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29 ottobre 2024 2 29 /10 /ottobre /2024 03:49

Scrissi questa nota, inclusa la trascrizione del reperto onirico, nella notte tra il 28 e il 29 ottobre 2023, poco dopo il passaggio dall’ora legale a quella solare.
Mi ero dimenticato di riportarla qui nel blog.

E dunque eccola!

Maurizio Crispi (29 ottobre 2023)

Notte (foto di Maurizio Crispi)

La luna naviga alta nel cielo
accompagnata da una vivida stella

Al culmine della notte silente
piove su tutto
un bagno di argentea luce,
fredda e fresca

L’orologio che ho al polso
mi dice che è quasi l’alba
ma l’ora del telefono
s’é già aggiornata
e segna le 4 e 48
È uno di quei momenti strani
in cui hai l’impressione 
che il tempo corra
con due diverse velocità 
e, per un attimo, tu rimani basito,
stordito e confuso

 

Dazed and confused


Senza più sapere
chi sei
dove vai
da dove vieni

Il furto di un’ora
e la sua restituzione
C’è in questa altalena ciclica
qualcosa che scuote alle fondamenta
il mio essere

Il pallido lucore lunare
che si posa su tutto
é straniante
e possiede insieme
un potere curativo
misterioso e arcano


Ed ecco che sogno
e mi ritrovo a raccogliere l’anamnesi 
di un paziente
Per estrarre gli elementi necessari
utilizzo una specie di rudimentale aspirapolvere
tenendolo in funzione 
per tutta la durata del colloquio

I ricordi e gli elementi significativi
vanno a finire tutti
dentro un grosso bottiglione panciuto
di vetro verde 

Poi, finito il colloquio,
vado fuori in giardino
per fare pulizia
e mi ritrovo a gestire 
il grosso contenitore
per poter passare all’esame
di ciò che ho raccolto
Cerco di svuotarlo
per separare le cose utili
da quelle scarsamente rilevanti,
il grano dal loglio
per così dire

Ma, niente!
Per quanto lo scuota
da un’imboccatura troppo stretta 
non fuoriesce nulla
É tutto bloccato dentro,
e ad ogni scuotimento
si sentono fruscii e tintinnii
contro la parete di vetro

Poi scopro che dalla stretta apertura,
sporge un qualcosa,
come lanina e peli ammataffati
Comincio delicatamente a tirare
attento a non rompere l’intreccio
ed ecco che, in una filiera interminabile,
viene fuori 
tutto ciò che prima avevo estratto
Sono veramente sorpreso,
stordito e confuso,
Poiché questo processo,
una volta iniziato,
sembra non voler finire più 

Dio, quanta roba!
Cosa me ne farò?


(Dissolvenza)


E poi c’é dell’altro ancora


Sono in viaggio,
armato di macchina fotografica reflex
e tanto di zoom
Arrivo in un posto 
che potrebbe essere l’atrio faraonico
di una delle due torri gemelle,
con il soffitto alto almeno otto piani
Inquadro e scatto 
Mi muovo furtivamente
perché temo di essere ripreso 
dalle telecamere di sorveglianza
Parlo bisbigliando
perché pavento la presenza di cimici
e microspie
Non mi sento tranquillo,
decisamente
Decido di partire 
per un giro a piedi
ma prima voglio andare in bagno
(quello aperto ai visitatori)
per spillare due gocce
Mi infilo in una porticina
e prendo a scendere una ripida scala sospesa
Una donna, armata di un punteruolo rompighiaccio, 
sale nello stesso tempo
in direzione ostinata e contraria
Appena mi vede
prende a retrocedere
poiché non v’è spazio per due 
Io mi lancio in convenevoli
e comunque ringrazio per la cortesia

