E' capitato l'altro giorno: c'era una folla di podisti in attesa dello start e frammezzo ai loro piedi, calzati di scarpe tecniche, se ne stava beatamente adagiato sul fianco un cagnone senza collare, profondamente addormentato. Ogni tanto, nel profondo del sonno le estremità delle sue zampe tremolavano mentre esalava dei sospiri più profondi o accennava l'aspirazione tipica dell'annusare. Forse sognava di correre in territori di caccia o di essere davanti a cibi succulenti (per il gusto canino).
Ma soprattutto questo suo dormire rivelava una grande ed incondizionata fiducia nei confronti del mondo circostante.
Si capiva che si trattava di un cane che, pur essendo senza un padrone, era adottato dalla comunità e in particolare dalla corte dell'antico castello medievale dove ci trovavamo ospiti. Un cane, ben nutrito e decentemente pulito, il pelame lucente, dormiente, così come in posti come il Messico oppure il Nepal, mi è capitato sovente di imbattermi in Umani dormienti a cielo aperto, sia in luoghi solitari sia in mezzo alla folla vociante, con lo stesso tipo di abbandono fiducioso ed immemore.
I sonni d'oro di chi non teme alcun male...
Ed anche un perfetto esempio della condizione dell'essere soli in compagnia.
Foto di Maurizio Crispi
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