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10 novembre 2024 7 10 /11 /novembre /2024 11:51
Autoscatto (di Maurizio Crispi)

Entro in un locale strano
Parrebbe un luogo deputato ad incontri 
di sesso per coppie e singoli
alla ricerca di trasgressioni e di giochi
(Insomma, come si dice 
nel linguaggio corrente, un privé)
Luci scarne ed essenziali,
ampi ed accoglienti divani,
puffi collocati strategicamente,
e perfino un ampio sommier quadrato
al centro di una stanza
circondato da sedie e divanetti,
perfino un piccolo palco rialzato
per chi volesse cimentarsi 
nel pole dancing,
e poi ampi tendaggi sontuosi
in velluto rosso
dietro i quali il visitatore un po’ voyeur
possa osservare 
senza esser visto 
C’è anche una postazione per il DJ,
al momento vuota,
anche se le apparecchiature sono accese,
con una miriade di lucine pulsanti 
rosse, gialle, verdi
Tutti gli spazi sono vuoti,
pervasi solo da una musica ambient
tenuta a basso volume
Ancora è presto, probabilmente
Penso che i primi cominceranno 
ad arrivare verso le 23.00
e che i giochi non avranno inizio
prima di mezzanotte 
É tutto molto strano e misterioso,
anche se questo apparato scenografico
ispira un forte senso di solitudine 
C’è, sullo sfondo olfattivo,
un vago sentore di disinfettanti per pavimenti

Mi aggiro per quelle stanze 
indolentemente,
forse in po’ annoiato,
chiedendomi 
cosa io ci faccia lì,
cosa mi ci abbia portato
A volte l’oscurità è tale
che per vedere bene
dove mettere i piedi
devo strizzare gli occhi

E poi ecco, c’è qualcuno!
E quel qualcuno è Rocco,

Selfie modificato con effetti speciali (autoscatto di Maurizio Crispi)

Rocco,
vestito come un califfo,
perfino con un turbante in testa,
e drappeggiato in ampie vesti
vivacemente colorate
in tonalità di rossi e di blu
Sarà forse lui il proprietario
di questo privé,
in attesa che arrivino 
i suoi primi ospiti della serata

Ecco che mi ricordo, 
perché sono lì, 
uscendo da una condizione 
di apparente smemoratezza:
sono venuto proprio 
per intervistare Rocco
e porgli domande
sulla sua carriera di Re del Porno

Ci sistemiamo 
e siamo pronti a cominciare,
quando all’improvviso 
spunta fuori
al gran galoppo una cagnetta,
oltremodo simpatica,
con il mantello tricolore,
a chiazze bianche 
e di due differenti sfumature di marrone,
ed un musetto
dominato da liquidi occhi scuri,
terribilmente espressivi,
quasi umani
La riconosco
É la mia ex-cagnetta Flash
che mio figlio ha voluto 
prendere con sé
ribattezzandola “cociola
Sono contento di rivederla
Penso che ci sarà anche mio figlio, 
allora
Ma che ci farà qua, penso
Mollo Rocco, 
senza avere iniziato l’intervista,
e parto alla ricerca di mio figlio
che trovo, in effetti,
nella sua tenuta da videomaker
Mi dice che è qui 
perché aveva preso accordi online
per vendere al bartender
un accessorio della sua attrezzatura fotografica
di cui voleva sbarazzarsi

Dopo un po’ stiamo salendo 
delle interminabili rampe di scale
Non si arrivava mai in cima
Avverto un senso di infinita pesantezza
con la sensazione che
una rampa dopo l’altra
le mie gambe si facciano di piombo
e i muscoli sempre più rigidi
ed inceppati
Ma andavo avanti,
o meglio sempre più in alto,
malgrado tutto
Quella che era cominciata
come una semplice salita
diventava presto
una gara all’ultimo sangue
tra me e mio figlio,
in cui io cercavo di non soccombere

Dissolvenza

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8 novembre 2024 5 08 /11 /novembre /2024 11:20
L'occhio di Dio (foto di Maurizio Crispi, writing metropolitano)

