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Ho sognato che ero con mio fratello,
lui seduto - come sempre - nella sua carrozzina
Per terra accanto a noi
c’era posato un sacco oblungo, nero,
fatto d'un materiale spesso e solido,
attraversato nel senso della sua lunghezza
da una grossa cerniera lampo
A guardarlo bene,
aveva la foggia di un sarcofago
La presenza di questo oggetto misterioso
ci bloccava
Non facevamo che osservarlo,
quasi polarizzati,
come se non ci fosse nient’altro da guardare
A quanto pare, dovevamo partire,
di lì a poco,
per un viaggio in auto,
ma non saprei dire verso dove
Cercavo di caricare la sacca oblunga
sul tetto della macchina
ma non riuscivo bene,
dovendo fare tutto da solo
Mio fratello, dalla sua carrozzina,
taceva oppure mi incoraggiava
con scarne parole,
che apprezzavo,
senza tuttavia trarne beneficio
nell'espletamento del mio compito
La sacca era ingombrante e, in più,
non offriva una facile e salda presa
Era come se fosse piena di un qualche materiale incoerente,
come sabbia o patate
Ero goffo nei miei tentativi
Quando, a fatica, ero riuscito
ad issare un’estremità dell’involto
e mi accingevo a sollevarne l’altra metà,
la prima cascava per terra
e mi ritrovavo punto e da capo
Se provavo a sollevare l’oggetto dalla sua parte centrale,
ecco che le due estremità rimanevano in basso
senza che riuscissi a issarle
Hopeless!
Durante queste manipolazioni e sforzi e forzate,
accompagnati da grugniti e varie vocalizzazioni,
la cerniera ad una delle sue estremità cedeva e s’apriva,
rivelando il contenuto della sacca
Appariva un volto
ed era quello di nostro padre, con gli occhi chiusi
Il volto scarno,
scurito sulle guance e sul mento
dalla crescita di una barba non fatta,
un colorito grigio-cenere il suo,
ed era immoto
Aveva un tatuaggio strano
tutt’attorno al pomo d’Adamo sporgente,
raffigurante forse una lettera d'un alfabeto di un altra lingua
Turbato, perché non ricordavo che mio padre
avesse mai avuto un solo tatuaggio in vita,
guardavo meglio
e mi pareva di riconoscere quella lettera
Ed era l’aleph
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L'aleph è la prima lettera dell'alfabeto fenicio e la prima lettera dell'alfabeto ebraico.
In origine la sua forma assomigliava a una testa di bue stilizzata, aleph significava infatti "bue".L'א deriva quindi dal glifo egizio che rappresentava una testa di bue.
Successivamente in seguito ad una rotazione della lettera, connessa col variare del senso della scrittura, le due "corna" del bue sono diventate le due "gambe" della A stampatello.
Nella scrittura ebraica le lettere venivano anche impiegate come cifre, e ad aleph spettava il valore numerico di 1.
Le lettere presentano anche un forte significato simbolico: il Sefer haBahir afferma che essa esisteva già prima dell'"esistenza" della Torah.
Ulteriori interpretazioni simboliche si basano su di un'analisi della forma della lettera. Graficamente l'aleph (nella sua grafia odierna, diversa da quella antica) si può immaginare formato da due Yod connessi da un Waw.
Nel sistema numerico ebraico la Jodh vale 10 e la Waw vale 6. Dalla somma totale si ottiene il numero 26, che è pari alla somma del valore numerico delle lettere che compongono il nome divino, YHWH; infatti la Yod come precedentemente detto vale 10 più due He del valore di 5 e il Vav con valore di 6 (10+5+6+5 = 26).
Aleph rappresenta anche l'inizio (dell'alfabeto e della numerazione), e pertanto viene connessa ad Adam («uomo e donna li creò»), la più "nobile" creatura di Dio: il nome Adam inizia proprio con aleph (cfr. anche Messia).
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