Poi sono di nuovo fuori 
lanciato in una specie di corsa
assieme al fedele Black
Altri cani prendono a seguirmi
Sono cani sciolti, senza padrone
libere menti, finto aggressivi
e inscenano movimenti
che sono inviti al gioco, più che altro
Mi ritrovo ad inscenare una lotta gioiosa
con uno di loro
e lo blocco con il peso del mio corpo,
gravando su di lui sulla mia schiena
Quello uggiola e cerca di divincolarsi,
ma io mantengo la presa
É solo un gioco
Non c’é alcun intento di far del male
o umiliare

Poi sono di nuovo con Black, da soli
Correndo e camminando 
arriviamo all’atrio di un’antica magione
tutta di pietra e con finestre a bifora
Dobbiamo scendere dentro un cortile interno
e da lì imboccare la via d’uscita,
se ve n’é una
Scendiamo dunque
e la scala di gradini diseguali
sembra interminabile
Quando sono a metà strada
dove c’é un pulpito aggettante 
vedo arrivare un’ambulanza, 
girofaro blu in funzione
Penso che i soccorritori 
debbano scendere con la barella 
e decido di risalire
per dar loro la precedenza
Mi accorgo tuttavia che la scala 
è pressoché scomparsa,
lasciando il posto 
ad una serie di irregolari appigli
Facendo buon viso a cattivo gioco
intraprendo la perigliosa salita,
mentre dalla loro postazione
gli ambulanzieri-langolieri
mi guardano,
mi incitano e mi applaudono

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27 ottobre 2024 7 27 /10 /ottobre /2024 00:52
Nuvole che si baciano e filo spinato (foto di Maurizio Crispi)

Anche stavolta
del sogno di questa notte,
quello prima del mio risveglio 
irrevocabile, alle 04.15,
mi sfugge tutto
Invano ho cercato di ricordare,
anche un singolo dettaglio,
un minuscolo frammento, 
un elemento-chiave
che mi consentissero di costruire 
una narrazione
Malgrado i miei sforzi, niente!
O forse niente, 
proprio a causa dei miei sforzi!


Fuori il vento ulula forte
(o sono soltanto io che lo immagino?)
Una seconda luna brillante
splende nel cielo, ammiccante,
promettendo avventure notturne,
meravigliose,
e quasi oscura con la sua presenza,
con il suo ingombrante esserci,
quella di sempre,
pallida e smunta

 

(…)


Il sonno deve avermi ghermito,
a mia insaputa,
e ho dormito 
Mi sono svegliato dopo un po’,
piccato
per non aver sognato
Ed invece, no!
Mi sono reso conto
che ero stato condotto
nel reame del sogno,
in quel mio luogo preferito
fatto di infiniti luoghi,
di multiversi e di molti volti


Ero ad un convegno di psichiatria
Si discuteva e si conversava
nell’intervallo tra le dotte relazioni
Una dei temi di queste chiacchiere informali e casuali
era la possibile gheità di alcuni
e sui modi in cui tale orientamento
potesse in armonia convivere
con le proprie pratiche
Erano discorsi di caffé
ed io, sentendo l’esigenza 
di ravvivarmi con un caffettuccio,
mi preparavo una caffettiera Moka
da una tazza
e la mettevo a bollire
su di un fornelletto elettrico
che avevo con me
(parte della mia attrezzatura base
di giovane marmotta)
che collegavo ad una presa di corrente
a portata di mano
Fatto ciò, partiva a palla
un condizionatore d’aria,
regolato a 21 gradi
che prendeva a far piovere 
aria ghiacciata e falde di nevischio
sulla testa dei partecipanti
Alcuni per porre rimedio
all’improvvisa ondata polare
indossavano buffi berretti 
forniti di ponpon,
altri delle berrette di lana
tipo scazzettelle multicolori,
oppure dei berrettucci marinareschi
alla maniera di Popeye,
alcuni ancora dei cappelloni rigidi
a tesa larga,
appena usciti dalle abili mani
d’un cappellaio matto
Altri tiravano fuori 
imponenti soprabiti di pelliccia di castoro
e ci si paludavano dentro,
come vichinghi freddolosi
Altri - era evidente che fossero dei mutaforma -
assumevano le sembianze di orsi polari

Io mi scusavo con tutti
per l’incomodo,
assicurando che sarebbe stato 
solo per poco

Giusto il tempo di farmi un caffé!