Sogno di essere al lavoro 
in uno spazio SerD

(oggi si chiama così,

ieri era SerT),
com'è noto luogo dedicato

alla cura dei dipendenti da sostanze

e non solo
Ci sono molti pazienti
(o utenti in carico 
che dir si voglia)
che devono depositare campioni di urine
Tutti fanno storie 
o escogitano stratagemmi
per non rilasciare la loro pipì
E sono le solite vecchie storie di sempre 
Si potrebbe ricorrere,
in alternativa all'esame del piscio,
ad altri e più infallibili test, 
come ad esempio all'analisi del capello
(anche se questa è probabilmente un'indagine più costosa)
anche se di certo infallibile,
sia dal punto di vista quantitativo
sia per ciò che riguarda 
una proiezione temporale
dell'abuso delle diverse sostanze

Ci sono lunghe discussioni,
prostranti, faticose,
poiché il repertorio delle scuse è limitato,
in ogni caso - come è nelle indagini relative al doping -
rifiuto equivale a positività
E dunque qual è il senso di tutto ciò?
Il consumatore di sostanze,
colui che è addicted
ama il sotterfugio,
è suo habitus ricorrere alla menzogna,
la sua mente è incrostata di cattive abitudini
che finiscono per avvolgere ciascuno 
come in una corazza 
e che generano automatismi comportamentali
disfunzionali

Nel sogno  - differentemente dal solito andazzo -
non succedevano molte altre cose
Era tutto molto noioso e ripetitivo

Un sogno che non mi è granché piaciuto,
troppo vicino alla mia realtà quotidiana
e ai tempi andati!

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8 novembre 2024 5 08 /11 /novembre /2024 03:31

Questo frammento di sogno è della notte tra il 7 e l’8 novembre 2023.
L’algoritmo di Facebook me lo ripropone come “ricordo”.
Ho fatto i debiti controlli e mi sono reso conto di aver trascurato di averlo riportato qui nel blog.
Dunque, eccolo!

Maurizio Crispi (Facebook)

Conversazione notturna in panchina (foto di Maurizio Crispi)

Mi ritrovo in un posto lontano 
a seguire con tanto di macchina fotografica
una gara internazionale sulla distanza di 100 km su strada


Faccio parte del team italiano
come reporter e fotografo


Mi aggiro, mi muovo, cammino qua e lá 
alla ricerca delle migliori inquadrature
cercando di abbinare
attenzione al paesaggio
e alle bellezze architettoniche
con le necessità della ripresa sportiva


Così facendo, 
perdo di vista il contesto sportivo
e mi ritrovo in un punto distante
ed anche caratteristico della città 


Si tratta di un luogo più unico
che raro,
un’installazione di panchine
che racconta la storia della panchina 
attraverso i secoli
e quindi con panchine di varia foggia
ed anche costruite con i materiali più diversi
Ci sono anche panchine a due o tre elevazioni,
panchine a castello, 
si potrebbe dire,
con le panchine dei piani alti
raggiungibili mediante graziose scalette


Le panchine non sono da esposizione 
ma sono tutte fruibili
Infatti c’è gente seduta
chi a leggere
chi a conversare
chi a rilassarsi e a contemplare
chi a sonnecchiare


Ci sono molte scolaresche in visita,
compitamente chiassose
e per terra un tappeto di giocattoli 
vivacemente colorati


Io sono avvolto da un senso di maraviglia
Faccio scatti su scatti 
cercando le inquadrature migliori
Poi, scelgo anch’io una seduta libera
e mi accomodo
per poter godere anche da seduto 
di cotanta bellezza


Il dovere presto mi richiama
Mi rimetto in strada
per ritornare al percorso di gara 


Ci sono mille ostacoli che si frappongono
e non riesco mai a raggiungere 
la mia meta


Mi imbatto tuttavia
in altre cose
strane e meravigliose
di cui al risveglio
non ho più ricordato i dettagli

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7 novembre 2024 4 07 /11 /novembre /2024 13:36

Cielo terso al mattino
Poi nuvole si addensano
nel corso del giorno
Stesso copione si ripete,
quotidianamente,
nuvole effimere e peregrine,
nuvole sterili che non danno pioggia

