Un mio caro amico nel social era - sino ad alcuni anni fortemente sovrappeso -; poi ha avuto un improvvisa "illuminazione" sulla sua (per così dire) via di Damasco e ha deciso - per una concomitanza di eventi significativi di cominciare a perdere peso e di riportarsi ad una condizione di normalità ponderale e soprattutto di forma fisica tale da consentirgli delle perfomance (senza strafare, ovviamente) sempre più soddisfacenti.
Ad esempio, è paradigmatico il caso dell'odontotecnico lombardo Renzo Barbugian che ancora nel 2003 fumava e pesava 98 chili e che con gradazione (ma con autorevolezza) si è messo sulla retta via, smettendo di fumare, iniziando ad alimentarsi in una maniera corretta e soprattutto a fare sport in una maniera sempre più coinvolgente, sino a diventare un brillante maratoneta e ultramaratoneta amatoriale (uno, per intenderci, dalle prestazioni nella fascia medio-alta.
Oppure, possiamo qui citare il caso di quello che adesso è considerato uno dei top britanicci della maratona e dell'ultramaratona e che pure è partito da una condizione di obesità e di tabagismo.
I punti di svolta nella vita sono molti ed inimmaginabili: bisogna saper cogliere l'occasione, quando si verifica una concomitanza di eventi che portano alla ineludibile " contemplazione" di una propria condizione psicofisica precaria, insoddisfacente, fonte di danni o di malattie, tale da far insorgere il desiderio di un cambiamento e di una trasformazione (che innanzitutto nasce dall'interno e dall'attivarsi di una disciplina per il corpo e per la mente).
Il siciliano Salvatore Sulsenti sta scrivendo - con il suo percorso di vita - una storia analoga a quella dei personaggi citati prima.
Quello che segue è la storia di episodio che gli capitò "diverso tempo fa e soprattutto molti chili fa" (forse quando venne a trovarsi all'apice del suo sovrappeso).
E l'episodio (titolato dal'autore - nella sua stesura originale, "Qualcosa che ho da dire alle donne") ha sicuramente ha avuto un qualche peso nell'attivarsi di una "contemplazione" della sua condizione, processo in cui - spassionatamente - il soggetto comincia a mettere sui due piatti della bilancia, da un lato vantaggi, benefici (primari e secondari) e costi della propria condizione e dall'altro desideri, aspirazioni, progetti futuri e strade precluse.
Solo dalla più impietosa "contemplazione" può scaturire un autentico desiderio di cambiamento e di trasformazione.
E il progetto di vita di Salvatore Sulsenti é adesso quello di portare a termine la celebrata 100 km del Passatore, camminando.
(Salvatore Sulsenti) Diverso tempo e. soprattutto diversi chili fa, quando per dirla chiara pesavo kg.146,5 conobbi una ragazza che faceva l’infermiera: si chiamava Susanna, almeno credo di ricordare fosse questo il nome. Ci vedemmo al mare per il nostro primo appuntamento. Lei occhi azzurrissimi ed una certa opulenza che apprezzai subito. Frizzante chiacchierata, caffè di rito al bar, cosa faccio nella vita, interessante fare l’infermiera...
Dopo un po’ capivo che la conversazione era in stallo e quasi senza accorgercene ci avvicinammo all’auto di lei ed evitammo così altri imbarazzanti silenzi.
Lei mi dice salutandomi: “Salvatore, sei un uomo interessante e mi piace la tua compagnia ma sei enorme, e-n-o-r-m-e”.
L'e-n-o-r-m-e fu ripetuto enfaticamente due volte, quasi nel caso che il concetto non mi fosse stato chiaro.
Non aveva tutti i torti, ma trovai la cosa alquanto offensiva.
Se un uomo con cui esci o ti vedi per la prima volta non è chi credevi, non serve offenderlo. Comunque, l’infermiera Susanna, pensando di rimediare, mi disse ancora: “Però restiamo amici...”.
Nonostante fossi attratto da questa donna, dopo un secondo di riflessione le risposi: “Io potrò dimagrire e non essere più e-n-o-r-m-e, ma non potrò mai essere amico di una donna come te”. Se una persona con cui ci accompagniamo non ci è gradita non serve deriderlo, non serve umiliarlo.
Un uomo obeso a volte è solo goloso e/o vorace, a volte è malato, a volte è debole, a volte è solo, a volte è tutto questo insieme: un uomo che nel cibo trova quelle gratificazioni che la vita gli nega.
E se un uomo è anche insicuro e magari timido trova in un panino, magari due o tre, un rifugio. Di George Clooney io non ho l’età, non ho il fisico, non ho la carriera, non ho il fascino, non ho il denaro. Di George Clooney non ho nulla, neanche la moto.
Ma di Salvatore ho tutto. Per mia natura faccio poco per mostrami meglio, o comunque diverso, da quello che sono. Se sfoglio qualunque rivista di moda, costume, gossip o altro trovo modelle e modelli in assoluta forma e dalla fisicità scultorea. Ed io? Non sarò mica un extraterrestre? Con i miei rotolini sono più assimilabile all’omino Michelin che ad un modello di Dolce&Gabbana. Beh. Che faccio? Cosa posso fare per conquistarvi? Dimagrire?
Certo è la cosa che sto facendo, ma non per una donna.
Solo per mio piacere personale e consapevolezza conquistata.
Essere me stesso è l’unica cosa che realmente possa fare.
Ringrazio le donne che mi hanno amato o hanno creduto di amarmi, che mi hanno sopportato, che mi hanno fatto sentire importante e che mai mi hanno messo in imbarazzo, nonostante il mio peso.
Grazie di tutto anche se la vita ci ha separati. Che fossi obeso o meno non importava.
Torno a pensare a tutte quelle donne che mi rimettono al mondo con un solo sorriso ed un semplice saluto. Grazie a quelle donne che come madri, sorelle, mogli, compagne sono vicine ad uomini che non confesseranno mai d’invidiare Clooney ma che darebbero la vita per la loro donna.
Ho subito diversi interventi chirurgici e durante le mie degenze in ospedale ho visto donne prodigarsi per i loro uomini con tanta dedizione ed amore.
Ho visto donne dormire, o tentare di farlo, su una sedia per giorni e giorni senza mai chiedere nulla a nessuno se non di dedicarsi al loro uomo.
Grazie a queste donne.
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