Il convegno andava avanti,
nel frattempo

The Show Must Go On…

 

(Dissolvenza)

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25 ottobre 2024 5 25 /10 /ottobre /2024 08:10

Pedalo nella notte

Pesto sui pedali

Una pedalata prima incerta,
poi forte e sicura

Lame di luce
s'intersecano,
m'accecano

Altre arrivano da dietro
e proiettano un’ombra lunga
davanti a me

Pedalo senza tregua,
con vigore
l’aria frizzante
mi punge la pelle
e mi invigorisce
ancor di più

Resto invisibile a tutti
come una nave nella notte
navigante
senza luci di posizione

Poi, la perigliosa traversata
é compiuta

Maurizio Crispi

Cantieri di notte (foto di Maurizio Crispi)

Cantieri di notte (foto di Maurizio Crispi)

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24 ottobre 2024 4 24 /10 /ottobre /2024 08:28

Niente
Purtroppo, non ricordo nulla
Son qua
Alla ricerca d'un esile appiglio
per poter entrare
o per poter estrarre con pazienza
tutto il materiale del sogno
La chiave del ricordare
(sogno o frammenti di vita passata
è in definitiva lo stesso)
è tutta lì,
in quell’esile traccia
che puó funzionare
come un filo di Arianna,
ma al contrario
Non per uscire dal labirinto,
ma per entrarvi dentro
a fondo
sino ad incontrare
la bellezza ineffabile
oppure il Mostro

Ci vuol coraggio
ci vuole fede
per esser onironauti

Maurizio Crispi (24 ottobre 2024)

Selfie onirico (foto di Maurizio Crispi)

Selfie onirico (foto di Maurizio Crispi)

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23 ottobre 2024 3 23 /10 /ottobre /2024 15:11
Alba ad Altavilla - 22 ottobre 2023 (foto di Maurizio Crispi)

Mi recavo a cena a casa dei familiari di A
C’erano tante persone

Tra gli invitati anche la zia Mariannù,
sorella di mio padre,
uscita di scena tanti anni fa

C’è da preparare la tavola per il banchetto
Tutti si danno un po’ da fare
chi più chi meno
Io sono molto attivo
e mi sento tutto rincazzullito (sic!)

Whoops! Avrei dovuto scrivere “ringalluzzito”!

Devo andare in bagno 
a svuotare la vescica,
e mi allontano circospetto
salendo al piano di sopra
in ascensore

Esco e mi ritrovo 
in un ambiente inaspettato
É la comunità per psico-pazienti

Sono sorpreso di trovarmi lì 
Eppure inizio il giro delle stanze
per verificare che tutto sia a posto

Non sono tutti presenti
Alcuni sono impegnati in attività esterne
Altri non si sono mossi
e sono ancora a letto
avviluppati nelle coperte come mummie

Dovrei tornare al convito,
ma sono trattenuto e intrattenuto 

Penso che dovrei tornare

il prima possibile

dove mi aspettano,
se mi aspettano,
il prima possibile

 senza ritardi ulteriori

Tutto bene
Tutto a posto

(dissolvenza)


22 ottobre 2023

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23 ottobre 2024 3 23 /10 /ottobre /2024 12:03
Le ultime cose (foto di Maurizio Crispi)

