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3 febbraio 2025 1 03 /02 /febbraio /2025 03:34

Queste considerazioni risalgono ad un anno fa
Le scrissi esattamente il 3 febbraio del 2024.
Da allora simili episodi si sono ripetuti molte altre volte

Maurizio Crispi (3 febbraio 2024)

Auto vandalizzata ((foto di Maurizio Crispi)

La notte scorsa, tra il 2 e il 3 febbraio, un vandalo - o dei vandali - hanno spaccato i vetri di alcune macchine parcheggiate lungo Viale delle Magnolie - di ben sette auto! - e di una in Via Lombardia.

Di alcune delle auto colpite sono stati frantumati addirittura due vetri - sia dello sportello anteriore sia di quello posteriore!
S’è trattato di un atto vandalico del tutto gratuito, dal momento che la rottura dei finestrini non era finalizzata alla rimozione di oggetti contenuti all’interno o di parti delle auto parcheggiate .
Quando, passeggiando il cane, sono passato lungo Viale delle Magnolie due anziani signori, una coppia, si sforzavano di rimuovere tutti i frammenti di vetro dei sedili e di collocare dei sacchi della spazzatura in corrispondenza dei due finestrini frantumati per creare un precario riparo dalle intemperie.
Erano, i due signori, trasecolati e ci siamo soffermati a parlare un poco dell’accaduto
Hanno espresso la loro stizza,  lamentandosi del fatto che nella zona non si vede mai nessuna macchina della Polizia o dei Vigili urbani passare quando fa buio a scopo deterrente, e hanno aggiunto: “Quando si tratta di prendere multe però ci sono sempre!”
Una grande espressione di sfiducia da parte di cittadini delusi e desiderosi di una città più vivibile!
Non ho potuto che condividere mestamente il loro pensiero… 
Indubbiamente - penso io - sta andando tutto a rotoli con il manifestarsi a macchia di leopardo di fenomeni di questo tipo, violenze gratuite contro cose e persone, atteggiamenti sprezzanti nei confronti delle regole di una civile convivenza e così via 
E sarà sempre peggio

Succede a Palermo (ma anche nel resto dell’Italia)!

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9 aprile 2024 2 09 /04 /aprile /2024 12:35
Le isole franche della munnizza che mai viene raccolta. Succede a Palermo

La foto che vedete è stata scattata dalle parti di via Ruggerone da Palermo

Ci sono delle zone della città - autentiche zone franche o zone d’ombra o non luoghi -  in cui i raccoglitori latitano per giorni e giorni, mentre la monnezza deborda sino ad invadere la sede stradale in montagne prorompenti.
I cassoni ricolmi e mai svuotate sono delle autentiche cornucopie della munnizza.
Perché continua ad accadere ciò?

Varie possono essere le cause

Mancanza di personale?
Penuria di mezzi?
Incapacità di pianificare e organizzare?
Oppure semplice strafottenza/negligenza?

Può anche darsi che l'incuria/negligenza dipendano da un mix letale di tutte le cause elencate sopra.

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28 marzo 2024 4 28 /03 /marzo /2024 13:47
Dario Musso sedato e sottoposto a TSO

Il video che riporto sopra racconta un evento increscioso al tempo del lockdown, accaduto qui in Sicilia, complici i camici bianchi in funzione puramente repressiva e nella veste di garanti dell’ordine pubblico.
Il camice bianco, in questa circostanza, in modo palese diventa emblema di potere, di cui si fa senza mezzi termini abuso.
Lo voglio riportare qui giusto per non dimenticare alcuni degli eccessi che sono stati perpetrati in tempo di Covid e per riflettere su alcune storture dell’apparato psichiatrico che continua, purtroppo, a ripetere quelle pratiche aborrite discendenti dalla legge manicomiale del 1904 che, pur essendo stata formalmente superata dalla legge 180 del 1978, continua ad essere viva e presente nella mente di molti (il Manicomio continua ad essere presente e vivo nella mente di molti, moltissimi, e rimane come costrutto di pensiero che salta sempre fuori).

Devo il recupero dell'assurdo episodio alla recente lettura (ancora in corso) di un testo di Piero Cipriano, Il libro bolañiano dei morti. Esercizi di ego dissoluzione (2020).

Complottista secondo me era pure Dario Musso ragazzo drammatico e teatrale di Ravanusa che il lockdown (non vedo l’ora di dimenticare questa parola) come a tutti gli aveva spezzato la pazienza e inizia a fare video inquietanti in cui si punta un cacciavite alla tempia e incita alla rivolta e pochi giorni prima viene fermato da un carabiniere Che assiste allibito a lui ti ha contrattacca gli dice che fare il carabiniere di questi tempi affermare persone innocenti è una merda e brucia la sua carta d’identità e il giorno del fermo sanitario e in giro nella sua auto con un megafono che incita alla disobbedienza a non abboccare alle favole governative non c’è nessun virus dice, togliete le mascherine riaprite negozi, uscite…
(ora confessate di non averlo pensato almeno una volta pure voi tutto ciò) lo circondano carabinieri e agenti municipali, lui fa un video in diretta in cui prova a mantenere la calma, scende, resta calmo, bravo Dario così si fa, ma non basta perché arrivano tre sanitari uno dei quali ha una siringa, il sanitario non gli va incontro davanti per parlargli no, lo aggira gli punta la siringa, vuol siringarlo da dietro con tutti i pantaloni, stato di necessità diranno poi nel processo che si farà ma io dico, dalle immagini, non c’era nessuno stato di necessità, legittima difesa dite? Nemmeno eppure un carabiniere lo prende per le gambe e lo atterra, il sanitario col camice e la siringa lo infila, la donna che fa il video grida atterrita in siciliano lo stanno sedando lo stanno sedando. Finisce il video inizia l’audio, il fratello di Dario, avvocato, prova per giorni a chiamare all’ospedale di Canicattì, al reparto psichiatrico dove Dario è ricoverato in TSO sedato legato cateterizzato ma la dottoressa balbetta, dice non possiamo dare notizie lui richiama e lei dice suo fratello dorme lui richiama lei dice non abbiamo il cordless lui richiama lei dice ho un’urgenza ho un ricovero ora non posso parlare, sono imbarazzato per lei per questa poverina che senza dignità né etica si schermisce. Dopo cinque sei giorni tali le pressioni, le lettere, le telefonate, ai medici e al sindaco, tra queste quella di Gisella Trincas dell’UNASAM (associazione di familiari dei pazienti psichiatrici) o del garante nazionale dei detenuti o di me stesso che provo a parlare invano con la dottoressa che ha sempre un’urgenza e non può rispondere, insomma Dario viene (altrettanto selvaggiamente) dimesso e per fortuna non fa la fine di Franco Mastrogiovanni o Giuseppe Casu o Elena Ca sì setto (cioè: non muore legato al letto).
” (ib., pp. 116-117)

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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