Auguriamoci un po’ di pioggia,
che però non sia il nubifragio,
la bomba d’acqua,
l’alluvione

Accontentiamoci di riti propiziatori
e arcani,
di voti benauguranti
e di danze della pioggia,
ma che nessuno si azzardi
ad inseminare quelle nuvole
sterili ed avare
con strane sostanze chimiche
che trasformino
sparute lacrime stentate
in disastrosi rovesci,
acquazzoni,
nubifragi ed esondazioni

Facciamo scongiuri
che nessuno debba aver mai
sciagurate idee
o ci provi con letali esperimenti

Maurizio Crispi

Nuvole, palme e cattedrale (foto di Maurizio Crispi)

Nuvole, palme e cattedrale (foto di Maurizio Crispi)

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5 novembre 2024 2 05 /11 /novembre /2024 05:19
Io e il mio doppio (foto di Maurizio Crispi)

La notte è severa maestra,
ma anche apportatrice di doni
Nel buio della stanza
o con la lucetta del comodino accesa
c’è sempre il confronto con qualcosa,
a volte inquietante,
talvolta appassionante
con ombre che si agitano
e mi ghermiscono,
facendomi vivere situazioni
curiose e appassionanti,
perturbanti e disturbanti,
portandomi in luoghi lontani ed esotici, 
o spingendomi a guardare 
quegli stessi luoghi della quotidianità 
con occhi diversi
e disvelando la meraviglia
e l’orrore (a seconda dei casi)
che sono racchiusi in essi
É come essere un pescatore di perle
che si tuffa e scende 
verso il fondale 
dove potrà trovare delle perle
oppure incontrare 
il mostro che lo ghermisce


A volte credo di avere sognato
ed invece sono stato desto
a macerarmi nel dormiveglia,
talaltra invece ho dormito 
credendo di essere sveglio,
talvolta sogno e sogno di viaggiare,
di andare lontano oppure di stare vicino,
immobile, mentre eventi si svolgono
tutt’attorno a me
ed io ne sono spettatore privilegiato,
osservatore,
o persino osservatore partecipante
Ma sempre me ne sto 
ad occhi bene aperti
In fondo nel sogno cerchiamo la meraviglia
ma anche l’incontro con la paura 
è desiderabile
poiché ci riconduce
alla nostra natura ancestrale
dell’Uomo, esploratore, cercatore,
cacciatore
che nel confronto con le forze più ostili
doveva cercare di sopravvivere 
con le sue sole forze
Il piacere dell’esplorazione, dunque
La ricerca del senso di indicibile paura,
anche
La curiosità 
Esperienze forti a cui attingere 
a piene mani
Riti di iniziazione, oppure prove ordaliche
cui sottoporsi
Eyes Wide Shut, pertanto
Mai deflettere lo sguardo
Sempre cercare di capire
oppure lasciarsi trascinare dall’onda


Chi è il sognatore?
Chi manda i sogni?
Chi li comanda?
Chi ne è il regista?


Questa notte ho vissuto
un’interminabile situazione
Un party
Un incontro poliedrico 
con molti diversi personaggi
Una compagnia vagante ed itinerante 
di guitti e saltimbanchi,
donne e uomini 
con florilegi di tatuaggi bizzarri,
occhi bistrati,
unghie dipinte di nero
movimenti allusivi e ambigui
Andava a finire 
che tutti facevano sesso 
con tutti
in una ripetizione interminabile
in cui i figuranti realizzavano
composizioni di corpi e di membra
fantasiose ed improbabili,
un groviglio inestricabile


Ed io m’aggiravo per quella casa,
senza essere parte di nulla,
se non imbelle testimone del partouze,
senza potere evadere
senza potere dormire
o sprofondare nell’oblio 
d’un sonno senza sogno

 

Poi mi sono svegliato,
o meglio sono riemerso,
con la sensazione di non aver dormito 
per nulla e di non aver riposato


E come ogni volta
eccomi a fare il debriefing
di ciò che ho riportato con me
alla superficie,
tesori,
perle,
meravigliose conchiglie,
inutile robaccia,
mostri e diavoli

