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18 maggio 2014 7 18 /05 /maggio /2014 01:02

A futura memoria, come un fuggiasco dal Cottolengo

 

Dovendo spedire un pacco dall'ufficio postale, Maureen ha comprato una busta con l'imbottitura interna a bolle d'aria. 

Ma questa busta è risultata troppo stretta per il nostro scopo, o meglio di misura giusta-giusta...

E le bolle d'aria all'interno facevano resistenza all'oggetto spigoloso che avrebbe dovuto contenere e che, con tutte le nostre forze, cercavamo di infilarci dentro,mettendoci d'ingegno per superare le difficoltà che si paravanoo innanzi ad ogni millimetro.

E la busta strizzata e stiracchiata gridava dal dolore: "Ohi, ohi! Costì tu mi fai male!".

L'oggetto in questione, causa delle sofferenze della busta poverellae tapina era delle dimensioni di una scatola atta a contenere un normale paio di scarpe.

Stavamo per rinunciare, dopo una lotta durata diversi minut e che mi ha procurato i goccioloni di sudore alla fronte

Mentre ero accecato da rivoli di sudore che scorrevano nei miei iocchi, abbiamo proceduto dunque all'operazione inversa.

Estrarre la scatola, bloccata a metà strada, non è stato cosa facile.

L'impulso per una persona appena un po' più irascibile di me sarebbe stato quello di spaccare tutto, con violenza.

Come a dire: "Ora ti faccio vedere io"...

Ma prova che ti riprova, puffete!, tutt'a un tratto assieme alla scatola è venuto fuori il rivestimento interno a bolle d'aria, quasi fosse stata una vecchia pelle da eliminare per un corpo fattosi nel frattempo più grande.

"Forse adesso ce la facciamo!" - ho detto a Maureen, fermandola proprio mentre stava andando a comprare una busta più grande.

A futura memoria, come un fuggiasco dal CottolengoMaureen è rimasta così con un piede a mezz'aria ed è immediatamente tornata indietro a fare la prova con la busta, fattasi all'improviso smilza e a misura perfetta.

Mentre era intenta a fare la spedizione - sportello immediatamente accessibile, coda nulla - cosa faccio io?

Io cosa faccio?

Ho in mano quella pelle interna bollosa e sacchiforme, perfettamente intatta che sembra quasi parlarmi: con un eloquente ebolloso silenzio: "Mettimi sulla testa, mettimi sulla testa, sono perfetta per un autoscatto!".  

E il mio desiderio forte ed intenso che sorge improvviso mentre me la rigiro tra le mani è quello di inflarmelo sulla testa per farmi uns elfie.

Lo farei lì per lì, sul posto, all'interno dell'austero post office, ma poi mi trattengo, pensando: "E se, con questo coso in testa, mi prendono per un rapinatore?".

Situazione improbabile, poichè qui a Londra - e in UK in genere - tutti pagano alle Poste con carta di credito o con l'equivalente del nostro Bancomat e, quindi, nelle casse non c'è mai denaro liquido.

Pensiero in ogni caso imbarazzante che si è tramutato in un consistente timore di essere beccato sul fatto in un poco onorevole atteggiamento e di essere preso, nella migliore delle ipotesi, per un fuggiasco dal Cottolengo.

Comunque, in un lampo di sanità mentale, mi sono trattenuto, ma appena usciti fuori - lì, sull'affollato marciapiedi di Whitechapel Road,in mezzo alle moltituidini, posso dare liberamente sfogo al mio desiderio più profondo di quel momento.

E il sacco bolloso ha urlato dal piacere calzando a pennello la mia testa di fresco rasata.

Ed eccomi/ci immortalato/i a futura memoria.

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13 maggio 2014 2 13 /05 /maggio /2014 23:29

Divagazioni mobili

Cammino per la strada vicino casa

in un giorno assolato di primavera

Dietro di me incede una stracchiola 

conversando ad alta voce al telefonino

e, anziché godermi il silenzio del primo mattino,

sono costretto ad ascoltare le sue conversazioni

che, per me, non hanno il benché minimo interesse

Poffarbacco!

