(Maurizio Crispi) L'altro giorno, immerso in una calura insopportabile, camminavo nei pressi di Villa Sperlinga e la mia attenzione è stata all'improvviso attratta da un grosso vaso in terracotta smaltata: l'ho immediatamente raccolto (minchia, quanto pesava) e l'ho portato a casa, rifacendo la strada all'incontrario, benchè avessi delle cose urgenti da fare. Ma ho pensato che la salvaguardia di un così importante e prezioso reperto meritasse pure qualche ritardo nello svolgimento degli atti banali della vita quotidiana.
Ma di cosa si trattava, esattamente? All'inizio, non mi ritornava la parola giusta: sentivo di avercela sulla punta della lingua, ma niente! Poi, ho chiesto in giro, tramite FB, e la mia amica Anita me l'ha ricordato.
Ma sì, era un "cantaro", vale a dire - banalmente un "vaso", utilizzato - quando ancora non esistevano i gabinetti, per l'espletamento dei propri bisogni corporali in casa, con il comodo di non dovere uscire all'aperto (salvo poi a svuotarlo del suo contenuto ancora fumante fuori dalla finestra, sulla testa di incauti passanti).
Un prezioso reperto, decisamente: anche perchè, con il declino delle sue utilizzazione (visto che, oggi, tutte le case - anche nei luoghi più remoti - sono fornite di gabinetti) non ne vengono più fabbricati di nuovi.
Quando ero piccolo, dicevo sempre: "Mamma, voglio un cantaro! Con questa sua forma svasata che capovolgendolo sembra il copricapo di un dignitario etrusco, mi piace troppo! Me ne compri uno?"
E lei mi rispondeva: "Maurizietto, non ne fabbricano più di cantari".
Ed ecco che la buona sorte, in età decisamente matura, me ne ha fatto trovare una.
Non presentava tracce recenti di uso (fortunatamente).
Quello che ho trovato é di struttura molto semplice: senza foro di scarico sul fondo, come erano i tipi più elaborati, pur in costanza di forma.
Testimone di questo fortuito è stato il mio amico FB Roberto Alabiso il quale mi ha detto, nel vedermi carico del prezioso e singolare fardello: "Anche io, se lo avessi trovato, me lo sarei portato a casa: ma mi hai preceduto".
In un certo senso, questo ritrovamento ha un valore storico.
Ho anche potuto soddisfare, il piacere di metterlo sulla testa a mo' di cappello...
Il Cantaro è, in pratica, è il grado zero del Water Closet: è, in sostanza, il dispositivo popolare che si usava nelle case di città (più che in quelle di campagna, almeno in quelle dei "viddrani") prima dell'arrivo dei moderni water closet a valvola con sciacquone.
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CONSIDERAZIONI SULL'ARRIVO IN PAESE DEI GABINETTI Al di là di ogni discussione, giusta, sulla necessità e sulla sicurezza igienica che un valido impianto fognario e di conseguenza sull'utilizzo dei
https://milocca.wordpress.com/2010/05/25/a%C2%A0milocca%C2%A0arrivano%C2%A0i%C2%A0gabinetti/
La lettura dell'articolo è piacevole: quando la famiglia di mia madre si rifugiò (scelta sbagliatissima) in Umbria per sfuggire all'invasione alleata in Sicilia, si ritrovarono a vivere in una casa di contadini in piena campagna (credo che la località fosse Montone, stando ai racconti di mia madre), dove non esistevano gabinetti (come già, ovviamente, disponevano le case di città). Il contadino, dietro loro richiesta ("Dov'è il bagno? Dove andiamo pe rle nostre necessità?), indicò con un gesto vago della mano i campi, oppure come alternativa più confortevole (soprattuto per le donne anziane) la stalla (dove, oltretutto, mentre si espletavano i propri bisogni, si stava bene al caldo).
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