Overblog
Segui questo blog Administration + Create my blog
11 marzo 2019 1 11 /03 /marzo /2019 06:22

Tempo addietro, avendo raccolto una ghianda ai piedi di una quercia possente, provai a farla germogliare. La curai, ottenni il germoglio e quindi quando era piccolo e tenero lo misi in vaso. Anche se hai seguito questa procedura altre volte, quando ti riesce di nuovo, provi sempre un senso di grande meraviglia: è come vivere in prima persona la storia meravigliosa, raccontata da Jean Giono a proposito di Elzéard Bouffier, ovvero dell'uomo che piantava gli alberi.
Molto tempo prima avevo fatto la stessa cosa con una ghianda di leccio e l'operazione era andata a buon fine.
Anche questa volta si sviluppò una piantina e, dopo, un anno circa, quando la stagione fu favorevole, la misi a dimora.

Il virgulto tuttavia non sopportò la stagione calda e si essiccò, con mio grande dispiacere. E me ne dimenticai.

Dopo circa un anno, passato l'inverno, ecco all'improvviso spuntare dalla terra, un germoglio tenero di foglie: era quella piantina che, rimasta quiescente sottoterra, adesso si risvegliava e riprendeva la crescita della sua parte aerea.

Ancora oggi va crescendo lentamente, ma ad ogni stagione che passa acquista maggiore vigore.

L'altra notte ho fatto un sogno che la riguardava.

Foto di maurizio Crispi. La piccola quercia tenace

Ero di fronte a questo virgulto e ne osservavo le gemme turgide pronte a dar vita ad un nuovo sviluppo fogliare e pensavo all'improvviso di averla piantata troppo vicino alla casa e ad alcuni ulivi. "Quando questa quercia - pensavo nel sogno - sarà diventata grande e fronzuta, darà fastidio agli ulivi e metterà a repentaglio la casa stessa".

E, allora, sempre muovendomi nel sogno, la recidevo con un paio di cesoie. Di lì a poco la pianta si riformava, quasi per miracolo.

E io la tagliavo ancora.

E lei ricresceva.

Io tagliavo.

E lei ricresceva.

In un loop infinito. Una specie di braccio di ferro tra me e lei.

Mi diceva: "E' inutile che mi tagli. E' questo il posto che tu hai scelto per me. Ed è questo il posto dove continuerò a crescere. Tu mi hai fatto nascere e tu non potrai mai più levarmi la vita".

E il sogno finiva qui.


Ci sono certe piante arboree che sono davvero eterne, come gli ulivi o i carrubbi. Anche se la parte aerea di queste piante viene devastata da una catastrofe, da un evento atmoferico imprevisto o dalla mano dell'uomo, esse risorgono dalle ceppaie che spesso sono molto pià vaste della parte fuori dalla superficie [e come racconta Stefano Mancuso in uno dei suoi più recenti libri, La pianta del Mondo], le ceppaie spesso continuano a vivere perchè il loro impianto radicale serve alla vita di altre piante arboree vicino]. E la quercia appartiene, appunto, a questa categoria di piante.
 

Condividi post
Repost0
19 dicembre 2018 3 19 /12 /dicembre /2018 07:21

C'è un incendio che si sta formando
Eppure non faccio nulla per spegnerlo
Mi sposto da un angolo all'altro di una casa che non conosco, in cerca
quando ho finalmente recuperato un secchio pieno
lo svuoto sulle fiamme guizzanti, ma senza convinzione
come se del fuoco che arde non mi importasse nulla
ignizione che si tramuto in agnizione,
anzi lo guardo come se fosse parte del mio Io più profondo
Intanto, se alzo lo sguardo, vedo la volta del cielo nero,
e il firrmamento di stelle trapuntate,
alcune pulsanti
Barbaglio di braci che arriva a me
dopo aver viaggiato nello spazio cosmico per milioni di anni luce
e quelle stelle che pulsano così brillanti forse non esistono più,
le loro fornaci si sono estinte
o sono implose
o si sono trasformate in un freddo ammasso di rocce morte
Eppure portano a me un messaggio di luce
Ed è allora ben poca cosa, in confronto all'enormità dell'Universo,
il tappeto di fiammelle guizzanti ai miei piedi

Il tempo delle fiamme del desiderio si è estinto da tempo
come quelle stelle ormai morte di cui ancora vedo la luce accattivante