 

Altri incedono con il volto affondato nel display

di I-phone o smartphone che sia

e si esercitano nel loro mestiere di "pollicini",

e presto - per selezione naturale -

i loro discendenti diventeranno "pollicioni"

con un pollice ipersviluppato

per poter meglio lavorare sul tastierino touchscreen

di ultima generazione

 

Altri camminano con la cuffietta alle orecchie

e ascoltano la loro musica preferita

o se ne stanno intenti in conversazioni

con interlocutori lontani

Avendo le mani libere,

gesticolano a più non posso

e hanno delle mimiche continuamente cangianti

Siccome di frequente quelle cuffiette sono occultate,

sembrano dei pazzi o degli eccentrici

che parlano da soli.

 

Altri giocano, a perdifiato, con i loro congegni

ancora una volta mettendo in campo

abilità da Pollicini

 

Il silenzio è sempre turbato

da una cacofonia di suonerie squillanti

e di conversazioni degne di una Babele delle lingue

 

Il mondo è bello perchè è vario

ma questa omologazione al basso mi rattrista

in modo indicibile

 

Mi rattrista, soprattutto,

vedere negli altri

l'incapacità di essere da soli

con i propri pensieri

e liberi di incontrarsi con la meraviglia

nascosta nel quotidiano,

liberi di guardare al di fuori

di quel piccolo quadratino luminoso

 

L'incapacità di incontrarsi

con il proprio prossimo in carne ed ossa

e l'impossibilità perfino di avviare una conversazione

con uno sconosciuto,

perchè quei congegni digital-elettronici

sempre attivi

occludono ogni spazio vuoto

 

Un tempo si stava da soli molto di più

e più facilmente

Se si voleva comunicare con qualcuno,

più in profondità, si scriveva una lettera,

sapendo che la risposta

non sarebbe mai stata immediata 

ed anche senza scriverne una

ad un interlocutore reale,

la si poteva indirizzare ad uno immaginario,

un amico di penna della fantasia

o, in mancanza, ci si poteva rivolgere a se stessi.

 

Vorrei un mondo in cui si facesse 

per una volta

il silenzio elettronico

e in cui i congegni digitali fossero banditi

 

Ma so che questa è pura utopia neo-luddista

 

Ma vorrei che almeno

ciascuno potesse riscoprire 

la dignità del silenzio e la bellezza del vuoto

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27 aprile 2014 7 27 /04 /aprile /2014 07:59

Rosso su campo azzurro

Il giorno è grigio
gabbiani volano in alto inquieti,
stridendo e veleggiando
lacrime di pioggia striano i vetri
le cime più alto dei grattacieli
affondano nella nebbbia

 

Una domenica
senza né arte né parte
si va svolgendo

come un antico papiro,

rivelando la sua storia

man mano che le cose accadono

- o non accadono -

 

Un'asta rossa,

altissima
trafigge il cielo

verso l'inifinito ed oltre

 

 

Rosso su campo azzurro

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17 aprile 2014 4 17 /04 /aprile /2014 06:50

Le albe si susseguono, i giorni e gli anni

 

Le albe si susseguono.