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5 novembre 2024 2 05 /11 /novembre /2024 01:22

È la descrizione di un mio stato d’animo e di un frammento di sogno del 5 novembre 2021, di cui feci una prima trascrizione su Facebook, ma senza pubblicarlo qui nel blog.
L’ho recuperato attraverso l’algoritmo e dunque eccolo qui

Maurizio Crispi (5 novembre 2021)

Melograno (foto di Maurizio Crispi)

Ho dormito profondamente
in due riprese
o forse tre


Ad un risveglio
con la testa ancora gonfia
d’un sogno indecifrabile
mi sono seduto a tavola 
e ho mangiucchiato dell’uva passa,
masticando ad occhi chiusi
per assaporare meglio,
bevendo dell’acqua a grandi sorsi.
Era buona buona
quell’uva
mai mangiata una più buona


Il sogno che ho sognato
era vivido 
ma ne ho perso
quasi ogni traccia al risveglio,
salvo un piccolo frammento


Una pioggia 
improvvisa e violenta
trasportava via a valle
tutta la terra fertile
lasciando scoperto
lo strato di roccia e sassi
Cercavo di creare degli argini
all’azione erosiva dell’acqua
anche se il danno era già fatto
Non avevo con me
strumenti adatti
e potevo lavorare soltanto 
a mani nude
 
Ho dato una veloce scorsa
a Faccialibro


Ho guardato le mail


Ho aperto un libro vero
e ci ho infilato il naso dentro


Io sveglio 
e la forte consapevolezza
d’un mondo di dormienti 
attorno a me


La notte è mia
tutta per me
in momenti
come questo


Quando accadono
li accolgo, senza respingerli
senza lottare,
senza dibattermi
in una futile opposizione


Li amo
e vorrei che si protraessero
il più a lungo possibile
assaporandoli lentamente
come quell’uva passa 


Apprezzo il silenzio notturno,
a volte assordante,
rotto soltanto
dai latrati dei cani di ronda


Poi, respirando piano,
inalando ed esalando,
scivolerò di nuovo
nell’abbraccio di Morfeo

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4 novembre 2024 1 04 /11 /novembre /2024 01:02
Il passeggero clandestino (foto di Maurizio Crispi)

Vado alla ricerca di qualcosa
Una cosa che non trovo più da tempo
Passo il mio tempo a rovistare 
negli scaffali dei libri,
negli armadi,
negli angoli più riposti
Ma cos’é?
É un libro che ricordo di possedere 
da tempo immemore
Sono sicuro che ci sia,
da qualche parte
Eppure non lo trovo
Sono fissato con questo libro
Lo voglio
Mi sembra indispensabile
Devo rileggerlo
per carpirne segreti e significati arcani
Eppure non lo trovo,
cerco e non lo trovo
Conduco ogni giorno
la mia ricerca
con diligenza,
con dedizione,
con determinazione
La ricerca non é soltanto fisica
La mia mente rimugina,
alla ricerca di QUEL libro
Ma se mi doveste chiedermi 
cos’é QUEL libro
Io vi risponderei che non lo so
e che del suo titolo
e del suo contenuto
nulla ricordo
Ma credetemi,
quel libro mancante,
quel libro oscuro
prima o poi 
lo troverò 
E dopo che l’avrò trovato,
tutto sarà diverso

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2 novembre 2024 6 02 /11 /novembre /2024 14:07
Quadruplicato (foto modificata, Maurizio Crispi)

I sogni, a volte, sono complessi 
e in essi ci ritroviamo a vivere
cose incredibili;
altre volte, invece, 
sono di una disarmante semplicità 
e rappresentano soltanto 
piccole azioni quotidiane
senza alcuna importanza
I sogni arrivano da qualche parte
senza che il sognatore 
possa influenzarne il contenuto,
o plasmarlo a suo piacimento