E poi, dopo gli ultimi fuochi, rimarrà soltanto una luce nera ed insondabile

Il fuoco delle stelle
Condividi post
Repost0
18 dicembre 2018 2 18 /12 /dicembre /2018 07:43
Il volo di Icaro by Matisse

Un tempo lontano sognavo di volare
Era un sogno ricorrente.
Ma si trattava di un volo strano, senza strumenti idonei a volare, cioè, in sostanza, senza ali

Non era come il volo temerario di Icaro, insomma, o - adesso - quello di coloro che si buttano dall'alto delle montagne equipaggiati di parapendio.
Cominciava sempre con una corsa balzata, come in assenza di gravità
Poi, man mano che andava avanti, mi accorgevo che potevo librarmi in aria, ritardando sempre di più il momento della caduta al suolo. Nei momenti di sospensione sperimentavo una sensazione di leggerezza (ovviamente), ma soprattutto di grande gioia.
Insomma, era come una corsa con un tempo di volo infinito, rallentata anche, come quella che si può vedere nei film di fantascienza, quando gli astronauti bardati delle loro tute si impegnano in attività extraveicolari nel vuoto dello spazio profondo.
Le sensazioni erano bellissime.
Godevo intimamente di sperimentare una totale assenza di peso, una grandissima leggerezza, quando dentro di me avvertivo una sconfinata fiducia sul fatto che tutto ciò che desiderassi fosse possibile e a portata di mano.
E c'era anche, nei momenti di questo volo sospeso e prolungato, una sensazione di invincibile forza e di invulnerabilità.
Ma questi sogni di voli adesso non ritornano più a visitarmi e ne sento la mancanza.
Vorrei potermi staccare dalla mia ombra e poterla guardare rimanere incollata a terra, mentre io lievito leggero.
Vorrei poter volare di nuovo, come quando in quel passato lontano credevo che tutto fosse possibile e a portata di mano.