I giorni passano

E gli anni

 

Le albe a volte si tingono di rosso sangue

Altre volte sono pallide e smunte

Oppure i loro cieli sono screziati di strie chimiche

 

I grattacieli lontani, intangibil,

scintillano di notte

di mille luci lasciate accese

e, di giorno, assumono colori cangianti

spesso riflettono i colori del cielo

e si fanno iridescenti

A volte, sembrano d'oro,

altre volte, si accendono dei colori di un fuoco che arde

inestinguibile,

di bagliori crudi e violenti

 

Sono come dei fantasmi

espressione di tutto ciò che lontano,

irrangiungibile,

indifferente

 

li guardo ogni giorno,

più volte,

mi interrogo sull'enigma che rappresentano,

sulla loro natura

 

Vederli là ergersi come montagne,

parte consuetudinaria del paesaggio,

e del mio orizzonte,

eppure nello stesso tempo simbolo di ciò che è altro

 

A volte sono dominati da nuvole rosate

a volte è la luna piena ad ergersi dietro uno di loro

ad incoronarli

con un fulgido diadema

 

Potrei partire un giorno

alla loro scoperta

 

I gabbiani strillano e si rincorrono nel cielo,

senza tregua

 

Un viaggio alla scoperta

ma incerto ed insicuro.

 

Mi affaccio fuori, al balcone,

l'aria è ancora fresca e frizzante,

mi sporgo e guardo in alto

alla ricerca di presagi,

ma vedo soltanto

poderosi uccelli di ferro

che solcano il cielo da Est ad Ovest

e da Ovest ad Est,

come fa il Cuculo

 

Uccelli senz'anima

 

E finisco per rientrare,

al caldo e al sicuro

 

Il viaggio, lo rimando ad un altro giorno

 

Ma i grattacieli rimangono là fuor,

a ricordarmi,

ad interrogarmi e a farsi interrogare

 



Le albe si susseguono, i giorni e gli anni

 



 

 

Le albe si susseguono, i giorni e gli anni

 

 

 



 

 

 

Le albe si susseguono, i giorni e gli anni

 

Foto di Maurizio Crispi

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11 aprile 2014 5 11 /04 /aprile /2014 07:43

Presto tornerà l'Inverno

 

C'è della magia nell'inverno
che trapassa nella primavera,

Alberi ancora in fioritura
ed altri già rivestiti d'un suontuoso vestito verde
brillantissimo
Uno pigramente stravaccato in panchina
a prendere beato il sole,
due bionde dopo aver corso
supine sul prato a fare esercizi
ginnici e ad allungare i muscoli
come gattine al sole,
un giocoliere si esercita
con le sue palle colorate,
instancabilmente,
provando e riprovando,
fanatici del running cronometrato
fanno le ripetute su una distanza nota
e al termine del recupero si fermano
ansimando come mantici,
una anziana dai capelli color paglia smorta
mangia un panino seduta su d'una panchina
alla memoria

Oggi, il Tamigi è in bassa e lungo gli argini
appaiono graziose spiaggette sabbiose
stranamente senza detriti
(che però ritornano con l'alta marea),
cane e padrone sulla spiaggia
giocano al riporto
Il cane si lancia all'inseguimento
e si tuffa nel fiume
ed eccolo indietro tutto arruffato d'acqua
a deporre la sua preda,
scoodinzolando d'allegrezza
Poi i ruoli si invertono ed è l'uomo
a correre scodinzolando
a raccattare la palla,
con molta democrazia

Oche e cigni,
gabbiani,
topi e ratti,
pecore e capre
tutti - ammantati di colori più brillanti ed inusitati -
celebrano
a proprio modo l'arrivo della primavera,
ma c'è anche l'iridescente consapevolezza
che ogni singola azione
apre un possibile universo parallelo
creando un'infinita serie di linee temporali,
per cui nell'immensità del cosmo
ciascuno è assieme uno e molti

Ho sognato che
in groppa ad un poderoso destriero
mi inerpicavo lungo il pendio ripido fango-argilloso
d'una grande caverna
e sentivo tra le cosce strette
la possanza del mio destriero
che saliva senza fatica,
mentre cercavo di scansare le sporgenze del basso soffitto
pieno di asperità e sporgenze,
per giungere ad un grande salone delle feste,
sontuoso per quanto scavato nel cuore del monte,
come quello della grande festa ne Il Gattopardo,
una grande reggia o forse il set per un film
di grandi risorse

