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11 novembre 2019 1 11 /11 /novembre /2019 05:52

Anche questo post è stato pubblicato nel mio vecchio blog nel 2008.
Precisamente con il titolo "Panchine", il 26 ottobre.
Lo ripropongo qui integralmente,con solo qualche piccola modifica.

Poco è cambiato a distanza di più di dieci anni: oggi si sarebbero potute scrivere le stesse cose.

Piazza Castelnuovo nel 2019 (foto di Maurizio Crispi)

Ieri sono andato per panchine.
Non volevo starmene chiuso a casa nel primo pomeriggio.
La mia prima sosta è stata Piazza Castelnuovo, dove - attorno al palchetto della musica - in tempi recenti ne sono allocate alcune di pietra, fatte d'una specie di granigliato che - con i suoi cromatismi - mima il porfido.
E' incredibile come cambi la prospettiva sulla vita quando si abbandona il flusso del movimento e ci si siede su di una panchina: prendono il sopravvento il tempo dei propri pensieri e quello della memoria, dissociati dal flusso temporale in cui tutti gli altri si muovono.
Una silenziosa, condivisione è soltanto possibile con chi, in quello stesso momento, se ne sta seduto pure su d'una panchina.
Poco più in là, un signore anziano (ma nemmeno tanto: forse più dimesso che anziano) nutre i piccioni con delle briciole di pane. Attorno a lui si accalca una miriade becchettante che, a tratti e per motivi imperscrutabili, prende il volo a stormo con frulli d'ali, passando radente sulle teste di altri frequentatori di panchine che guardano con meraviglia oppure scansano le loro teste da traiettorie troppo basse.
Cicaleccio di conversazioni sommesse.
Fidanzati intrecciati che si baciano.
Altri, in attesa nervosa, compulsano di continuo il telefonino oppure rispondono a chiamate o ne ricevono, dando istruzioni a chi, forse, deve raggiungerli per un appuntamento. Ma questi non sono degli utilizzatori DOC di panchine, poichè rimangono ancorati al flusso della vita veloce e non si rilassano nell'attesa senza tempo e senza strumentalità cui la panchina dovrebbe indurre.
Poco più in là, mi sposto verso un'altra piazza della memoria, a Piazza Lolli. Qui la piazza-giardino che prima si presentava come un'arida spianata di terra rossa da cui sorgevano palme svettanti che a me, piccino (poco più che un "soldo di cacio", come usava dire mio padre), parevano gigantesche ed incombenti, è stata sistemata da pochi anni con aiuole e vialetti dal bel selciato di grandi lastre di pietra grezze e con tante panchine comode, con la seduta di assi di legno e fornite di spalliera. Il lavoro di restiling della villa non è stato ancora completato del tutto e conserva un aria di provvisorietà, ma le neo-panchine freschissime di messa a dimora sono tutte stranamente in ottime condizioni e non vandalizzate, salvo una o due.
L'atmosfera è quella di un'autentica oasi di pace.

Piazza Lolli nel 2008 (foto di Maurizio Crispi)

Sarebbe tutto perfetto, se la grande fontana al centro del giardino fosse piena d'acqua e i suoi zampilli in funzione. Il chiocchiolare dell'acqua sui sassi che contornano gli ugelli accrescerebbe per certo la magia del luogo e indurrebbe ad arabiche fantasticherie...
Mi accomodo su di una panchina che guarda verso il cinema Dante, mentre alla mia sinistra rimane l'edificio dismesso e ancora non destinato a nuova destinazione dell'antica stazione ferroviaria, oggi soppiantata dalla più moderna Stazione Notarbartolo.
Anche qui, fidanzati che si baciano.
Gente che sta, contemplando, guardandosi attorno o semplicemente immersa nei propri pensieri.
Qualcuno fuma una sigaretta con indolenti boccate o è intento nella lettura di un libro.
Qui, non solo la panchina è uno spazio magico e senza tempo, ma l'intera piazza lo è, tagliata fuori com'è dalla direttive del grande traffico convulso e caotico della città.

 

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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