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29 giugno 2018 5 29 /06 /giugno /2018 10:33
Lars Kepler, Il Porto delle Anime (Playground), Longanesi, 2015

Arrivo un po' tardi nello scrivere una recensione a questo romanzo della premiata ditta Lars Kepler  (Il Porto delle Anime - titolo originale: Playground, nella traduzione di A. Storti - Longanesi, Collana La Gaja Scientia, 2015).

Vedo che su IBS molti lettori hanno espresso un parere negativo.

Ma - a pensarci bene -  è quello che succede a tutti gli autori che, desiderosi di fare altro, si discostano dal tema usuale dei propri romanzi per addentrarsi in un territorio nuovo e prima inesplorato. Succede - di fronte a questi improvvisi ed inattesi punti di svolta - che gli aficionados (che sono anche amanti di un genere ben definito) facciano fatica a seguire i loro scrittori preferiti e si ribellino. In effetti, si tratta di un romanzo davvero insolito (ed anche originale, ma non poi tanti tanti se si vanno a guardare i poemi omerici oppure la saga dell'Eneide).

E' un romanzo che pur avendo delle componenti del tipo action-thriller (come nel caso del giudizio cui Jasmin chiede di essere sottoposta, il cui esito dipenderà da una vera e propria battaglia senza esclusione di colpi tra le due parti avverse) possiede tuttavia delle indubbie qualità metafisiche, ponendosi l'obiettivo di esplorare e di descrivere un ipotizzabile mondo intermedio, dove si trovano ad essere confinati - a volte anche per un periodo lunghissimo - coloro che sono in bilico tra la vita e la morte, in quella terra di nessuno che è la quasi-morte. Queste anime che vivono in un luogo portuale che ha tutti i caratteri di una città cinese confusa e caotica si svegliano e vivono una loro vita governata da regole specifiche del posto, attendendo un verdetto che potrà essere quello del ritorno al mondo dei vivi oppure l'obbligo ad imbarcarsi su barche gestite da un gruppo di spaventosi traghettatori che tanto fanno pensare al "Caron Dimonio" di dantesca memoria.
Jasmin, ex-soldatessa che, a causa di un trauma di guerra, ha passato lungo tempo in coma, ha vissuto una simile esperienza ed è stata nel Porto delle Anime, ma nessuno vuole credere alla sua esperienza e viene presa per matta. Ma nel porto delle anime farà ritorno assieme al figlio Dante (questo il nome del bimbo evocativamente scelto dagli Autori) dopo uno spaventoso incidente d'auto e ci tornerà ancora una volta di sua volontà per salvare il figlio.
Intrigante il tema, perchè propone una riflessione escatologica sulla possibile esistenza di questo territorio intermedio tra la vita e la morte: in cui l'arrivo avviene attraverso l'acqua, in una complicata struttura termale, quasi a sottolineare il fatto che chi arriva nel Porto delle Anime vi rinasca a tutti gli effetti, sia pure per un periodo di tempo a termine (anche se alcuni vi rimarranno per periodi lunghissimi) e dove si instaurano complicati rapporti tra la Legge non scritta vigente e delle vere e proprie Mafie che cercano di modificare i destini delle anime, in modo tale che alcuni privilegiati possano avere più vita oppure ritornare nel mondo dei vivi dentro altri corpi.

(Dal risguardo di copertina) E' un thriller dal ritmo cinematografico che non lascia respiro, con una nuova protagonista che piacerà ai fan de L’Ipnotista e ne conquisterà di nuovi.
Jasmin è una donna, una madre, un soldato dell’esercito svedese di stanza in Kosovo. Vive per l’amore del figlio Dante, che ha avuto da un suo commilitone, un uomo poco affidabile che cerca di affogare nell’alcol e nella droga gli orrori della guerra. Jasmin in Kosovo è stata ferita gravemente, e durante il ricovero in ospedale, mentre lottava tra la vita e la morte, la sua anima si è trovata per qualche giorno in un’affollata e misteriosa città portuale dove tutti i cartelli sono scritti in cinese e dove ha visto imbarcarsi, per non tornare mai più, uno dei suoi uomini. Ma Jasmin è forte e sa come tornare dalla città misteriosa, sa che si deve stare molto attenti a non farsi rubare la targhetta d’argento che ti mettono al collo quando arrivi nella città misteriosa, perché è il lasciapassare per il ritorno. Due anni dopo la prima esperienza nella città dei morti, Jasmin ci ritorna di nuovo con il figlio: hanno avuto un incidente d’auto e solo lei riesce ad allontanarsi per tornare di nuovo nel mondo dei vivi, lontano dal porto delle anime. Dante è molto più grave, dev’essere operato, e Jasmin non può abbandonarlo nella città misteriosa: deve tornare, lottare per quello che ha di più caro, in un terribile gioco di morte che rischia di vederla sconfitta.


 

Lars Kepler

Gli autori. Lars Kepler è lo pseudonimo dietro cui si celano due autori svedesi, marito e moglie. Vivono a Stoccolma con le loro tre figlie, a pochi metri dalla centrale di polizia. Sono appassionatissimi di cinema e da quando si conoscono guardano almeno un film al giorno. Entrambi sono scrittori, ma nel 2009 hanno deciso di sospendere momentaneamente le loro carriere separate per provare a scrivere un romanzo insieme. Ne è nato il caso editoriale europeo del 2010, L'ipnotista (Longanesi), che ha scalzato dalla vetta delle classifiche svedesi la trilogia di Larsson. L'ipnotista è inoltre diventato un film diretto da Lasse Hallström.
Il romanzo è stato seguito da L'esecutore (Longanesi 2010) e da La testimone del fuoco (Longanesi 2012). Ricordiamo anche L'uomo della sabbia (2013), Nella mente dell'ipnotista (2015) e Il cacciatore silenzioso (2016), editi da Longanesi.

Alexandra Coelho Ahndoril nata nel 1966 a Helsingborg, è un'autrice e critica letteraria svedese. Il padre è svedese, la madre portoghese. È sposata con lo scrittore Alessandro Ahndoril, ha tre figlie e vive a Stoccolma.
Ahndoril è da sempre appassionata di teatro. Entrata all'Accademia per il Teatro di Stoccolma nel 1992, si ritira dopo aver scoperto di non voler diventare attrice. Sceglie in seguito il dottorato presso l'Università di Stoccolma, lavorando ad una tesi in letteratura comparata su Fernando Pessoa.
Debutta in ambito letterario nel 2003 con Star Castle,  uno romanzo su Tycho Brahe - scienziato cui ha dedicato anche uno studio - che costituisce il primo di una serie di tre romanzi dedicati ad altrettanti protagonisti della storia umana: Brigitta e Katarina, del 2006 che si occupa di Santa Brigida, e Mäster ("Il Maestro"), sul socialista Palm.

Alexander Ahndoril è nato il 20 gennaio 1967 a Upplands Väsby, è un autore e drammaturgo svedese. È sposato con la scrittrice Alexandra Coelho dalla quale ha avuto tre figlie e vive a Stoccolma.
Il romanzo Il regista (2006) dedicato a Ingmar Bergman è stato a lungo al centro dell'attenzione, anche per la denuncia dello stesso regista che comunque aveva letto e approvato il manoscritto prima della stampa.
La critica si è incentrata sul labile confine tra finzione e realtà.
Il regista è tradotto in inglese, russo, polacco, olandese, ceco, ungherese, norvegese e danese. Nel 2009 ha pubblicato il suo nono romanzo Il diplomatico, una storia di fantasia sul tentativo di un diplomatico svedese di disarmare l'Iraq nel 2003.

 

 

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

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