendole la domanda se avesse mai letto “La sovrana lettrice” di Alan Bennett,
un romanzo breve in cui entra in scena lei stessa
nei panni d’una curiosa e ironica lettrice
La regina fa un sobrio cenno della testa, come a dire Sì,
ma il suo sguardo è sorridente e compiaciuto
Io allora comincio a raccontare la trama di quel piccolo romanzo, ma faccio confusione
Non la ricordo più tanto bene
Mi sfuggono molti dettagli
Mi impappino e tartaglio
Devo infrusare e addobbare
Ma ciò nondimeno la Regina è più che soddisfatta e contenta
ch'io abbia ricordato al consesso quest’opera
Mi guarda adesso con interesse e attenzione, ed anche con simpatia,
mi par di capire
C’è qualcosa che brilla nel fondo dei suoi occhi
Non temo questa Regina
Non é una folle isterica come la Rossa Regina di Cuori di Alice
Con questa Regina si può parlare e dialogare
Penso che potrei diventare il suo narrator di cunti preferito
E poi non ricordo altro
Mi sono svegliato
ed ero nel mio letto
giù nel Kansas,
proprio lì a Kansas City!
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La Regina diventò di porpora per la rabbia e, dopo di averla fissata selvaggiamente come una bestia feroce, gridò: – Tagliatele la testa, subito!…
– Siete matta! – rispose Alice a voce alta e con fermezza; e la Regina tacque.
Il Re mise la mano sul braccio della Regina, e disse timidamente: – Rifletti, cara mia, è una
bambina
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Alan Bennett, La sovrana lettrice (nella traduzione di Monica Pavani), Adelphi, 2007
(Nota di copertina) A una cena ufficiale, circostanza che generalmente non si presta a un disinvolto scambio di idee, la regina d'Inghilterra chiede al presidente francese se ha mai letto Jean Genet. Ora, se il personaggio pubblico noto per avere emesso, nella sua carriera, il minor numero di parole arrischia una domanda del genere, qualcosa deve essere successo. Qualcosa in effetti è successo, qualcosa di semplice, ma dalle conseguenze incalcolabili: per un puro accidente, la sovrana ha scoperto la lettura di quegli oggetti strani che sono i libri, non può più farne a meno e cerca di trasmettere il virus a chiunque incontri sul suo cammino. Con quali effetti sul suo entourage, sui suoi sudditi, sui servizi di security e soprattutto sui suoi lettori lo scoprirà solo chi arriverà all'ultima pagina, anzi all'ultima riga.
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