E, poi, sognavo che ero bloccato su di una piccola isola ventosa
di sabbia e roccia
in una dimensione parallela,
dove mi aveva condotto
uno smagliamento nel continuum spazio-temporale
e che non c'era più modo di tornare indietro
il mondo era andato avanti, nel frattempo
i percorsi si erano divisi e biforcati
e il luogo da dove venivo era perso per sempre

Mentre la primavera fioriva attorno a me,
riflettevo anche sul fatto che un altro me
in un altro spazio faceva cose lievemente diverse,
pur respirando l'aria nuova della primavera in arrivo,
eguale, ma diversa:
la vertigine di essere impigliato in mezzo a due specchi che si fronteggiano
e vedere il proprio riflesso moltiplicarsi all'infinito,
in una fuga prospettica

Le albe e i crepuscoli si susseguono

I foglietti del calendario si staccano
ad ua velocità vertiginosa
e volano via in un vortice,
come foglie secche
sospinte da una raffica di vento

Il tempo scorre e non concede sconti

Presto sarà di nuovo inverno

alberi spogli

desolazione

 

Un corvo solitario

a far la guardia

ad un mondo di ombre

 

 

Presto tornerà l'Inverno,

 

Londra, 11.04.2014

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22 marzo 2014 6 22 /03 /marzo /2014 10:45

Nuvole in camminio nel primo giorno di primavera

 


Oggi le nuvole creano effetti
di prospettiva e profondità
come quinte mobili di un teatro
che si inseguono all'infinito

Quando le nuvole sono così
non ti opprimono
ma ti fanno sembrare
piccolo ed insignificante,
un bruscolo
di fronte a cose che hanno proporzioni maestose
e che lievitano leggere

 
Persino i grattacieli più arditi
e i treni rossi della DLR
sembrano fuscelli nel confronto

Il vento da Est
soffia continuo

e piega gli steli d'erba
cresciuti nei vasi
 

 

E lo smilzo cespuglio di prezzemolo
verdissimo e fitto
sopravvissuto - chissà come -
alla stagione
oscilla e trema

Vorrei poter volare
e guardare dall'alto
i greggi di nuvole
in cammino
lungo quelle eterne

vie di transumanza,

 

 

 

 

 

Nuvole in camminio nel primo giorno di primavera

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15 marzo 2014 6 15 /03 /marzo /2014 15:07
Notte

Poche le stelle visibili
trapuntate
nel mantello scuro del cielo
le altre cancellate dal riverbero
delle mille luci tremolanti

La luna compie il suo ciclo eterno
e ha già cominciato a declinare

I treni 
percorrono incessanti 
le loro rotte,
alcuni senza guidatore,
come fossero condotti da fantasmi

Il grido lacerante
di un'ambulanza

Un passante,
il volto illuminato
dal display del cellulare,
antidoto alla solitudine

E si sente il rumore dei suoi passi
svanire nel nulla

La vertigine di trovarsi nel cuore
d'una metropoli
in cui vivono assemblati
milioni e milioni,
piccole cellule
di un'enorme corpo vivente
e al disotto
la città di coloro che vi hanno vissuto
nei due millenni precedenti
e che sono ancora di più

La città dei vivi e dei morti
non dorme mai
e, ogni tanto,
tira un respiro profondo

Solo nell'intervallo
trova un attimo di quiete

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26 febbraio 2014 3 26 /02 /febbraio /2014 07:48
Fioritura d'inverno, tra i tetti grigi
Tra i tetti grigi e uniformi
c'è un albero in piena fioritura:
una nuvola vaporosa e candida
che cerca di ascendere verso il cielo

Passanti solitari
con lo sguardo fisso
al display del cellulare
come se fosse la loro bussola
in un viaggio senza nessuno accanto
o un salvagente a cui stare aggrappato
in mondo vasto
come il mare inquieto,
non so

Le luci intense d'un piccolo albergo
formano un'isola di calore
nella notte fredda e ventosa

