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Mi reco in una casa di mia proprietà, assieme all'avvocato che mi rappresenta.
Devo mostrare l'appartamento a qualcuno che deve fare dei rilievi planimetrici.
E' stato preso un appuntamento qualche giorno prima.
In realtà, la casa, al momento, è occupata abusivamente da uno che non ha più titolo per essere il conduttore della locazione, poiché l'inquilino originario è morto e del contratto d'affitto è già stata inviata, in tempo utile, la disdetta.
Sono in corso le procedure per la cessazione degli accordi di locazione, dunque.
Ma si tratta di cose lunghe e l'inquilino (o meglio il suo erede), nel frattempo, è sempre là, ed io non posso rientrare nel pieno e legittimo possesso del mio bene.
Quindi, a stretto rigore, in questa situazione, non avrei alcun titolo per entrare nell'appartamento: non dovrei nemmeno essere in possesso delle chiavi che mi consentono di accedervi.
Comunque sia, io e l'avvocato arriviamo puntuali all'appuntamento con i geometri e, dopo aver armeggiato con la serratura, apriamo la porta ed entriamo.
L'avvocato che è con me mi avverte che, aprendo la porta con una chiave in mio possesso e varcando la soglia dell'abitazione, stiamo infrangendo la Legge, ma ciò nondimeno entriamo. L'avvocato mi ha parlato come se fosse - in questa contigenza - un mio Super Io, severo, ma inefface.
L'apparrtamento, ad una prima ispezione, sembra essere desolatamente vuoto, o meglio è disseminato di scarti e macerie, come tutto ciò che rimane indietro - solitamente - dopo un trasloco frettoloso.
Io dico, tirando un sospiro di sollievo: "Sembra che l'inquilino se ne sia andato!"
Ma l'avvocato replica: "Sì, ma - in ogni caso - senza una notifica ufficiale di ciò da parte sua, stiamo infrangendo la Legge. Non dovremmo essere qui, in questo momento".
Comunque, girando per l'appartamento e guardando meglio in ciascuna stanza, vediamo che ci sono dei residui di mobilia, ma come di una casa che è andata in malora da tempo.
Poi, arriviamo ad una piccola stanzetta che è arredata con un piccolo lettino, poco più che un misero giaciglio o una cuccia, e sparsi in giro molti effetti personali e capi di vestiario, in totale disordine e abbandono. Sporcizia e degrado dovunque.
Dopo aver terminato questo rapido esame, io dico: "Allora, l'inquilino abita ancora qua, anche se la sua abitazione è ridotta ai minimi termini".
L'avvocato replica: "A maggior ragione, ora che abbiamo appurato ciò, dovremmo essere fuori dall'appartamento il più rapidamente possibile. Altrimenti sono guai, nel caso che l'inquilino dovesse sopraggiungere all'improvviso, cogliendoci in piena effrazione!".
In fretta, ci portiamo verso l'ingresso e, avendone varcata la soglia, cerchiamo di chiudere la porta ma senza risultato: la serratura si inceppa, malgrado i nostri numerosi tentativi. Questo è imbarazzante, poichè chi dovesse sopraggiungere, esaminando la serratura così inceppata, potrebbe dedurre che essa sia stata scassinata o manomessa.
Nel mentre - lupus in fabula - sopraggiunge proprio l'inquilino (che però io non ho mai visto in volto, anche se sono in grado di riconoscerlo, per via della somiglianza con i genitori - un tempo conduttori -: nel suo viso, infatti, vedo l'^impigna" di famiglia).
Si fa verso di noi, minaccioso e con un aria da bulletto spavaldo ed arrogante.
"Cosa state facendo? Ora chiamo i Carabinieri e vi denuncio, perchè siete entrati abusivamente a casa mia! E, per giunta, a quanto vedo, forzando la serratura!".
Io sono in piena confusione.
Il tipo s'avvicina ad una finestrella che aggetta sul pianerottolo e ci fa vedere un dispositivo che ha installato, in modo tale che si attivi in caso di effrazione e che lo avvisi immediatamente se qualcuno dovesse entrare abusivamente a casa sua.
Si tratta di una bacinella basculante che contiene una pietra. Se la porta viene aperta la bacinella si rovescia e la pietra cade a terra, azionando un dispositivo di chiamata rapida al suo cellulare.
"Ecco perchè sono arrivato subito!" - aggiunge lui al termine delle sue spiegazioni, quasi gongolando.
Inoltre, ci fa vedere una grossa scatola piena di biglie di vetro multicolori, alcune delle dimensioni di una pallina di ping pong.
"E questo è un altro dispositivo che tengo di riserva per difendermi da chiunqui tenti di penetrare abusivamente nel mio appartamento!".
Prende la scatola e, repentinamente, rovescia a terra le biglie che prendono a rimbalzare e a rotolare da tutte le parti.
Senza ulteriore indugio io e l'avvocato prendiamo la via delle scale e cerchiamo di affrettarci, nel tentativo di venire fuori da un territorio che s'è fatto così all'improvviso ostile, ma poichè i gradini sono invasi dalle biglie rotolanti, ci ritroviamo praticamente con i piedi a rullare su di esse, riuscendo a mantenere a stento l'equilibrio in un difficile esercizio acrobatico che, se fossimo al circo, strapperebbe grida di ammirazione e applausi fervidi.
Ma l'equilibrio riusciamo a mantenerlo per poco tempo.
Difatti, l'avvocato cadde a terra.
Immediatamente dopo anche io cado rovinosamente
(Dissolvenza)
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