Gli scoiattoli si incontrano di frequente qui a Londra.
Con loro sono degli incontri fuggevoli: appena ti vedono, schizzano via, con movimenti aggraziati, tenendo in alto la loro coda piumosa, che orgogliosamente bilancia i loro aerei salterelli e balzi.
E rapidamente si sottragono alla vista, andando a nascondersi nelle loro tane sugli alberi.
Soltanto la ricerca del cibo li spinge a venire allo scoperto, lontano dalle loro ombrose dimore.
Sono amabili questi scoaittoli e uno, a volte, vorrebbe poterli esaminare da vicino o indurli a venire a prendere del cibo direttamente dalla tua mano.
Ma loro non si lasciano corrompere: semplicemente accettano la presenza degli Umani, come un necessario complemento dello scenario naturale in cui si muovono (almeno nei contesti metropolitani).
L'altro giorno, mi sono imbattuto in uno scoiattolo morto: giaceva senza vita sull'erba del giardinetto.
Il suo corpicino era disteso in quello che sembrava un ultimo balzo.
Gli occhi spalancati in una visione di qualcosa di ineffabile.
Li avrei chiusi volentieri quegli occhi, se soltanto avessi saputo come fare, così come si fa n un gesto universale di pietas per chi è appena morto.
La coda piumosa tutta aperta con i suoi sottili filamenti di pelo: che ora penzolavano un po' spenti, rispetto alla magnifecenza che si dispiega nei balzi degli scoiattoli viventi, con l'argento addosso.
La piccola cosa morta mi ha fatto tenerezza, l'ho visto che ancora la vita non era del tutto fuggita da lei (almeno così ho pensato), prima di trasformarlo in una foglia secca.
Uno scoiattolo in transito verso il mondo delle Ombre....