E quando arriva il buio
siamo pronti per un altro giro di giostra

Il sole sorgerà ancora
e sarà bello rivedere quei fiori
tra i tetti

Fioritura d'inverno, tra i tetti grigi
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19 febbraio 2014 3 19 /02 /febbraio /2014 07:04

A glorious day. Una domenica londinese, di sole e di cielo azzurro

 

(Maurizio Crispi) Al mattino di domenica 16 febbraio 2014 ci attende un'incredibile giornata di sole e di cielo azzurro, almeno per le consuetudini meteo londinesi.
Anche la temperatura è relativamente mite.
E' quello che i Britannici definirebbero a "glorious" day...
Usciamo in formazione.
Prima è Maureen che va a correre ed io esco con lei per camminare, portando Babacino con me nello sling dove presto ben rincanttucciato si addormenta (come sempre del resto), sleeping in the sling, quindi, con un mio personale neologismo "sleenging".
Cammino vigorosamente, rincuorato dalla nitidezza dei colori, dalla trasparenza dell'aria e dai fulvidi colori: vado dapprima al piccolo parco dedicato a King Edward, lungo il Tamigi a poca distanza da casa: qui, mi soffermo ad osservare gli scoiattoli.
Sono incredibili questi scoiattoli: a differenza dei loro cugini americani che ho avuto mod di vedere a Central Park (nella Grande Mela), questi britannici mi sembrano molto più timidi e riservati.
Non ti consentono mai di avvicinarti a meno di tanti metri, sicchè - a meno di essere dotati di un potente teleobiettivo - è quasi impossibile fotografarli.
Sono anche sospettosi e attenti a qualsiasi anomalo riflesso e scattano, immediatamente, per andare a nascondersi in recessi sicuri (da dove magari, poi, continuano ad osservarti con i loro occhietti scuri e mobili).
A glorious day. Una domenica londinese, di sole e di cielo azzurroE quando balzano via, se riesci a cogliere il loro movimento, sono un vero spettacolo per gli occhi, soprattutto quando saltano leggeri, inarcando il dorso e sollevando la coda verso l'alto, una coda che più che di pelo sembra esser fatta di piume leggere, che ondeggiano nel piccolo vento generato dal movimento.
Pazzesca agilità, accoppiata con sublime leggerezza... potrebbero essere una varietà sui generis di volatili con quella coda piumosa e aperta come un ventaglio di cui si intravede un morbido disegno in filigrana, se viene illuminata nel controsole. E si comprende come una varieta di scoiattolo si sia evoluta sino ad avere una membrana leggera che collega la zampa anteriore con quella posteriore, sicchè balzando da un ramo all'altro, possono improvvisare brevi voli a vela, una sorta di parapendio naturale.

