(Maurizio Crispi) Sono realmente stupito dalla cura e dalla dedizione che qui in Inghilterra vengono applicate alla maternità e all'inizio della vita dei bimbi.
In tutto ciò, vi è un'attenzione capillare, supportata da un'organizzazione molto strutturata, a tutto ciò che concerne i primi passi d'una nuova vita, con un estensivo supporto ai neo-genitori, sia alle mamme sia a papà.
In accordo con le linee UNICEF che riguardano la corretta nutrizione dei bimbi sin dai primi giorni di vita, uno sforzo attivo e molto sruttturato viene fatto per favorire l'allattamento al seno (sia nella forma diretta del Breastfeeding, sia nella forma "differita" del "Expressing Breast Milk"), con lo sviluppo di corsi pre-parto ad hoc, con un'attenta e specifica consulenza da parte delle ostetriche (midwives) per tutta la durata della gravidanza, durante la degenza ospedaliera post-parto e perfino a casa con l'ausilio di visite domiciliari programmate, ma anche con la possibilità di usufruire di possibilità informative molto varie, da quelle semplicemente cartacee (per mezzo di opuscoli semplici nel loro linguaggio eppure completi) e di siti web dedicati. Il tutto nella cornice del programma governativo "start4life".
Gli obiettivi sono quelli di garantire il più possibile una corretta nutrizione del bimbo sin dai prmi giorni di vita e, così facendo, di ottenere il risultato di un migliore stato di salute dei bambi, negli successivi, ma anche di evitare (o ridurre) il rischio di alcune malattie nella madre, assicurando anche una partecipazione del partner in tutte le procedure di nutrizioni, sin dai primi passi, con la finalità di uno sviluppo familiare armonioso. E in questo direzione va anche, ovviamente, la previsione di 15 giorni di permesso retribuito del padre, rispetto alla sua attività lavorativa (paternity leave).
Vi è un'attenzione inusitata in questo campo, rispetto agli standard italiani (e, probabilmente, anche a quelli di altre nazioni della UE) in cui la buona volontà dei singoli operatori non manca, le idee valide ci sono, ma purtroppo senza il valido supporto di un'organizzazione e d'una programmazione a lungo termine.
Mentre sono qui a Londra e osservo tutto questo , mi sento un po' straniato e su di un altro pianeta, se soltanto faccio riferimento a ciò che accade in Italia e a come ricordo l'esperienza dei primi giorni di mio figlio Francesco.
Eppure, sarebbe sufficiente molto poco per mettersi in linea: perchè nel pianetà Italia le buone volontà ci sono, le professionalità di eccellenza pure. Basterebbe utilizzare queste risorse verso un progetto di comune utilità, chiaro, senza bizantinismi e senza protagonismi, in cui tutti possano operare al meglio in una cornice strutturata e funzionale, con il supporto di una programmazione di ampio respiro che preveda senza burocratismi inutili degli obiettivi intermedi "reali".
Certo, per poter andare verso un cambiamento significativo, occorrerebbe fare passi da gigante, perchè è chiaro che la Gran Bretagna nell'assistenza sanitaria al cittadino è avanti anni luce rispetto a noi, se si guarda soltanto al modo in cui è strutturato il sistema di prima linea dei Medici di Famiglia (General Practioner).
Eppure, io credo, che un mondo diverso potrebbe essere possibile anche per noi, se invece di sciorinare un'intutile e vuota inventiva (come capita sovente in svariati campi e oltremodo preoccupante, se è messa in atto da parte di gente che legifera senza realmente conoscere la materia su cui interviene) si imparasse a guardare al modello positivo di altre nazioni.