Per esempio, nel pomeriggio, 
mi ero addormentato sul divano,
mentre leggevo e sorseggiavo una tisana
Il sogno è stato questo: 
una mano (vedevo solo la mano)
accostava alle mia labbra
un cucchiaio carico di nutella
(o forse era burro di arachidi)
ed io protendevo le labbra in avanti,
contemporaneamente dischiudendole,
per accogliere il ghiotto boccone
Mi sono svegliato di colpo,
e mi sono accorto che questo movimento
delle labbra buffo e ridicolo
lo stavo in effetti compiendo
quasi pregustando il momento 
di essere nutrito
come un uccellino nel nido
in attesa di gustosi bocconi
Ma Ale che era accanto a me
non si era accorta di nulla

Invece, poco fa, mi son svegliato
e c’era il residuo di un sogno
(mi pare che i sogni più floridi
vengono a me, 
quando mi addormento sul divano)
Qui, io e altri avevamo a che fare
con tre tizie 
con le quali non c’era nessun punto in comune
Erano svampite e superficiali,
apparentemente senza alcuno spessore,
vacue e interessate solo a futili argomenti,
indisponenti 
cinguettanti
Perché le avevamo invitate?
Forse per una specie di scommessa,
o per da corso 
ad un esperimento di psicologia sociale,
non saprei
All’appuntamento, delle tre tizie
se ne presentano soltanto due
La terza ha dato forfait
non si sa perché
La conversazione stenta a partire 
Non ci sono degli argomenti comuni
Penso che queste due qui
siano delle autentiche sciacquine 
con le quali non voglio avere 
nulla da spartire
Eppure ora sono costretto
a sciropparmele


Poi sono seduto 
in un basso balconcino, al primo piano,
aggettante su di una strada buia,
poiché é sera
e manca l’illuminazione
C’è una macchina blu
parcheggiata sotto,
di quelle che servono per scarrozzare
dignitari e potenti,
con uomini di scorta 
solitamente armati e agguerriti
In effetti, attorno alla vettura,
ci sono tre figuri grossi come armadi
che si guardano attorno paranoici
(la paranoia é il succo del loro mestiere)
e tengono sotto controllo il territorio
Sono chiaramente in attesa
che arrivi il loro protegé
In effetti, di lì a poco, 
vedo arrivare uno,
alto ed imponente,
vestito di blu,
tanto che a stento ne vedo emergere
volto e mani dalla coltre scura della notte
Dal poco che posso vedere, 
ravviso dei tratti che mi sono familiari
E, sí, con emozione capisco 
che si tratta d’un mio zio,
fratello dello mamma,
morto più di dieci anni fa
Lo chiamo “Zio, zio Aldo!”
Gesticolo, mentre lo chiamo per nome,
cercando di attrarre la sua attenzione,
ma niente: è come se fossi invisibile
e la mia voce non avesse suono
Lo zio, con indosso quell’abito blu,
sale sull’auto blu,
assieme agli uomini di scorta 
vestiti di blu-nero
e parte per essere inghiottito dalla notte,
lasciandomi con la nostalgia
d’un incontro mancato


(Dissolvenza)

Poi ancora sono in un sogno
Sono in una situazione lavorativa
Portano un nuovo paziente
che deve entrare in comunità 
É la prima sua esperienza per lui
Appena arrivato, deve ricevere
la somministrazione di un nuovo farmaco
in forma di polvere bianca
contenuta in un flaconcino di plastica altrettanto bianca, 
senza etichette e senza diciture
Il farmaco si chiama “Tatmen
(sento una voce che ne pronuncia il nome)
e, a quanto capisco, 
il contenuto del flacone
serve per dieci giorni di trattamento
La dose del giorno viene somministrata
al nuovo paziente da un addetto,
forse un infermiere
Poi, io e un altro collega rimaniamo 
a parlare con lui,
mentre Tatmen fa effetto
Poiché é alla sua prima volta
vorremmo spiegargli 
le regole fondamentali della comunità
e ci sediamo vicino lui
Parliamo del più e del meno,
ma senza entrare nel merito delle regole
Poi soprassediamo e decadiamo di farlo
una prossima volta
Intanto, si è fatto il tempo
della quotidiana riunione di gruppo
e lo invitiamo a partecipare

