La spiaggia è semideserta
Arrivano poche persone, sporadicamente,
ma è una processione continua, in qualche modo
Via uno, avanti un altro
Le onde si frangono con forza e con un rombo costante,
ma non c'è più il forte vento di ieri
La dove c'è la secca e le onde si rompono,
una ventina di bagnati se ne stanno in acqua:
tutti con la muta, forse surfisti in erba,
- ma di tavole non se ne vedono molte -
e stanno imparando i primi rudimenti per cavalcare le onde,
quando si rompono
I loro corpi fasciati nelle mute nere
conferiscono alla scena un che di lugubre e cupo
Più in là, oltre la punta del molo,
ci sono due canoisti che si dirigono verso il mare aperto,
intrepidi
Salgono sulle onde
molto alte prima di rompersi e ben distanziate l'una dall'altra
e poi scendono nell'avvallamento
L'incavo che si forma tra un'onda e la successiva è una valle profonda:
quando uno dei canoisti vi scivola dentro, scompare del tutto alla mia vista
e ne vedo a tratti solo la testa
oppure l'estremità della pagaia:
il resto è invisibile,
sepolto nella minacciosa concavità liquida
Tornerà a riemergere? - mi chiedo
Oppure quell'incavo in cui l'acqua sembra farsi torbida e cupa
si trasformerà per lui in un maelstrom infido?
Il sole picchia forte e duro, pur volgendo al tramonto
Come ieri sentivo il soffio del vento, incessante,
così oggi le mie orecchie traboccano del rombo della risacca,
altrettanto incessante
I raggi del sole che mi inondano,
mentre me ne sto seduto con le spalle poggiate
ad un muro intonacato di bianco;
sono intensi e mi fanno calore
e, forse proprio a causa di questo riscaldamento,
le mie fantasie e la mia mente galoppano lontano
Vorrei cose che non ho, sicuramente,
e si accendono ogni tanto fantasie lussuriose,
talvolta a luci rosse
Poco fa, è entrata sulla terrazza,
lastricata con una pavimentazione di pietra pregiata,
forse granito,
una coppia giovane
Lei con tacchi molto alti, in tiro
Lui così, vestito alla buona, ma un bel ragazzo
Lei, sicuramente bella (uno di quei casi in cui la bellezza non è un'opinione),
ha con sé una macchina fotografica reflex e gli dice:
Fotografami! Sono bella e potrei essere una modella
Il ragazzo l'accontenta e le scatta tante foto
Click click click
Poi, parlottando, incedono sulla terrazza,
e, al suo limitare, si fermano a contemplare il mare
A sua volta, la ragazza, evidentemente proprietaria della macchina,
scatta alcune foto al fidanzato,
ma lui non si mette in posa a differenza di lei prima
Poi, si incamminano e vanno via
Le persone vengono, poche, e poi vanno
Altre arrivano, fanno pochi passi verso il mare,
guardano, poi gli volgono le spalle e vanno,
senza indugiare mai per più di pochi secondi
Si fermano a scrutare il mare,
intenti, ad ascoltare il rumore della risacca,
intenti
E poi se ne vanno
Perché lo fanno?
Forse perchè guardare il mare,
sentire il rumore delle onde e del vento è rigenerante…
Forse c'è qualche cosa di primigenio in ciò,
visto che si tratta di una delle visioni
che ci ha accompagnato sin dalla più lontana alba dell'umanità
Forse perché la vita - e quindi anche noi -
è strisciata fuori dal mare
e thalassa è il nostro luogo delle origini,
il nostro elemento primoridale,
la culla della vita
Forse è per questo che la vulva
odora di mare e di salsedine
Non saprei
Ci sarà un motivo, mi dico,
se vengono, continuamente a guardare il mare
per stare pochi secondi soltanto
senza ristare mai abbastanza a lungo
per poi andarsene
Forse perchè è troppo
Qualche volta vorrei chiederglielo
Penso che nessuno saprà rispondermi come vorrei
Sono certo che balbetteranno qualche risposta
Poi si fermeranno, sentendosi aggrediti nell'intimo,
si chiuderanno nel silenzio,
mi volteranno le spalle e andranno via,
lasciandomi solo con i miei interrogati insoluti,
davanti al mare, solo
Nei giorni scorsi, per la prima volta dopo molti mesi, sono andato al mare in bici. Mi sono sdraiato al sole, in un punto adatto, del tutto riparato dal vento. Un po' ho dormicchiato e un po' ho fatto ginnastica E intanto mi guardavo attorno, godendo di un momento sospeso, in cui ancora non è incominciata la ressa estiva che rende questi luoghi inavvicinabili e fa perder loro tutto il fascino che possiedono. Il giorno prima soffiava un forte vento…
Oggi, invece, il vento si era placato e, invece, come sempre succede, arrivavano a gruppi le onde che si frangevano sulla secca.
Ho giocato con la mia ombra, complice il muro intonacato di bianco…
Palermo, il 6 aprile 2011