Di quando in quando
ritorno al cimitero
Ho trascurato di andarci in visita 
per i miei morti,
lo ammetto
Ma non ho mancato mai
di passare dalla sepoltura di famiglia
quando sono andato ad onorare
e a compiangere altre morti
Sono momenti questi
In cui ci si ritrova a pensare 
ai propri morti
alla propria solitudine 
al cospetto della morte
ma anche al senso di solidarietà
che ogni morte genera
Nessun uomo è un isola
Quando la campana suona a morto,
non chiedere mai
per chi stia suonando,
perché essa suona anche per te
I commiati 
i transiti 
i passaggi
sono sempre tristi
ma posso anche essere un momento 
che accresce
attraverso la perdita
la nostra forza interiore
al pensiero che coloro che ci lasciano
stiano entrando in qualche modo
in una Luce trascendente e ineffabile,
in un Mistero 
che travalica qualsiasi fede
qualsiasi convinzione religiosa
Il cimitero
I riti ultimi
Il fumo dell’incenso
L’aspersione dell’acqua benedetta
sono tutti passaggi necessari
perché scandiscono 
il rituale della transizione
e lo rendono solenne
Noi viviamo quel transito
come se fossimo noi stessi
a dover transitare
da questo all’altro mondo
Siamo noi colui o colei
che non è più 
Siamo noi dentro a quel feretro
Siamo noi i destinatari 
del pianto e della commozione
La Morte in sè é impensabile, 
indicibile,
incommensurabile, 
indescrivibile
ed é solo specchiandoci in altre morti
che possiamo prefigurarci 
il nostro trapasso
Il cimitero con i suoi viali
fiancheggiati di bosso e di alti cipressi,
con le sue sepolture di pietra
dalle cappelle gentilizie
alle sepolture verticali
chiuse da una lapide orizzontale
più o meno adorna di sculture
di scritture di immagini dei defunti
di scritte dolenti
e quell’odore dolciastro
che è a metà tra profumo 
denso e sontuoso di fioriture
e vago sentore di putrefazione,
le sepolture spoglie e decadenti
da tempo abbandonate
e senza più nessuna cura
da parte di mani amorevoli, 
tutto ciò ci rimanda 
con prepotenza
alla consapevolezza dell’impermanenza
Per stare nella vita
occorre esser capaci 
di stare nei pressi della morte,
di lasciarci toccare da essa
Per vivere
bisogna saper morire

Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi
Foto di Maurizio Crispi

Foto di Maurizio Crispi

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22 ottobre 2024 2 22 /10 /ottobre /2024 07:08

Resti immondi,
un tempo amabili
Bambole
Pupazzi
Dismessi
Abbandonati
nella polvere,
nella morchia
ai piedi di un cassonetto
stracolmo di indifferenziata
Cose inutili adesso,
un tempo utili,
amate,
desiderate,
forse anche con un nome
ora caduto nell'oblio del disuso
Senso di desolazione
Tristezza

Maurizio Crispi (22.10.2024)

Resti non più amabili (foto di Maurizio Crispi)

Resti non più amabili (foto di Maurizio Crispi)

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17 ottobre 2024 4 17 /10 /ottobre /2024 08:34

Futilità
Impermanenza
Sottile senso di insoddisfazione
davanti a qualcosa
che mi pare di non aver fatto bene,
ma non so cosa sia

“Papà, ma non ci pensi mai
a quando morirai?”

“Sì, figlio mio, adesso sì,
mi capita di pensarci più spesso”

“Peró, ora hai 75 anni
e sei ancora vivo”

“Figlio, andiamo avanti un passo alla volta.
Intanto, siamo qua assieme
e ti sto accompagnando a scuola
e questo è tanto”

Poi, una giornata di attesa infruttuosa

Maurizio Crispi (17 ottobre 2024)

Palme svettanti e nuvole (foto di Maurizio Crispi)

Palme svettanti e nuvole (foto di Maurizio Crispi)

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16 ottobre 2024 3 16 /10 /ottobre /2024 13:32
La Torre di Saruman (dal web)

Ho fatto un viaggio
lungo e complicato
ma tutto accadeva in un sol giorno
benché le vicende che vi si verificavano
avrebbero richiesto nella realtà 
un tempo ben maggiore
E, quindi, ero in un posto
dove si svolgeva un party
C’era un grande prato 
dove si affollavano gli ospiti
ciarlieri e vociferanti
e qualche ciarlatano
mescolato tra loro

