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Le immagini da sole sono capaci di raccontare una storia, come - ad esempio - quella di numerose uova spiaccicate sull'asfalto che ho catturato durante una delle mie passeggiate londinesi alcuni anni fa.
Qualcuno ha - per così dire - rotto le uova nel paniere e poi, se n'è andato via, lasciando le uova spiaccicate pronte per una bella frittata e portandosi via il paniere. Si potrebbe dire anche, usando un'altra espressione metaforica che qualcuno ha fatto la frittata e se ne n'è andato, lasciando per terra tracce del guaio appena causato.
Fossimo stati d'estate e in condizioni di carenza alimentare, non saremmo andati tanto per il sottile: avremmo raccolto tutto ciò che di quelle uova avremmo potuto raccatare e ci saremmo potuto allestire un bell'uovo al tegamino oppure le uova strapazzate (scrumbled eggs).
Dei cani di passaggio avrebbero potuto far festa ed integrare la loro alimentazione abitudinaria (specie nel caso dei cani da appartamento) con un bel ovetto. I cani ramdagi di passaggio, macilenti e affamati, avrebbero potuto fare un ricco banchetto.
In effetti, chi possiede i cani e con loro convive d'abitudine sa bene che, in caso di incidenti domestici che portino alla rottura di una o più uova, si convoca il proprio amico a quattro zampe il quale - senza lasciarsi pregare - con rapidissime (e abili) lappate fa immediatamente pulizia, lasciando il pavimento ben lucido e brillante.
Dicono che, durante la guerra d'Africa (e questo si vede in un film di alcuni anni fa, uno degli ultimi di Monicelli, Le Rose del Deserto, 2006), i nostri soldati riuscivano a cucinare le poche uova su cui potevano mettere le mani sui parafanghi dei loro camion, arroventati dal sole del deserto.
(Il primo abbozzo del commento a questo foto lo scrissi il 2 maggio 2014, a Londra)
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