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13 agosto 2017 7 13 /08 /agosto /2017 08:45
Il Castello di Cefalà Diana: una visita a lungo posposta

Ho sempre visto da lontano i ruderi del Castello di Cefalà Diana: quella torre svettante e la sagoma di quell'arco slanciato mi hanno sempre attratti, provocando in me un senso di soggezione per via dell'impressione di inviolabilità di quel manufatto arroccato sulla sommità di una rupe, a guardia perenne della vallata sottostante e della strada di transito che tuttora la percorre.
In tempi più recenti la sua sagoma scarna, eppure minacciosa, è messa in risalto da un'illuminazione notturna.
Ho sempre pensato di andare a visitarlo, ma non l'ho mai fatto.
C'è sempre un motivo, nel dilazionare una visita e nel posporla. Forse, perché preferiamo che certi luoghi rimangano nella fantasia più che in una precisa collocazione spaziale e temporale; forse anche, perché nutriamo il timore che una visita, nel momento in cui ci ritroviamo a poter toccare con mano i manufatti, misurarne lo spazio con i nostri passi, creare nella nostra mente una topografia del luogo precisa ed inconfutabile, possa distruggere o banalizzare quel fascino da cui ci sentiamo così soggiogati.

 

Il Castello di Cefalà Diana (Foto di Maurizio Crispi)

Quando visiti un posto così, per poterlo fare, devi in un certo senso sorprendere te stesso: la cosa deve avvenire senza alcuna previa pianificazione, ma quasi per caso, anche se in realtà a quell'approccio apparentemente casuale nella nostra mente ci siamo a lungo preparati.
L'altro giorno, di ritorno da Favara, mi sono ritrovato a passare proprio da lì, nel prendere la deviazione che da Villafrati mi avrebbe portato a Bolognetta. In maniera molto naturale, quasi ciò fosse stato non in quel momento, ma dopo una lunga preparazione preliminare, avvenuta in qualche momento in un passato remoto, mi sono ritrovato ad imboccare l'erta stradina che conduce al castello e al Santuario; ho scoperto anche, al passaggio, il piccolo paese settecentesco di Cefalà Diana, un gruppo di case che, come un gregge di pecore assediate dalla calura, si assiepano attorno ad una pittoresca piazza rettangolare: il piccolo borgo, appoggiato sul pendio del monte che ascende verso il castello guarda verso la massa imponente di Rocca Busambra.
La rupe dal lato del borgo si presenta con un pendio meno violento e una stretta strada vi si inerpica, con un irregolare selciato di pietra, percorribile in auto, quasi sino ai suoi piedi: l'ultima parte dell'ascesa l'ho compiuta a piedi. Trovandosi a piedi del castello si rimane impressionati dal fatto che il perimetro del castello è ben più ampio di quanto non si possa supporre guardando al suo skyline dal lato della strada statale che che porta ad Agrigento. Si presenta con una pianta triangolare che delimita un ampia corte interno mediamente inclinata e all'interno si presenta un secondo bastione a bastione del nucleo centrale della fabbrica. La torre mastra, totalmente intatta (sottoposta evidentemente a restari) si trova nel pnto più elevato del recinto ed è la parte del castello visibile.
La vista dagli spalti del castello è mozzafiato: dai suoi diversi punti di osservazione si domina a 360 gradi il paesaggio circostante. Ovviamente, l'importanza strategica del presidio era quella di dominare la valle sottostante del fiume Milicia, dove correvano le importanti vie di transito.
Uno del posto che si trovava in gita con la famiglia sulla spianata ombrosa davanti al castello, mi ha detto dell'esistenza di passaggi e cunicoli sotterraneo che dalla rupe, attraverso concamerazioni scavate nella roccia consentivano di scendere verso il basso e quindi di raggiungere una torre non più esistente collocata sulla rupe di fronte (una notizia per me non verificabile ma che, tuttavia ha fatto crescere attorno a questi ruderi un alone di avventura e di mistero.
In certi giorni e in certi orari è visitabile la Torre Mastra che è stata oggetto di un restauro più accurato.
Ma l'intera struttura è ben mantenuta e ha ricevuto nel corso del tempo degli interventi di consolidamento conservativo.
Accanto alla torre mastra possente, nei suoi circa 20 metri di altezza spicca, residuo di una costruzione più vasta, un aereo arco che continua a reggersi da solo, quasi per miracolo.
Scendendo in direzione di Bolognetta si incontra poi l'edificio che ospita i "Bagni Termali", conosciuti sin dall'epoca araba e sede, in tempi successivi, di un'Albergo rurale oggi non più funzionante.
Una visita che, sicuramente, merita attenzione.

 

Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi

Foto di Maurizio Crispi

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commenti

M
Ci andavo spesso, da ragazzo, con Enzo Cordovana e le amiche di turno da sedurre con l'aiuto di un paesaggio mozzafiato. Sul precipizio c'era una parte di muro crollata, che offriva il brivido del vuoto sull'infinito della vallata. Volare e sognare, filosofando. Tu mi puoi capire. Rimpiango quei tempi e piango l'amico Enzo. Massimo.
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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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