Foto di Maurizio Crispi

Foto di Maurizio Crispi

Condividi post
Repost0
2 dicembre 2018 7 02 /12 /dicembre /2018 10:53

Mi capita sovente di sognare di un appartamento segreto.
Un posto che sembra essere quasi un rifugio, al quale soltanto io ho l'accesso.
Si trova ubicato in un grande palazzo, nell'intercapedine tra due altri appartmenti: ed in comunicazione con entrambi attraverso porte a scomparsa, occultate ad arte, che soltanto io posso aprire.
E' un appartamento attrezzato del minimo necessario, ma sostanzialmente di aspetto monacale: benchè sia segreto ed invisibile è dotato di finestre che si aprono all'esterno e che ne consentono aereazione e una buona illuminazione con la luce del giorno.
Dall'appartamento si accede ad un'enorme terrazza che occupa l'intera superficie dell'edificio.
Di fatto, questa terrazza è un enorme giardino pensile dove crescono piante da fiori e anche alberi che nel corso del tempo sono diventati enormi e ramificati sino a formare una vasta foresta incolta.
Non ho mai avuto tempo di curarla nelle mie fugaci visite, poichè c'è sempre qualche evento imprevisto che mi distoglie dal curarmi del mio giardino.
Ogni tanto, nei miei sogni, mi aggiro nei meandri di qesta piccola foresta, sorprendendomi ogni volta nello scoprire che nuovi virgulti sono cresciuti, fino a formare un fitto sottobosco e che alberetti prima piccoli sono diventati enormi e fronzuti.
Ogni tanto mi affaccio alla ringhiera e vedo dei bambini che nei cortili sottostanti giocano e si rincorrono, ma nessuno di loro si accorge mai di me che li osservo dall'alto. E' come se da questo rifuggio segreto nessuno mi potesse vedere e, d'altra parte, è impossibile qualsiasi comunicazione a voce, in considerazione dell'altezza.
Qualche volta nei sogni, sono all'esterno dell'appartamento, e mi soffermo a trastullarmi con l'idea che posso entrarci qando voglio, passando in rassegna le diverse stanze che lo compongono: trattandosi di una cosa che sento solo ed esclusivamente mia non ha davvero importanza entrarci, perchè so che sono l'unico a possedere le chiavi di questo piccolo regno nascosto.
Altre volte, invece, mi aggiro al suo interno, ma sempre senza particolarmente soffermarmi in una stanza o nell'altra: ma i sogni non mi dicono mai cosa faccio quando sono al suo interno. In effetti, le stanze sono spoglie, come in attesa di essere occupate.
Le porte d'accesso sono nascoste e soltanto io ne conosco il segreto: mi sorprendo a volte che questo appartamento possa esistere ignorato da tutti.
A volte mi chiedo come ciò sia possibile: a volte, mi rispondo dicendo che l'appartamento si trova in un'intercapedine di cui nessuno conosce l'esistenza e in cui io, per qualche bizzarria della sorta, mi sono imbattuto. Altre volte, contagiato dalle mie letture di fantascienza, mi dico che si tratta piuttosto di una porta verso un altro mondo che, tuttavia, rimane in un rapporto di stretta contiguità con quello da cui provengo. Ma questo pensiero è di per sé inquietante, poichè a volte mi trovo a pensare che le porte d'accesso possano chiudersi definitivamente anche per me, proprio quando sono al suo interno. O anche - con un pensiero più ardito - penso che possa essere una camera per il teletrasporto di cui ignoro il meccanismo di funzionamento.
Sì, sembra essere decisamente una dimora da vivere in solitudine, quasi fosse la dimora di un eremita che ha fatto il voto del silenzio, ma quando sono lì dentro o sulla sua soglia, non mi sembra mai che mi manchi qualcosa di essenziale. E dire che, nel corso delle mie visite, non ho mai visto al suo interno, alcun libro, o cd. C'è sì uno spazzolino da denti nel bagno che presenta tracce d'uso.
L'altro giorno, per la prima volta, ho sognato che Gabriel era con me dentro quell'appartamento segreto. Un po' giocavamo assieme, un po' Gabriel faceva qualcosa per cui io lo rimproveravo. Malgrado questi piccoli screzi, avevo la netta sensazione che io e lui stavamo bene assieme, come quando ci ritroviamo a giocare assieme.
Quest'ultimo sogno, a differenza degli altri simili, era molto lungo: mi dava un una percezione soggettiva di interminabilità.
Mi svegliavo e ripiombavo nel sonno per sognare lo stesso scenario, oppure - mi sono poi detto - i risvegli non erano reali e facevano pure parte di quel sogno. Non saprei.
Ma, ad un certo punto, mi sono angosciato: ho pensato di essere intrappolato lì dentro una volta per tutte e di non poterne uscire più: come se il paradiso segreto stesse per trasformarsi in una prigione dalla quale non ci sarebbe più stata una fuga possibile.
Una sorta di concamerazione segreta della mia mente, nella quale sarei rimasto bloccato per sempre.
Un luogo, dal quale non potrei più essere recuperato, come se un dio che gioca con l'Universo potesse decretare: "Quelle porte che erano per aperte per te, ora saranno chiuse per sempre e tu non potrai mai fare ritorno".
E, a questo punto di quest'ultimo sogno, mi sono risvegliato in preda ad una profonda ed inesprimibile angoscia.


 

Condividi post
Repost0
23 agosto 2018 4 23 /08 /agosto /2018 08:55
Foresta Ginko Biloba

Ho sognato che vagavo in una foresta di Ginko Biloba
Una foresta labirintica e mai addomesticata, forse preistorica
Silenzio e solitudine,
il suolo ticco di humus,
ricoperto di foglie cadute
i rami ritorti mi costringevano
a fare lunghi giri
a piegarmi
ad arrotolarmi
ad attorcigliarmi
a strisciare ventre a terra
Ma non c’era stanchezza in me
malgrado il protrarsi di uno sforzo acrobatico,
soltanto il senso della meraviglia

 

E sentivo lontana la presenza del grande mare
sempre irragiungibile

Il suo profumo ed un accenno di scoloritura
degli scampoli di cielo sovrastanti
Thalassa, thalassa