Qui non ricordo granchè
Poi, al momento di andar via, 
indossavo un giaccone di velluto a coste
che mi stava troppo stretto
anche perché nelle tasche frontali
dovevo infilare un telefono fuori misura,
sicché sentivo una specie di piastrone rigido
che mi comprimeva fastidiosamente il ventre
come se avessi indosso un’armatura di ferro
oppure un carapace 
o uno scudo granitico
Arrivava il momento dei congedi
ordinari e straordinari
Andavo in bagno e, qui, 
per potere procedere alle mie necessità
dovevo liberarmi di tutta quell’armatura ingombrante 
che indossavo
Questo bagno era strano ed era tutto allagato, 
sicché era difficile muoversi senza scivolare
e senza mettere i piedi a guazzo
Poi partivamo e la strada che si snodava
lungo una spiaggia fiancheggiata da una distesa acquitrinosa
ogni tanto la strada si perdeva
e dovevamo andare a guado
Avevo il timore che il nostro mezzo potesse incagliarsi
Ero pronto a tutte le evenienze, 
e al tempo stesso mi sentivo in colpa 
poiché non avevo avvisato Alexa
(che non è la mia assistente virtuale) 
di questo mio viaggio in terre lontane
Arrivavamo, dopo molto procedere
per un tempo soggettivamente infinito, 
in un luogo 
dove v'era una torre altissima, 
una torre imponente ed esoterica
(così la pensavo), 
che - solo a guardarla - 
incuteva timore
Entravo all’interno della torre
attraverso un portale immenso,
decorato di gargolle 
raffiguranti esseri mitologici e fantastici
per ritrovarmi in uno spazio grande
quanto la navata di una cattedrale, 
ma sviluppato in verticale
Suoni incerti e misteriosi m’inquietavano,
ticchettii e sgocciolii, 
spicinii cristallini
ma anche rumori di passi veloci
e scalpiccii furtivi,
senza che vedessi nessun altro, 
voci sommesse e smorzate
Dall’alto scendeva  poi,
con un lieve fruscio,
un grosso libro
Intuivo che era per me 
Lo aprivo e scorrevo le sue pagine
ricoperte fittamente di segni 
a me sconosciuti
Cercavo di decifrare
ciò che vedevo
Scorrevo le righe con gli occhi,
pagina dopo pagina, 
febbrilmente
Ma non capivo,
non riuscivo a comprendere,
quelle parole rimanevano per me 
mute e senza senso
Eppure pensavo di avere per le mani
un libro arcano e prezioso
che avrebbe potuto rivelarmi
il significato nascosto di ogni cosa,
del mondo intero e del cosmo,
del vivere e del morire,
tutte le segrete formule,
sia quelle per giungere 
all’elevazione spirituale e all’ascesi, 
sia quelle per sprofondare 
nell’abiezione più assoluta
Il libro era legato ad una catenella
e, ad un certo punto,
mani invisibili 
(o era per via d’un ingranaggio
comandato a distanza), 
lo tiravano verso l’alto
ed io perdevo la presa su di esso,
benché avessi desiderato trattenerlo
con ogni fibra del mio essere
Evidentemente, lassù, 
nella stanza di comando,
era stato deciso
che il tempo della consultazione 
fosse scaduto

Guardavo verso l’alto
e il libro era ormai quasi del tutto scomparso
Potevo intravedere solo
un residuo biancore fluttuante
come le ali d’un grande albatro
in ascesa 
in volo concentrico
dentro la spazio ristretto
di quella navata verticale
Nella parete vedevo
aprirsi una porticina
da cui si affacciava Alexa,
per un solo attimo
Mi chiedevo se si trattasse 
di lei in carne ed ossa
o se non fosse piuttosto
una sua proiezione olografica
evanescente ed ingannevole
In ogni caso, 
ero contento di vederla,
di sapere che fosse lì con me,
realmente o virtualmente

Ma come avrei potuto fare
per raggiungerla?
Le pareti della navata erano lisce,
prive di appigli, inattaccabili
Forse avrei dovuto andare all’esterno
per studiare se vi fossero
altre vie d’accesso
Mi accorgevo 
con un senso di meraviglia 
che nelle pareti, pur lisce e levigate, 
erano incastonati oggetti di ogni tipo,
soprattutto giocattoli di plastica ed altri materiali,
tra i quali riconoscevo cavallucci a dondolo, tricicli 
e costruzioni lego già assemblate