Frustrato da questa difficoltà nel fotografarli, ma oltremodo meravigliato dalla leggiadira dei loro movimenti, ad un certo punto della mia passeggiata, mi sono imbattuto in un altro loro congenere che, a differenza degli altri, se ne stava pigramente allungato sul bordo dello schienale di una panchina, quasi fosse disteso a prendere il sole.
Per nulla spaventato dalla mia presenza e da quella di altri passanti occasionali e runner-by si stiracchiava a più non posso, per poi sedersi a leccarsi il pelame.
Beato (a meno che, mi son detto, la sua apparente pigrizia, non possa derivare dall'essere lui giù di corda o malato).
Mi sono sbizzarrito a fotografarlo (levandomi - per così dire - il "testale") e poi ho proseguito oltre.
Il sabato e la domenica mattina qui a Londra, non c'è quasi nessuno in giro.
Le strade sono vuote, pochi passanti, ancora meno auto.
Solo runner e salutisti della passeggiata, da soli o con il cane.
Proseguendo nel mio andare, ho notato che il livello del Tamigi era insolitamente basso: non l'avevo mai visto così...
A glorious day. Una domenica londinese, di sole e di cielo azzurroDa uno dei punti da dove è possibile farlo (qua e là lungo il Thames Path ci sono delle scalinate che, attraversando lo spessore del Wharf - argini - arrivano proprio al grato del fiume, scendo sulla riva che è disseminata di detriti di ogni genere, ma dal fiume all'argine vero e proprio, in questa giornata di apice di bassa marea, si delinea una bella spiaggia in pendenza e ci sono dei cercatori di non so che cosa, attrezzati con canestri e secchioni di plastica colorata, che rovistano nella sabbia e che smuovono i massi.
Cammino per un po' lungo il greto che assume a tratti un aspetto quasi lunare, per poi riemergere sulla via di Wapping dalla scala successiva.
Ero un po' in apprensione, mentre sono giù. Pensavo tra me e me: "E cosa accadrebbe se arrivasse all'improvviso una violenta onda di marea?".
Riprendo a a camminare, anche la batteria della macchina fotografica all'improvviso mi abbandona. Pazienza! - mi dico - Tanto c'è l'I-phone!.
Con Maureen abbiamo appuntamento in un piccolo caffè di Wapping dove ci siamo fermati diverse volte.
Arrivo e ordino un "americano" al latte con un plain croissant ed intanto, mentre Babacino dorme beato, leggo le ultime pagine della sceneggiatura di "The Counselor".
Poi, quando arriva Maureen, è il mio turno di correre, mentre lei ritorna a casa con Babi. E, questa volta, io - purtroppo, senza macchina fotografica - mi spingo versa il Saint Katharine Dock e il Tower Bridge, da cui torno indetro percorrendo The Highway.


Poi, dopo il pranzo quieto a casa (preparo un'ottima omelette con la pasta fritta, usando quella che è rimasta dal giorno prima), usciamo per una seconda passeggiata e ci dirigiamo verso Canary Wharf, in un pomeriggio i cui colori caldi che volgono al tramonto, sono ancora più vcaldi e "gloriosi".
C'è tanta gente lungo l'argine, chi corre, chi passeggia, bimbi in triciclo.

Mi sembra quasi, guardando le nubi che si accendono di colori mentre il sole si fa sull'orizzonte, il paesaggio del Tamigi, adesso con un livello ben più alto rispetto al mattino, gli edifici lontani che si stagliano netti e senza sbavature, i gabbiani che volteggiano in cielo e le imbarcazioni che sfrecciano lungo il fiume, che sto vivendo dentro uno dei quadri di Turner che mi è capitato di ammirare la domenica prima (alla mostra "Turner and The Sea", allestite al Greenwich National Maritime Museum).
Conclusa la passeggiata proprio nel cuore commerciale di Canary Wharf cioè propio ai piedi delle alte torri fantasmogoriche che solitamente vediamo con uno skyline dalla nostra finestra, siamo tornati a casa con il DLR, perchè ha cominciato a far freddo.

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14 febbraio 2014 5 14 /02 /febbraio /2014 08:29

Esporazioni

 

Un'ombra si proietta sul tavolo e Gabriel tenta di afferrarla, scrostandola via con le unghie dalla superficie del tavolo...

Vede l'ombra, evidentemente, come qualcosa di concreto, dotata di una sua materialità, un oggetto come tanti altri che può manipolare o maneggiare.

E' incredibile come sia diversa la percezione di un bimbo che si affaccia al mondo e come sia sperimentale il suo approccio alla realtà...
Bisogna toccare per capire, raschiare con le unghie, palpare, mettere in bocca ed assaggiare: un mondo di esplorazioni sensorial, attraverso cui si costruiscono i percetti, un mondo che noi da adulti perdiamo, perdendo con esso la nostra freschezza, perchè tutto - automaticamente - viene dato per assodato, per scontato, e non merita ulteriori esplorazioni...
E con la fine delle esplorazioni, viene meno la meraviglia...

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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