Sono per strada 
in una zona malfamata della città 
e cammino con una valigetta
C’è uno davanti a me
che pure cammina
Al passaggio lungo una viuzza stretta
c’è da superare una gruppo di facinorosi,
forse i rappresentanti d’una gang
Al passaggio del tizio che mi precede
gli urlano contro parole che non comprendo,
forse insulti o espressioni di dileggio
o minacce
Ma non lo attaccano
Quello prosegue per la sua strada
senza proferire verbo 
e senza reagire
Quando sopraggiungo io, 
mi tocca lo stesso trattamento
e anch’io tiro innanzi
senza reagire 
e senza subire attacchi fisici
Poi mi si affianca
uno che non conosco
e mi dice, riferendosi a quei bravi,
C’hanno ‘u babbiu!”
Arrivo ad un portoncino ed entro,
usando la chiave che ho con me,
per fare scattare la serratura
È come se fosse il mio alloggio,
per quanto temporaneo o di fortuna
Ma è minuscolissimo,
grande quanto una casa di bambole,
spoglio e privo di tutto
Che ci faccio lì?
Rimango, vorrei rilassarmi,
ma poi penso che è tardi 
e che devo andare al lavoro
Vengo preso dal pensiero improvviso e disturbante
che non ho ben chiuso l’uscio
e che sono dunque facile preda di quei bravi
Vado per chiuderla, 
sentendo l’affanno e il cuore in gola
Prima che io ci arrivi, 
la porta che era semplicemente socchiusa
si spalanca di botto
e sulla soglia compare un ceffo spiritato,
grande e corpulento come un armadio
che impronta una tiritera offensiva, 
una litania di improperi, 
contro i medici che vivono in quel quartiere
e che non sono mai disponibili,
quando c’è bisogno di loro
Nel mentre sta per passare un’auto blu
Il tipo esaltato,
mi gira le spalle di botto,
per accostarsi all’auto
con un scatto repentino
e attraverso il finestrino semiaperto
cominciare a lanciare insulti 
e verbosità querulomaniche
contro l’occupante della vettura
che è evidentemente un medico


(Dissolvenza)

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30 ottobre 2024 3 30 /10 /ottobre /2024 15:50
Onda monumentale (dal web)

Mi ritrovo a fare un viaggio in terre lontane e inospitali con mezzi di fortuna (una semplice bicicletta) e un’essenziale attrezzatura da giramondo globetrotter 
Ho con me lo zaino con le cose fondamentali: e, cioè, libri, ovviamente, un’agenda per le mie annotazioni giornaliere (una sorta di diario di bordo), l’occorrente per scrivere e le macchine fotografiche (di cui una digitale compatta e l’altra digitale reflex)
Sono in una città nei pressi del mare, anzi dell’oceano che appare vasto e tempestoso con la superficie in continuo movimento e che, di continuo, si rigonfia a formare onde gigantesche e orride, un subbuglio di onde, tutte ammantate di candida spuma
Di onde non ce n’è solo una alla volta, ma ce ne sono cento, mille, che di continuo si fanno e si disfanno: è come se il mare oceano fosse abitato da un’idra con migliaia di teste o da giganti e titani che si agitano per venire alla luce con furia distruttiva
È uno spettacolo terribile, spaventoso, perturbante che dà la misura della forza incontrollabile della natura
Sarebbe di certo cosa prudente starsene alla larga, poiché la sensazione vivida che avverto é che queste enormi onde sulla superficie ribollente del mare potrebbero riunificarsi in una sola gigantesca ondata di Tsunami, pronta ad abbattersi sulla terra emersa e tutto spazzare via, noi uomini, cose, case e animali come fuscelli
Eppure mi pare di notare che sono soltanto io a gettare sguardi verso l’oceano, sentendomi da un lato attratto dall’orrido spettacolo e dall’altro impaurito e timoroso 
É sempre così quando guardiamo l’Abisso: ci fa paura e, nello stesso tempo, ci attrae
Gli altri che affollano questo luogo, attorno a me, sono tutti intenti  nelle loro quotidiane attività e non c’è nessuno di loro che sogguardi verso il mare in tempesta, come se non gli importasse, come se tutti costoro fossero insensibili o anestetizzati oppure come se quel mare in ebollizione orrido e minaccioso non esistesse proprio
Qualcuno, addirittura, buttato per terra, é dormiente, a poca distanza dal frangersi impetuoso di quei cavalloni 
Il vento soffia di continuo e il ribollire dell’acqua, il formarsi delle onde, il loro rombo quando si spezzano nelle acque basse sulla linea della risacca, il gioco continuo delle esplosioni e delle implosioni di quelle enormi masse d’acqua alte come palazzi, producono una cacofonia di suoni violenti e di rumori laceranti che ottundono i sensi e riempiono le orecchie e la testa di sonorità insostenibili
Lascio la mia bicicletta, poggiata sul cavalletto laterale, per andare a fotografare lo spettacolo portentoso e orribile, affascinante e pauroso
Poi torno indietro di corsa, perché mi ricordo all’improvviso che, assieme al velocipede, ho lasciato il mio zaino con tutti i miei averi 
Tutto a posto! E tiro un sospiro di sollievo
Lo zaino è sempre lì, incastrato nel telaio della bici e nessuno lo ha toccato 
Sospiro di sollievo ancora una volta e ritorno indietro per poter scattare altre foto, cercando il punto di ripresa migliore
Mi avvicino molto alla linea della battigia, sempre alla ricerca dello scatto perfetto 
E quasi ci sono: devo guadagnare ancora solo pochi metri per poter avere l’inquadratura ottimale
Nel mentre mi volgo indietro e mi accorgo che quelle onde gigantesche si stanno formando anche dietro di me: un vero e proprio aggiramento!
All’improvviso, mi sento in pericolo e cerco di ritornare indietro, guadagnando una posizione un po’ più sicura
Ma non so se riuscirò in questo mio intento 
L’acqua ormai mi circonda ribollente da tutte le parti

