Siamo in una grande casa,
forse un resort vacanze
e ci sono tanti bambini che giocano e corrono
Tra di essi c'è anche mio figlio
Assieme, andiamo in un posto dove si pratica dello sport
e qui vengono sviluppate
lezioni di avviamento alle varie discipline
per i più piccini.
Spiego a mio figlio,
mentre stiamo seduti
su di un enorme letto di una camera matrimoniale,
dell'importanza di stare assieme a ragazzini della sua età,
appartenenti ad etnie diverse.
E' l'unico modo per superare i pregiudizi - gli dico.
Il sogno è confuso e accadono tante altre cose che non ricordo,
ma è fulgido questo momento di dialogo
tra un padre e un figlio che, ancora acerbo,
sta muovendo i primi passi nella sua vita
![Mufasa e Simba, 25 anni dopo](https://image.over-blog.com/mtceQPjpoy7xLGFqx7z-sP4NMQw=/filters:no_upscale()/image%2F1498857%2F20250108%2Fob_f39bc3_re-leone-home-banner-2280x980.jpg)
Pur nella sua vaghezza, questo sogno mi ha fatto venire in mente una volta in cui mio padre mi parlò solennemente, chiedendomi se ci fosse qualcosa che non andava bene
Ricordo che avevo circa 10 anni e mio padre, probabilmente era preoccupato del fatto che tendessi a starmene per i fatti miei, senza troppo socializzare con i miei coetanei
Ricordo anche che questa conversazione accadde di mattina presto, mentre mio padre si stava preparando per andare al lavoro
Eravamo nella stanza da letto dei miei genitori che non era ancora stata rifatta
Mio padre chiuse la porta, come a sottolineare l'importanza del momento, a tu per tu, quasi da uomo a uomo
Fu l'unica volta che io ricordi, in cui mio padre (mia madre non lo fece mai, a mia memoria) mi chiese qualcosa di me stesso, se stessi bene o se avessi qualche difficoltà
La mia non era una famiglia nella quale si parlasse molto di cose personali ed intime
Non era nel nostro stile dilungarsi a parlare di sé, anche se a tutti noi era richiesta una dura disciplina, muta e condivisa che ruotava attorno a mio fratello
Se si deve essere forti per superare le asperità della vita, non ci si deve mostrare deboli e occorre procedere a testa alta, senza aspettarsi che la vita faccia sconti di sorta
Eppure quella volta mio padre, superando un suo naturale riserbo, lo fece e mi chiese qualcosa che potesse riguardare la mia sfera intima e privata
Io non gli diedi molta soddisfazione, a dire il vero
Dissi - forse intimidito da questa solennità - che non c'era alcun problema, almeno per quello che potevo capire
Lui soggiunse che, in qualsiasi momento e per qualsiasi cosa potessi aver bisogno, avrei sempre potuto parlare con lui e che in simili circostanze lui mi avrebbe dato la massima attenzione
Ciò che ricordo di questa conversazione, è il disordine della camera da letto e il fatto che io me ne stessi seduto sul bordo del letto, mentre mio padre era affaccendato nei suoi preparativi
Come ho già detto, probabilmente eravamo d'estate, perché mentre mio padre si preparava per andare al lavoro, io non avevo un'urgenza particolare e, quando mi chiamò per parlare, ciondolavo in giro
La conversazione non ebbe forse l'esito voluto da lui (che era fondamentalmente di poche parole, a meno che non si confrontasse in un agone intellettuale ed io, sotto questo profilo, ero ancora troppo piccolo ed acerbo per essere un suo efficace antagonista), ma fu l'espressione di una sua attenzione nei miei confronti (magari scaturita da una precedente consultazione con la mamma)
E mi fece anche capire (ma lo compresi meglio retroattivamente) che ero cresciuto abbastanza e che ora avrei potuto confrontarmi con lui
Insomma, mi indico una via possibile che, se avessi voluto, avrei potuto percorrere
E di questo tentativo non posso che essergli grato ancora oggi
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