La palermitana Villa Trabia, ex parco annesso ad una casa nobiliare di Palermo (Casena dei Trabia alle Terre Rosse), e acquisita negli anni passati dal Comune, ha goduto per qualche tempo di una stagione di benessere e ha visto nel corso degli anni di una straordinaria rinascenza.
Il parco, infatti, era risorto grazie alle assidue cure somministrate dal personale preposto.
Le lastre di pietra delle antiche panchine erano state rimpiazzate.
La villa stessa con i suoi prestigiosi locali era frequentata dagli studenti che potevano utilizzare le sale di letture di studio, l'emeroteco fornita e la videoteca, soltanto fornendosi di un apposito tesserino.
Ma, con lo splendido scenario che offriva, è stata anche utilizzata come sede "prestigiosa" per la celebrazione dei matrimoni civili.
Ci sono entrato dopo alcuni mesi di mancate visite. A Giugno del 2012, era stato sventato dai vigili del fuoco un'incendio divampato in una palazzina adiacente al corpo principale della Villa, il cui prospetto si affaccia su via Salinas (un incendio divampato quasi simultaneamente ad uno nella non lontana Villa Malfitano.
Ci sono entrato e ho camminato attraverso il parco, sino all'edificio della Villla che era chiusa con le finestre sbarrate (forse per mancanza di personale).
Il parco mi è apparso in degrado, poco curate le aiuole, crescita selvaggia di erbe infestanti, tronchi abbattuti mai rimossi e alcuni anfratti pieni di monnezza in una maniera inveroconda.
Sono stati attuati degli interventi "selvaggi" di messa in sicurezza per alcuni dei giganteschi Ficus di cui il parco, molto esteso, è disseminato.
Questi interventi sono consistiti, in alcuni casi, in una potatura dissennata dei più grossi tronchi portanti e uno degli alberi sottoposto a questo feroce trattamento è morto, mentre altri mostrano chiari segni di degrado, evidenti nel fatto che le grandi radici legnificate affioranti dal terreno stanno cominicando a deteriorarsi e a marcire.
Panchine che erano state rimesso a nuove sono state divelte, in alcuni casi con il chiaro intento di asportare la lastra di marmo.
Insomma, davvero uno schifo.
Sono tornato a casa da quella che avrebbe dovuto essere una bella passeggiata con il cuore gonfio di tristezza e profondamente vergognato.
E, sì, che, sino all'ultima volta che ho avuto ospiti a casa provenienti dal altre regioni italiane o dall'estero, li ho sempre voluto portare a visitare questo grande parco recuperato dal degrado in cui stavo cadendo.
E, alcuni osano dire, con vuota prosopea, che viviamo a Palermo, città europea.
Vedi anche il seguente articolo: Storia di ordinario degrado in un angolo dimenticato di Palermo