Sono preso da un senso di sconforto e di mancanza di speranza e forse anche cedo ad una fatalistica presa di coscienza dell'irrevocabilità del mio destino

Mi ci vorrebbe un deus ex machina per salvarmi, o un Capitano Nemo che emerga dagli abissi con il suo inaffondabile Nautilus per portarmi al sicuro

Il mare in tempesta con questo spettacolo   fascinoso ed orrido sembra essere il prodromo della fine del mondo 
Quando la fine del mondo arriverà, nessuno se ne accorgerà 
Solo io potrò guardare e sentire, mentre verro ghermito dall’abisso

 

Dissolvenza

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29 ottobre 2024 2 29 /10 /ottobre /2024 04:13

Un sogno in cui compare mio fratello

Maurizio Crispi (29 ottobre 2022)

Io e mio fratello (foto di Maurizio Crispi)

Questa notte ho sognato mio fratello
Lo accompagnavo ad un evento
che si teneva in un grande palazzo storico,
irto di barriere architettoniche


Ad ogni passaggio 
bisognava prenderlo di peso
con la sua carrozzina 
e spostarlo al di là dell’ostacolo


Era una fatica da Titani
oppure degna di quel traghettatore
che poi ebbe nome di Cristoforo 


Poi lo perdevo di vista 
Ogni tanto lo scorgevo
Era come se avesse acquisito
la capacità di spostarsi da solo
pur imprigionato in quella carrozzina
(forse solo con la forza della mente)


E, da lontano, lo vedevo
andare a cacciarsi in posti impossibili
In cima a vertiginose scalinate
oppure su davanzali di enormi finestroni
aggettanti sul vuoto


Da queste postazioni 
pareva che osservasse ciò che accadeva,
enigmatico o sornione,
come un Lone Ranger in carrozzina a rotelle, 
anziché a cavallo


Avrei voluto raggiungerlo per aiutarlo,
ma ogni volta ostacoli
si frapponevano tra me e lui
oppure si attivavano complesse situazioni di folla,
acclamazioni o anche tumulti


Cercavo di gridare il suo nome,
di attirare la sua attenzione
ma dalla mia gola non usciva suono alcuno,
solo inefficaci gorgoglii 


Lui si allontanava sempre di più,
sino a diventare evanescente
come un fantasma 
oppure come un’entità metafisica


E poi non lo vedevo più,
la sua figura andava in dissolvenza 
come in un film,
per poi scomparire del tutto

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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