Un altro mistero nel mistero

(Dissolvenza)

Il patriarca (foto distorta di Maurizio Crispi)

Poi c’era l’incontro con il patriarca di una famiglia di nobile lignaggio ed io mi trovavo in mezzo a dover fare gli onori di casa e a mettere costui e la consorte a proprio agio
Facevo di tutto per ingraziarmi quel patriarca scorbutico e di poche parole con la difficoltà aggiuntiva che parlava una lingua a me sconosciuta
Quindi, per ben intenderci dovevo utilizzare altri strumenti che non fossero le parole, come la mimica e la gestualità 
Mi ritrovavo a dover fare il Mimo malgrado la mia volontà contraria
Eppure, benché fossi (e sia) scarsamente propenso in ciò, i miei sforzi avevano successo
Vedevo che il patriarca aveva sempre più fiducia in me: lo avevo conquistato 
E, se prima si era fermato solo per poco, interrompendo il suo viaggio per una visita veloce, ora capivo che aveva deciso di trattenersi ben più a lungo ed io ero diventato il suo interprete 

Succedevano molte cose che non ricordo più 
Sembrava che io fossi infilato in un loop onirico in cui succedevano di continuo le stesse cose
Ripetizioni, ripetizioni a cui si aggiungevano, ad ogni tornata, solo pochi dettagli

(13 ottobre 2024)

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12 ottobre 2024 6 12 /10 /ottobre /2024 13:31
Alba dorata (foto di Maurizio Crispi)

Mi sono addormentato di botto
e ho dormito un sonno di piombo
Ho sognato
Per qualche motivo futile
andavo a casa di mio figlio grande
Non so, forse dovevo portare qualcosa,
o prender qualcosa, forse un libro,
o dei libri
Andavo prima da sua madre
E le dicevo che sarei entrato 
nell’appartamento contiguo,
quello di mio figlio,
anche se lui non c’era
La chiave, pur nuova e lucente,
stentava a girare nella toppa
Ma poi la serratura cedeva
Ed ero dentro
Nel mentre sopraggiungeva 
proprio lui, mio figlio
Era altero e di poche parole
Non sembrava interessato 
a sapere di me e del motivo
che mi aveva spinto 
ad andare a casa sua
Lui aveva fretta, 
era solo di passaggio,
aspettava altri amici
con i quali doveva incontrarsi 
di lì a poco
per andare ad una di quelle serate turbinose,
di musiche, strepiti e danze
Rimaneva tutto in sospeso
Le parole restavano non dette

Presto tutto crollerà 
o comunque finirà 
Case ed edifici che si erano pensati eterni
cederanno logorate dal peso degli anni
Le tubature cederanno
Le mura vetuste si sgretoleranno
E noi che abbiamo vissuto per anni
chiusi in una fortezza impenetrabile
vedremo crollare
una per una 
le nostre difese,
bastioni, casematte,
camminamenti di controscarpa,
passaggi sotterranei e rifugi anti-atomici
e saremo vulnerabili ed esposti,
improvvisamente fragili, 
come tartarughe private del loro scudo

Alla fine nulla rimarrà,
solo puzzo di bruciato,
una pioggia lenta di cenere grigia
e le pagine sparse e corrose
di chissà quali libri smembrati
si solleveranno in volo
sospinte dalle brezze letali,
come un turbinio di foglie accartocciate
danzanti una danza di morte
dopo l’olocausto nucleare e le piogge nere

Monte dell'alba (foto di Maurizio Crispi)

Monte dell'alba (foto di Maurizio Crispi)

Risveglio

Sentore di legna bruciata
Aria fresca e frizzante
Luce dorata
Monti dorati
Alba dorata
Il mattino ha l’oro in bocca

Poi,
uno sparo rompe l’armonia

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DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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