Condividi post
Repost0
7 agosto 2018 2 07 /08 /agosto /2018 08:24
Sul vulcano

E' in corso una potente eruzione vulcanica

Forse è l'Etna, a Muntagna

Ma potrebbe essere dovunque

Io sono lì, nell'epicentro dell'eruzione

per identificare il cratere "pilota"

e giungo con il mezzo

simile a quello disegnate per attività esterne extramodulari

sui pianeti in esplorazione

in un profondo canalone fiancheggiato da ripide pareti di roccia lavica

e il fondo di sabbia nera molto mobile

Mi metto lì in attesa dei segni premonitori della formazione del Cratere Pilota

- e non so cosa sia -

Poi, comprendo di aver sbagliato del tutto le mie stime

e di essere nel mezzo del posto sbagliato

Comincia una corsa contro il tempo per spostarmi in una differente location

ma il fondo di sabbia del canalone si fa instabile

e minaccia di inghiottirmi

Condividi post
Repost0
29 aprile 2018 7 29 /04 /aprile /2018 22:30
Macerie

Spesso, negli ultimi tempi, faccio sogni, carichi d'angoscia, in cui mi muovo con dolente rassegnazione in scenari che mi sono familiari, ma devastati come se fossero stati attraversati da Katrina o altre analoghe calamità.

Le stanze sono vuote e spoglie di tutto, come se fosse stato messo in atto un frettoloso trasloco.

Non c'è più traccia delle cose che si accumulano in una vita.

Nessun oggetto personale, mio o dei miei familiari, tranne frammenti e macerie. Segni sui muri al posto dei quadri che li occupavano, polvere si anni e lanina.

Mobili, sopramobili, libri: tutto scomparso: é bastato un attimo di distrazione.

Vorrei lottare con tutte le mie forze contro il gorgo del tempo che inghiotte tutto e contro questa potente spinta alla disgregazione che sento in azione.

Ma non ci riesco e non trovo in me alcuna forza antagonista. Anzi, mi rendo conto che ogni energia mi abbandona, fluendo inesorabilmente fuori dalla mia carne e dalle mie ossa.

Sento di essere sul punto di divenire polvere, anzi meno ancora che polvere.

E, a questo punto, posso sentire il vento arrivare con un turbine a disperdere tutto, pagine sparse di libri soprattutto che si allontano in un vortice, come foglie morte.

Penso spesso a come sia fragile il nostro equilibrio e a come fondiamo, magrado ogni evidenza, la nostra identità su gli oggetti della memoria. Carabattole spessp di nessuna importanza, ma piene di significati.

Se questi oggetti scompaiono, se vengono distrutti prematuramente, cosa rimane veramente di noi, dove andrà a puntellarsi la nostra memoria?

Dopo questi sogni, mi risveglio in preda all'ansia: solo dopo qualche istante, vedendo che nulla attorno a me è veramente cambiato, mi rassicuro.

I miei ancoraggi, i miei percorsi di memoria supportati da pietre miliari tangibili, per il momento ci sono ancora.

La partita vera e più cudele si gioca tra ciò che è nella realtà e ciò che riusciamo a trattenere nella mente.

Come nel caso del professore sinologo, indimenticabile protagonista di Autodafè di Elias Canetti.

Tiro un sospiro di sollievo... sino al prossimo sogno.

Ma rimane sempre il dubbio: e se ciò che ho sognato fosse stata una visione della realtà com'è dietro il velo dell'illusione?

 

Condividi post
Repost0
29 dicembre 2016 4 29 /12 /dicembre /2016 16:58
La vita clandestina dei sogni
La vita clandestina dei sogni
La vita clandestina dei sogni
La vita clandestina dei sogni
La vita clandestina dei sogni
La vita clandestina dei sogni
La vita clandestina dei sogni
La vita clandestina dei sogni

I sogni
come le nuvole
vanno e vengono

Ti visitano ogni notte,
ma non hai quasi mai una presa salda su di essi

Svaniscono come una lieve rugiada
evapora via al primo calore del sole
senza lasciare traccia
(e se questa rimane è effimera)
Persino quando li ricordi e li trascrivi,
a distanza di tempo
ti sembrano estranei al te e al tuo essere

Come se il tuo sognare
fosse quello di un'altra persona
con la quale non hai alcuna dimestichezza

E, quindi, c'è un'intera parte della nostra vita
- quella del sogno - che, salvo rare eccezioni,
rimane a noi totalmente preclusa

Nei sogni si dipana un'altra esistenza, parallela,
della quale soltanto di tanto in tanto
possiamo cogliere sprazzi meravigliosi e iridiscenti
Perchè tutto quello che accade nel sogno
è come un film proiettato sullo schermo della mente
che parla ogni, volta, di vicende
a cui guardiamo con curiosità,
raramente con spavento o con terrore

