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22 novembre 2021 1 22 /11 /novembre /2021 10:08
La sicilia alata e pensosa (graffito a Palermo, foto di Maurizio Crispi)

Sono ad un convegno, almeno così mi pare.
Sono arrivato nella città dove si svolge dopo un lungo viaggio, e ho il mio zaino sulle spalle.
Entro in un gigantesco edificio e salgo su per un'ampia scalinata di pietra e marmo.
Chiedo indicazioni e vengo indirizzato verso una stanza dove si svolge un seminario in presenza, non un webinario, di qelli che hanno imperversato in tempi di Covidu.
I partecipanti si sono accomodati in ordine sparso ed informale, su sedie e poltrone di plastica. Sono tutti rivolti verso un ometto seduto davanti ad uno stretto tavolo. L’ometto-conferenziere sembra, a dire il vero, uno hobbit. Parla e parla, dottamente, ma anche con bonomia. mi sento in imbarazzo: poiché sono in ritardo, entrando nella sala, devo sfilare sotto gli occhi di tutti e mi ritrovo a muovermi goffamente, come chi cerchi di non attirare l'attenzione su di sé, ottenendo invece l'effetto contrario.
Sempre perseguendo l'obiettivo di non attrarre l'attenzione su di me, mi seggo in fondo, un po’ decentrato da tutti gli altri astanti.
Penso che così avrò agio di addormentarmi, non visto, per un breve sonnellino di cui sento di avere tanto bisogno dopo le fatiche del viaggio.
Poi, tuttavia, mi rendo conto che sono troppo periferico ed isolato e che, senza la copertura degli altri astanti, rischio di attirare l’attenzione su di me.
Avanzo, dunque, facendo oscillare la mia poltrona con ripetuti colpi di reni, sino a mescolarmi con gli altri e quindi, più serenamente, posso assopirmi.
All’improvviso il seminario si trasforma in un’interrogazione.
L’hobbit-conferenziere si trasforma in occhiuto professore che scorre con gli occhi il suo registro e che poi punta il dito su questo o su quello dei presenti, invitandolo ad alzarsi in piedi per dire ciò che sa. Qualcuno si rifiuta e allora lo hobbit sentenzia: “X@@@ prende uno sul registro…”. Altri si cimentano, ma la loro preparazione si rivela assolutamente insoddisfacente.
Panico totale.
Vorrei farmi invisibile.
Cerco di sprofondare il più possibile nella poltrona che, in un abbraccio quasi materno, avvolge le mie terga. Mi sforzo anche di evitare lo sguardo inquisitorio dello hobbit.
Ma non c’è niente da fare quello - implacabile - mi chiama e dice: “Vediamo cosa sa dirci il nostro Crispi!”.
Mi alzo incerto e mi guardo attorno, come cercando la solidarietà dei miei colleghi, io con la mandibola caduta per l'imbarazzo.
Ma niente: tutti tengono gli occhi incollati a terra.
Sento la bocca asciutta e la lingua si è fatta rasposa, di consistenza lignea. Cerco di parlare, ma quello che viene fuori è soltanto un rantolo informe.
Vorrei dire allo hobbit che mi osserva con occhi di ghiaccio che purtroppo non ho potuto studiare la lezione come avrei dovuto…
Lo hobbit continua ad sogguardarmi, con occhi adesso feroci e selvaggi, e poi sentenzia: “Se le cose stanno così…”.
Si alza, rivelando all’improvviso, di possedere una statura inaudita… non è più uno hobbit, adesso, ma un temibile troll di montagna o forse un orco malvagio: afferra da sotto il tavolo una grossa mannaia e, stringendola nella sua mano nodosa, prende a muoversi verso di me…
Di nuovo panico assoluto. Quello si avvicina sempre di più, brandendo la sua arma.
Provo a fuggire via, ma ho le gambe che sembrano essersi  fatte di cera molle e che non mi reggono più e, così, mi ritrovo a terra strisciando penosamente, mentre lo hobbit, che si è metamorfizzato in troll-orco, ormai, incombe su di me, agitando minaccioso la sua crudele mannaia di lucente acciaio ben temprato.

 

(Rielaborazione di un sogno istantaneo)

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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