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Ci sono certe combinazioni di dettagli che, se riesci a coglierli estrapolati da tutto il resto, assumono un fascino incredibile, come se fossero stati messi lì proprio per provocare quell'effetto.
Ma devi poter vedere, per renderti conto: un vedere, che non sia un semplice guardare che si limita all'apparenza degli oggetti che si presentano alla nostra attenzione e alla loro mera fisicità.
La buona Letteratura (ed anche la Fotografia, anche se con un linguaggio ben più sintetico ed immediato) sono così.
Assolvono alla funzione di aiutare altri a "vedere".
Lo scrittore, in questo senso, è un "visionario" perché con le sue affabulazioni non fa che proporre realtà alternative o realtà nascoste nelle pieghe del Reale ordinario, apparentemente prosaico e scontato.
Entrare e stare in una libreria è come penetrare all'interno di uno scrigno di tesori: come avere accesso alla caverna di Ali Baba e dei quaranta ladroni, piena all'inverosimile di inenarrabili tesori.
Per poterli vedere ed ammirare occorre conoscere la parola magica che possa di volta in volta introdurti in quel mondo fantastico e consentirti di accedere allo scrigno che li contiene.
(Una mia breve nota, risalente al 2012)
La foto la scattai al "Punto Einaudi" di Palermo (Francesco Passarello)
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