Il territorio del sogno è anche quello della nostalgia
e del desiderio

Forse anche per questo il contenuto dei sogni
deve sempre essere dimenticato
per rinnovarsi di continuo in molteplici forme,
poiché sia la nostalgia sia il desiderio
sono potenzialmente infiniti,
never ending,
e fanno da motore inesauribile
della nostra vita interiore e della nostra ricerca

I sogni sono la nostra Via Lattea
E, in essi, noi siamo i vagabondi delle stelle,
ma ci è precluso tracciarne una mappa

Disvelamento
Disvelamento

Disvelamento

Condividi post
Repost0
15 settembre 2016 4 15 /09 /settembre /2016 10:22
Nel tempo del sogno

Nostalgia dell'estate
con la sua siccità,
con il caldo asfissiante,
ma anche con la dolce brezza carica di salsedine
che giunge dal mare

Nella mia mente (o forse nel sogno)
c'è un padiglione sulle dune
con tende da sole di canapa bianco sporco
svolazzanti con piccoli schiocchi,
logorate da anni di esposizione alla canicola
e dall'azione abrasiva della sabbia sospinta dal vento
e c'è una spiaggia ripulita di fresco,
spazzolata e rasata,
liscia come un pavimento di pietra
appena lavato,
e pedane di legno per arrivare sino alla battigia
a piedi scalzi senza bruciarsi i piedi

C'è la gioia di sorrisi condivisi
Ci sono i giochi nell'acqua
e i castelli di sabbia

Ecco l'istantanea di un ricordo
che il tempo non farà mai sbiadire

La memoria crea eterei ponti
che annullano per incanto
tempo e spazio

 

Nel tempo del sogno
Condividi post
Repost0
19 aprile 2016 2 19 /04 /aprile /2016 19:43
Non sono più Silver Surfer

Cammino all’alba
in solitudine
lungo vie deserte

Attraversando il piccolo parco vicino casa
cè la pace
c’è l’aria fresca e pulita del primo mattino,
mentre s'intrecciano le voci degli uccelli,
tutte diverse, a formare un piccolo mosaico sonoro

E’ un equilibrio dinamico, in continua trasformazione,
un dispositivo caleidoscopico che incanta la mente

Poi, spostandomi ancora,
raggiungo la via principale
dove scorre il traffico mattutino

Una moto passa con un rombo fastidioso,
si sente l’ansimare pesante dei bus,
carichi dei lavoratori più precoci
Insidiose polveri sottili cominciano a levarsi

Come accade ogni mattina,
incrocio una camminatrice, elegante e profumata:
passa di lì sempre allo stesso orario, facendomi da segnatempo
La saluto al passaggio: “Buongiorno!”,
ma lei mi ignora

Altri passano, volti ormai a me noti,
ma pur sempre persone sconosciute
Cosa fanno?
Chi sono?
Cosa pensano?
Dove vanno?

Nel sogno di questa notte, qualcuno arrivava
all'improvviso
e, come una furia, cercava di scaraventare il mio PC a terra,
io mio opponevo,
e, alla fine, la mia postazione di lavoro era salva,
una colluttazione senza spargimento di sangue.
Ma per quanto tempo ancora?

Poi, mi spostavo altrove

Ed ero in una casa, a più piani,
dov'era in corso una festa sfrenata,
ma nessuno mi prendeva in considerazione:
ero condannato all'invisibilità sociale
Cercavo di farmi notare,
di far sentire la mia voce,
di ricevere attenzioni,
ma nulla accadeva
Sino a che comprendevo:
per essere accettato da quella comunità festaiola
dovevo buffoneggiare,
coprendomi di ridicolo
E così ho fatto: funzionava davvero!
Ma poi, dopo un po’,
quando io stesso cominciavo a divertirmi,
ecco che un crampo doloroso alla gamba
mi ha costretto ad interrompere

Ed è rimasto solo il rammarico
per una cosa bella finita anzitempo:
con la scoperta che, spesso,
dietro l’odio si nasconde l’amore
Poi, poi, cos'è veramente l'amore?

Silver Surfer al femminile

Condividi post
Repost0

Mi Presento

  • : Frammenti e pensieri sparsi
  • : Una raccolta di recensioni cinematografiche, di approfondimenti sulle letture fatte, note diaristiche e sogni, reportage e viaggi
  • Contatti

Profilo

  • Frammenti e Pensieri Sparsi

Testo Libero

Ricerca

Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


frammenti-e-pensieri-sparsi.over-blog.it-Google pagerank and Worth