Nell'aria vibrante del primo mattino
profumata di primavera
corro come un tapascione
Intanto, penso
sono
e ricordo
Andavo al cinema con mia madre, da piccolo
Spesso
A vedere magari film poco adatti per la mia età
Ne ricordo due
Il Pianeta proibito (che poi mi procurà gli incubi)
e Orizzonte perduto (e, anche in questo caso, la scena finale rimase
indelebilmente impressa nella mia giovane mente)
E poi tanti altri film, potrei menzionare qui
Ben Hur oppure El Cid
ma anche mio padre soleva portarmi al cinema
Ma di rado ci andavamo tutti assieme
E poi ricordo con mia madre
una partita con le bocce di legno sulla sabbia
un pomeriggio inoltrato, d'estate,
mentre il sole tramontava alle nostre spalle
e la superficie piena di impronte si riempiva di ombre
E ricordo anche le nostre sagome proiettarsi sulla spiaggia
via via più lunghe
E' il ricordo di un raro momento in cui ero solo con la mamma,
come quelle volte al cinema
Ma non ho memoria che la mamma giocasse con me
Ricordo piuttosto ore e ore di giochi solitari
con i soldatini
con le scatole di cartone che collezionavo
per usarle come blocchi di costruzione per fortezze e castelli
con i pezzi di legno spiaggiati e raccolti sulla sabbia
e di cui ero gelosissimo
con i tappi di metallo delle bibite e delle gazose
che tenevo in un grande sacco di plastica indistruttibile
sino ad averne più di mille
Oppure i giochi segreti
come fare buchi nel muro
oppure mescolare gli aftershave di mio padre
per dargli fuoco
- giochi da piccolo chimico, insomma -
oppure gli esercizi alchemici di fusione del piombo
sul fornello a gas o della plastica
(la materia prima proveniva dai soldatini: che scempio!)
sempre per vedere cosa succedeva
Qualche volta, giocando, mi facevo male,
come quando mi sforacchiai la mano con un paio di grosse forbici
A parte le rare circostanze in cui, nei miei giochi, si univano i cuginetti
ero quasi sempre da solo
(non esattamente da solo, poichè in casa c'era sempre qualcuno,
ma se devo rappresentarmi, mi penso da solo)
Poi, naturalmente, c'erano le letture e i disegni
i giornalini, prima il Corriere dei Piccoli
e poi Topolino
e i romanzi, Verne e Salgari in testa a tutti
Ore e ore disteso a leggere, d'estate, a casa da solo,
quando non si andava al mare
Oppure pomeriggi interi di letture, mangiando a grossi pezzi
il pane caldo appena portato dal panificio e nello stesso tempo
ingollando parole
E sulla spiaggia ore interminabili,
scavando enormi trincee e costrendo castelli e vulcani
Questo, io ricordo della mia infanzia:
i momenti più vividi con mia madre rimangono
quelle andate al cinema e la partita a bocce sulla spiaggia,
quella volta in cui, stranamente, eravamo soltanto io e lei
Di quella partita a bocce emerge l'emozione
di un'intimità forse eccessiva con la mamma,
una sensazione che mi fece sentire in imbarazzo
Siamo quello che abbiamo vissuto:
la cosa che mi è venuto meglio
con Francesco, quando era piccolo,
è stata andare a vedere film con lui
e ora, guarda caso, lui ha deciso di seguire la strada del cinema
Con Gabriel lo stesso: una delle cose che preferisco di più
è quando andiamo a cinema assieme
Invece, sia con uno in passato,
sia adesso con Gabriel, la cosa che mi viene più difficile
è partecipare ad un gioco,
lasciarmi andare al flusso dell'inventiva fanciullesca
Il gioco vero, quello a cui mi sono addestrato da piccolo,
era sempre un gioco solitario
non ho mai appreso un modello di gioco partecipativo e condiviso
In fondo anche adesso, continuo a fare le stesse cose:
in campagna passo ore a scavare e a zappare,
a costruire muretti a secco,
a fare impasti con il cemento,
ad accendere fuochi
Continuo a leggere a tappe forzate,
perchè le cose da leggere sono tante
e ho la sensazione che ci sia sempre meno tempo
Ho corso questa mattina
e queste immagini si sono affollate nella mia mente.
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